di GIOVANNI VILLANI – Il crollo del traffico aeroportuale causato dalla crisi del mercato turistico ha spinto le sigle sindacali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta a sollecitare un incontro col Capo Gabinetto della Prefettura di Verona, Daniela Chemi.
“L’immobilismo dell’aeroporto Catullo – hanno spiegato – l’assenza di prospettive di rilancio, l’inadeguatezza strutturale, fanno correre a molte aziende il rischio di non ripartire e alimentano il pericolo di un collasso occupazionale di cui le istituzioni locali devono tener conto”.
Sono oltre un migliaio i lavoratori dipendenti dell’aeroporto Catullo, delle società Gh, Ags, Handling e Fc Handling che erogano i servizi ai passeggeri e delle compagnie aeree Volotea, Air Dolomiti, Neos, che in prevalenza gravitano sullo scalo veronese.
L’incontro in Prefettura si è svolto mentre i rappresentanti delle categorie economiche veronesi erano riuniti alla terza commissione consiliare sullo scalo, onde ridefinire nuove strategie per far ripartire in sicurezza l’aeroporto, non appena finirà la crisi pandemica. Una crisi che nel 2020 ha fatto scendere a meno di un terzo i voli, sia business che turistici. La preoccupazione in commissione consiliare era quindi di trovare tutti i modi per fare squadra fra enti pubblici e privati – soprattutto con la veneziana Save, oggi maggior azionista privata dell’aeroporto – per consentire una maggior crescita del Catullo, per i passeggeri e il D’Annunzio di Brescia-Montichiari, per le merci. Strategico il primo, per l’economia e il turismo veronese, al pari della Fiera, con i suoi appuntamenti internazionali e della Fondazione Arena con la sua stagione operistica nota in tutto il mondo.
Come trovare quindi adeguati finanziamenti e progetti idonei per il rilancio? La domanda per un’azione congiunta si colloca nel periodo in cui si è parlato anche della revisione dei patti parasociali tra i soci pubblici, quindi tra Aerogest, formata dal Comune di Verona, dalla Provincia e dalla Camera di Commercio, dalla Provincia di Trento che detiene il 47%, dalla Provincia di Bolzano per il 3,6%, dalla Fondazione Cariverona per il 2,9 e dalla Provincia di Brescia per il 2,1. E quelli privati, quindi Save, società presieduta da Enrico Marchi, che ha il 41,8 e gestisce anche gli scali di Venezia e Treviso.
Sul tavolo c’era anche il tema “scottante” dell’aumento di capitale per il piano di investimenti, a cominciare dalla nuova aerostazione Romeo. Secondo il presidente di Confindustria Verona, Michele Bauli: “La partnership tra pubblico e privato per gestire l’aeroporto, è un bene. Per la partecipazione di Save, il risultato è sostanzialmente positivo. Parlando da imprenditore penso sempre che si possa fare di più, ma quando è entrata Save i passeggeri erano 2,5 milioni l’anno e nel 2019 sono stati 3,6 milioni. Quindi non ho nulla in contrario sul fatto che gestisca lo scalo. Avanti allora con il piano di sviluppo strategico su Verona e Brescia e si proceda all’aumento del capitale sociale per ingrandire l’infrastruttura e aumentare il volume di passeggeri e merci”.
Il sindaco Federico Sboarina per il Comune considera fondamentale l’aumento di capitale sociale per salvare il Catullo e ha offerto quindi la sua disponibilità. Per Renato Della Bella, presidente di Apindustria Verona “bisogna capire se Save abbia le risorse per gli investimenti e se li voglia attuare a Verona. O considera quelli per Venezia più strategici? Auspichiamo che Aerogest continui a presidiare il Catullo e si valutino le intenzioni di Save, oppure spazio a investimenti alternativi”. Per Paolo Arena, presidente di Confcommercio di Verona e dell’aeroporto Catullo, ci sono dati che non possono essere dimenticati.
Nell’esercizio 2014 spiega come il Catullo “avesse una esposizione di 180 milioni, con 30 milioni di perdite l’anno. Poi con l’ingresso di Save, la situazione si è risanata. Ora con la nuova aerostazione puntiamo a 7 milioni di passeggeri l’anno. In un progetto di crescita, Save è quindi fondamentale. Bisogna però capire se l’intero territorio crede nello sviluppo di un grande sistema aeroportuale, o solo di Verona e Brescia”. Andrea Sartori, presidente di Confindustria Triveneto, avverte: “Giusto l’aumento di capitale con Aerogest, ma bisogna capire se Save vuole sostenerlo o no, perché altrimenti ci sono altre realtà in grado di fare da partner privato”. “Importante è fare squadra” ha concluso l’assessore agli enti, Stefano Bianchi. Hanno partecipato alla commissione anche Nicola Baldo di Confcommercio, i presidenti di Unione Radio taxi, Mirco Grigolato, di Favet-Agenzie di viaggio e Fausto Baldin, di Confcommercio, Paolo Bissoli di Confesercenti e dei Ristoratori, Leopoldo Ramponi. (Giovanni Villani)
Giovanni Villani è nato a Verona, giornalista pubblicista dal 1990, critico musicale del quotidiano L’Arena di Verona. Dirigente amministrativo. Laureato all’Università di Bologna in Storia e all’Università di Verona in Arte.