A Fiesole riaffiora la storia del PCI

Una galleria di oltre 100 fotografie della vita politica e sociale del fiesolano, oltre 200 manifesti digitalizzati, i volantini, 25 bandiere.

Un’iniziativa degna della migliore tradizione storiografica che gli archivi del Pci consideravano una testimonianza fondamentale nella trasmissione della memoria storica. Il sito Web che raccoglie il lavoro svolto (www.pcifiesole.it) fa riaffiorare un mondo corale ricomposto da tante persone che hanno aderito all’invito di mettere a disposizione il materiale, presenta un tracciato che riguarda non solo il senso di appartenenza politica ad un partito, ma anche al territorio nel quale la politica viveva in mezzo alla gente. (AB)

(Nella foto di copertina: Militanti della FGCI delle località di Compiobbi e di Molin del Piano con le bandiere).

La costruzione del “Cento” in Borgunto

Sandro Nannucci, ricercatore, è autore e curatore di volumi di argomento socio-politico relativi a comunità toscane nel Novecento e di contributi sul movimento cooperativo, sull’antifascismo e sulla Resistenza. È nel Comitato di redazione della rivista «Ricerche storiche».

Una bella galleria fotografica con oltre 100 immagini della vita politica e sociale del territorio fiesolano; una ricchissima raccolta di fogli locali; oltre 200 manifesti digitalizzati; tanti volantini e giornali murali realizzati dal PCI fiesolano; 25 bandiere e tanto altro; tutti documenti raccolti nel tempo che hanno svolto per decenni l’importante funzione di divulgare notizie e informazioni, raccogliere richieste e aggregare persone.

La pubblicazione “La storia e i protagonisti del Pci nel territorio fiesolano. Un’esperienza politica toscana nel secolo breve: 1921-1991 del ricercatore Sandro Nannucci e il sito www.pcifiesole.it da pochi giorni online sono il primo risultato del lavoro di valorizzazione che l’Associazione Fiesole Democratica (dal nome della rivista del PCI locale) ha presentato venerdì 25 novembre nella Sala del Basolato nella centrale Piazza Mino di Fiesole, alla presenza di Silvio Pons, Presidente della Fondazione Gramsci di Roma, di Ugo Sposetti, Presidente dell’Associazione Enrico Berlinguer (“custode” del patrimonio del PCI-PdS-DS), della fiesolana Serena Spinelli, Assessore regionale della Toscana al Sociale, alle Politiche abitative e alla Cooperazione internazionale, di un qualificato rappresentante della Soprintendenza Archivistica per la Toscana.

I documenti presentati tramite il libro e il sito costituiscono quindi una campionatura dei temi e degli interventi compiuti dal maggior partito della sinistra fiesolana, che in sede locale è stato costantemente al governo del comune.

1 settembre 1945: celebrazione del primo anniversario della Liberazione a Fiesole. (ACF, Fondo Ranfagni)

Una prima tappa, quella del 25 novembre, per rendere merito al lavoro di tutela degli archivi del PCI fiesolano (quelli del Comitato Comunale e delle Sezioni), consegnati da tempo alle cure dell’Archivio Storico del Comune, che ha dato il via ad analoghe decisioni degli altri partiti novecenteschi locali (PSI e DC) e di alcune associazioni, quali la Filarmonica Comunale, l’Associazione Combattenti e Reduci e di altre.

Si tratta di una raccolta non del tutto organica che, soprattutto per i periodi più lontani, appare numericamente limitata. Ma la quantità di documenti rispecchia non tanto una carenza originaria, che anzi la produzione di questi strumenti di intervento politico è stata tutt’altro che di scarsa consistenza, quanto un difetto di conservazione, dovuto a più motivi concomitanti: locali poco idonei o un mancato impulso a conservare gli strumenti che si stavano maneggiando a memoria del proprio concreto operare.

Non viene mai meno, comunque, la testimonianza di una militanza politica straordinaria che aiuta in parte a comprendere quale sia stato il contributo della presenza comunista dal dopoguerra ai primissimi anni ‘90. Contemporaneamente questo lavoro, soprattutto la pubblicazione di Nannucci si configura come un repertorio di informazioni e indizi per scrivere la storia del novecento fiesolano, ancora per lo più inedita.

Affrontare la storia del movimento democratico organizzato nel XX secolo a Fiesole, e di quella che ne è stata la principale espressione politica, almeno nei primi quarantacinque anni repubblicani, significa non solo confrontarsi con una tensione ideale che ha rappresentato uno dei fattori di crescita di tutto il movimento operaio, ma anche fare i conti con gli strumenti approntati per diffondere le proprie convinzioni politiche e raccogliere il consenso di una più vasta quota di popolazione. Strumenti, va subito precisato, che negli anni in cui sono stati prodotti appaiono adeguati e commisurati, sia al risultato che ci si prefiggeva di conseguire con il loro uso, sia a reggere il confronto con quelli posseduti da altre organizzazioni, forze politiche, ecc.

Dall’esame delle carte traspare una puntualità di rivendicazioni e di programmi, che indicano lo sforzo costante del partito per raccogliere le richieste e rispondere sul piano politico alle attese coltivate dalle masse popolari. Una documentazione pertanto che aiuta in parte a comprendere quale sia stato il contributo della presenza comunista nella ripresa e nello sviluppo della vita.

Sala Consiliare del Comune di Fiesole, 1973: incontro con una delegazione vietnamita. Da sinistra: Luigi Tassinari, al tavolo Enzo Enriques Agnoletti, Adriano Latini e, di spalle, Fernando Farulli. (Foto Mori. ACF, Fototeca)

Anche a Fiesole, come in molte altre località, all’attività pubblicistica centrale del partito si è affiancata la produzione e la diffusione di una molteplicità di fogli locali, manifesti e volantini che hanno rappresentato uno degli aspetti peculiari della militanza politica. Non va trascurata l’importanza dei giornali murali, redatti a mano e affissi in luoghi particolarmente frequentati che hanno consentito, oltre a una tempestiva divulgazione di notizie e informazioni, di aggirare la scarsità di mezzi finanziari e anche la pesante censura preventiva esercitata per diversi anni da questure e prefetture.

L’abitudine a confrontarsi quasi quotidianamente con manifesti e volantini, a produrre giornali murali o nastri magnetici, considerati, in un certo senso, “materiali di consumo”, ha contrastato la maturazione di una consapevolezza dell’importanza di questo tipo di fonte, insostituibile per leggere, con un’ottica particolare ma non certo destituita di fondamento, l’evoluzione del rapporto società-politica, l’emergere di nuove problematiche, di nuovi elementi di dibattito e le modalità di proposizione ai cittadini.

Festa de l’Unità di Fiesole del 1982 nel giardino della Casa del Popolo in Piazza Garibaldi. (Foto Paolo Della Bella)

Con la pubblicazione di questa documentazione si vuole dare un cenno, fornire alcuni stimoli interpretativi e di ricerca, confidare in ulteriori “conferimenti” da parte di famiglie e singole persone che hanno ancora documentazione utile ad arricchire il lavoro di tutela e valorizzazione.

(foto: per gentile concessione pcifiesole.it)