di FRANCESCO SINATTI – Dal 2025 Brasile Russia India Cina Sud Africa più 40 Stati daranno vita ad un circuito alternativo al sistema “swift”.
Il prossimo anno i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, sud Africa, più altri quaranta stati) daranno vita ad un circuito alternativo al sistema “swift” per i pagamenti mediante valuta degli scambi internazionali, intesa come dollaro USA. Sarà la fine di un era, per gli assetti geopolitici così come li conosciamo oggi.
Dopo ”la conferenza di Yalta” (11 febbraio 1945) non si era più assistito ad un sovvertimento di equilibri geopolitici di queste proporzioni sul globo, da che il mondo si era diviso in due blocchi e due sfere d’influenza, la finanza ed i mercati avevano parlato “inglese – americano” ed i santuari della finanza erano: Londra e New York! Dal 1 gennaio 2024, non sarà più così.
“La lunga marcia della Cina”
Agli inizi del nuovo secolo il WTO (world trade organization) apre le porte alla Cina, paese in perenne violazione dei “diritti umani”, dalla demografia esuberante, “Cina, il gigante che dorme” non aveva avuto “il placet” della comunità internazionale, fino all’11 dicembre 2001, per entrare nell’organizzazione del commercio mondiale.
In poco più di vent’anni il sistema industriale, “a piani quinquennali”, e la finanza cinese, hanno “inghiottito” a tappe forzate, non solo, i diritti umani, ma gran parte delle materie prime, oltre a tutti i diritti dei “lavoratori” occidentali conquistati con duecento anni di lotte contro il “capitale”.
Dalla rivoluzione francese all’autunno caldo del 1968, dalla “scala mobile” allo stato sociale (welfare, socialdemocratico) che ha garantito ottant’anni di pace (e conquiste) all’Europa, si è passati in poco più di due decenni, dal meridiano di Greenwich (Londra) al meridiano di Mumbai (India), con tutte le rendite di posizione post coloniali europee azzerate e il “valore aggiunto” degli scambi internazionali che ha prevalentemente preso “la via della Cin – India”.
Olé ! In un colpo solo, gli USA si auto affondano, insieme al “deprecabile” modello di sviluppo economico che alimenta i conflitti in mezzo mondo (economia di guerra), facendo rientrare cinquemila anni di “storia orientale”, la Cina, (una superpotenza, al più tardi quattro centro anni prima), dalla “finestra” del debito che gli USA hanno creato “esportando” la democrazia con i carri armati, in tutto il globo, dal 1940 in poi.
“Acque sconosciute”
I violentissimi cambiamenti imposti dalla “globalizzazione”, non governata dal sistema, hanno fatto prevalere due visioni che sembravano superate: “il liberismo selvaggio” a livello economico e “i regimi autoritari” a livello politico, due “mostri” che hanno insanguinato il mondo fino alla fine della seconda guerra mondiale.
I due guardiani della soglia degli equilibri mondiali che animano da sempre “lo spirito della Storia” (Hegel, docet), “slegatisi”, si sono riproposti fragorosamente nella miscela più esplosiva che si possa immaginare, cioè “tana libera tutti!”
Dunque, il “grande reset”. Tradotto, dove finirà in un flipper impazzito, la pallina chiamata “Terra”, che da tempo rimbalza, abbastanza violentemente, da conflitto all’altro in “una cintura di fuoco” collocata sull’invisibile “meridiano” che si allunga dall’Ucraina allo Yemen? Guarda caso proprio su quella “faglia” geopolitica che ci divide dalla Russia, sarà un caso? No, signori…
Europa, da Gibilterra a Vladivostok
Da tempo gli USA tramano contro “l’Europa dei popoli”, modello vincente di equilibrio fra stato sociale e capitale che aveva garantito pace (ripeto per ottant’anni), era per “Loro”, superpotenza “smargiassa & accattona”, la più pericolosa insidia sul versante occidentale, una mina vagante, che avrebbe potuto attrarre nella propria orbita un’altra super potenza “orfana” della sua collocazione geopolitica naturale: la Russia!
Da sempre con radici ortodosse, cristiane e quindi europee, un pericolo mortale da scongiurare a tutti i costi per “un gendarme del mondo”, mal messo e sconfitto dal suo stesso modello economico non sostenibile, quindi? Dalli alla Russia! Peggio di “mamma li turchi”, può “avvicinarsi” all’Europa, proprio perché ne è il cuore pulsante, per storia e tradizioni, quantomeno l’altra faccia che guarda ad Oriente, oltretutto con radici simili, per non dire identiche, almeno fino a Kiev e San Pietroburgo. La minaccia globale, di una super potenza globale, su cui non tramonta il sole da Gibilterra a Vladivostok, con dentro i Balcani!
Un mostro pericoloso da annientare con tutti i mezzi. Senza considerare gli ebrei russi che cambierebbero gli equilibri con Israele! Era necessario un piano infallibile di “infiltrazione destabilizzante” per far fuori l’Occidente Europeo. Ecco diciamo ci sono quasi riusciti, tra pandemia Covid e la finta guerra Ukraino – Russa.
Il salto “quantico” di un nuovo circuìto finanziario
Ma proprio mentre sembra tutto perduto, il circuito nascente dei BRICS, nato dal “tana libera tutti” (gli assetti geopolitici del vecchio mondo), potrebbe di nuovo “sparigliare” le carte, anche in Europa. Dio lo volesse! Se accadesse gli elettori europei potrebbero sperare in un avvicendamento delle “burocrazie delle brume di Bruxelles”, che rischiano di esser spazzato via dal montante onda di destre eversive, che sta contaminando il continente da almeno una decina d’anni.
Costringendo la Germania ed i paesi che hanno favorito le nefaste infiltrazioni delle multinazionali e delle banche d’affari USA in Europa, con l’intento di “strozzarla nella culla”, a far una riflessione politica di campo: “vogliamo ancora favorire il modello “scoppiato USA”, oppure, tardivamente, ricucire lo strappo a Oriente, per sopravvivere in un mondo di colossi globali dove non contiamo nulla?”
Ai posteri la lama della ghigliottina…
(foto: licenza pxhere – https://pxhere.com/it/photo/1037258)
Francesco Sinatti è nato a Siena, esperto di giornalismo di inchiesta.