8 Settembre. “To badogliate”: la tragedia di un paese irresponsabile

di FRANCESCO SINATTI – “To Badogliate” il verbo coniato dagli inglesi per indicare il carattere italiano inaffidabile, ambiguo e furbastro.

L’8 settembre 1943, per l’Italia nazione, è una data ammantata di oblio quanto di “irrimediabile” perdita di dignità e orgoglio patrio, lambito da libri e programmi di Storia, che di solito terminavano con : “La marcia su Roma, ottobre del 1922” o con l’omicidio Matteotti del 1925 e l’Aventino.

Non ricordo, né alle medie né al liceo, che si fosse mai arrivati all’armistizio segreto di Cassabile (Sicilia), cioè al “famigerato” 3 settembre 1943, ma essendo sempre stato un giovane “modellista”, di diorami della seconda guerra mondiale, e ragazzo curioso della storia d’Italia, ero sempre rimasto perplesso su quanto si raccontava sulla vicenda, a distanza – allora – di trenta-quaranta anni.

Una vicenda tanto intricata, quanto complessa, sul piano territoriale, ideologico e politico, del “passaggio – transfert” dell’Italia, alleata della Germania nazista, all’Italia, che appoggiava lo sbarco degli “Alleati” combattendo per la “liberazione del paese occupato”.

Insomma, da ragazzino non ci avevo mai capito molto, di cosa era effettivamente accaduto fra tedeschi “nazisti”, italiani, inglesi e americani, pur avendo chiesto lumi in famiglia, erano tutte spiegazioni poco chiare, parole amare appena sussurrate, volti che trasmutavano improvvisamente come se si parlasse di qualcosa di misteriosamente “impronunciabile”: Tradimento!

A mezza bocca, le facce si facevano vacue, tristi, parole smozzicate sull’argomento si arenavano sul bagna asciuga della memoria di mio padre sfollato, arrestato dagli inglesi (per tre giorni), che non aveva dunque un ricordo piacevole. Del resto erano pur sempre “memorie” da un paese allo sbando, non più “padrone a casa sua”. Comprese le memorie del nonno (materno) “esiliato” dal Regime a Siena come avversario politico, viveva a San Giovanni Val d’Arno, in quanto “sindacalista bianco”. “Lapiriano ante litteram”, tutto casa e DC, reduce della guerra di Libia e della prima guerra mondiale, si ritrovava a fronteggiare un paese che lo aveva bistrattato in tutti i modi.

Una “tragedia” per entrambe le famiglie, oltre che dramma dell’irresponsabilità delle classi politiche che avevano governato il paese fino ad allora. Divenuta poi, “acqua per il mulino” dell’antifascismo militante e per la sinistra degli anni 70, uno schifo! Solo a pensare alla disonestà intellettuale con cui il paese non ha affrontato la questione negli ultimi 80 anni! Quando la faremo finita con queste “Badogliate”?

“to badogliate”, indica – ricorda Patricelli – “un’azione maldestra, ambigua, pasticciata, furbastra, venata di tradimento: qualcosa di molto italiano secondo i peggiori luoghi comuni sulla propensione agli intrighi e alla doppiezza”. La stiamo pagando ancora, nel giudizio internazionale” (Quelle vergognose «badogliate», un sinonimo di tradimento, G. Bruno Guerri, 1 marzo 2009).

Che dire? Direi che ce n’è abbastanza per concordare con gli inglesi che hanno coniato il verbo “to badogliate”, un verbo che se ce ne fosse bisogno, la dice lunga su come erano e sono visti gli italiani di “oggi”! Per quel che fecero gli italiani di “allora”.