Antonio Di Bella_L'impero in bilico_solferino

Antonio Di Bella e le elezioni in America

di ALDO BELLI – Un libro per capire l’America al bivio tra crisi e riscossa, da leggere comunque, vinca Trump o Harris (Solferino libri)

Il 5 novembre gli Stati Uniti eleggeranno il nuovo inquilino della Casa Bianca. “L’Impero in bilico” di Antonio Di Bella (edizioni Solferino) è un buon libro per capire l’America al bivio tra crisi e riscossa. Il libro è uscito a febbraio: secondo le regole del mercato editoriale, quindi, già da tempo trasferito nelle terze file delle librerie. La sua lucida attualità, viceversa, meriterebbe proprio in questi giorni la vetrina.

Il confronto elettorale tra la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump, avviene in un contesto nel quale “l’America da tempo coltiva l’antiamericanismo al proprio interno” avverte nella prefazione del libro Federico Rampini. I concetti “di destra e sinistra così come li intendiamo in Italia” sono “poco utili alla comprensione della realtà politica americana” chiarisce subito Di Bella.

“Lavorando per anni a New York a contatto con la comunità degli italo-americani, ho verificato direttamente il loro progressivo distacco dal Partito democratico e, al contempo, un avvicinamento quasi rabbioso alla soluzione Trump”. A loro sono andati aggiungendosi le minoranze d’immigrazioni più antiche, da quella irlandese a quella tedesca. Hillary Clinton, “e in genere tutta l’élite democratica, è stata percepita da questi gruppi come espressione politica di un establishment economico dominante arroccato nella sua torre d’avorio“.

“I giovani manager miliardari della Silicon Valley hanno espulso dalla città la classe media e sia San Francisco che Los Angeles sono invase da tendopoli di senzatetto in condizioni di disperazione”.

Il fatto che perfino nella mitica West Coast democratica si sia sviluppato un movimento di natura trumpiana deve far riflettere”.

Di Bella è stato un testimone diretto dell’assalto a Capitol Hill (sede del Congresso degli Stati Uniti d’America) il 6 gennaio 2021. Un’ampia parte del libro offre interviste e particolari interessanti su quella macchia della democrazia americana. Anche quello delle reazioni: “L’estremizzazione dei toni del New York Times o della CNN nella battaglia frontale contro Trump ha fatto sì che gli elettori repubblicani abbiano tolto qualsiasi garanzia di credibilità all’informazione indipendente”.

Errore madornale, giacché il potere assoluto che ormai Trump esercita sul Partito repubblicano può essere rotto soltanto da una sua sconfitta elettorale; e forse, errore politico imperdonabile ampliando lo sguardo.

Imperdonabile, e al tempo stesso significativo dello smarrimento della sinistra liberal a livello mondiale, perché in un’inchiesta del Washington Post dell’agosto 2023 “la fiducia degli americani nelle proprie istituzioni è fra le più basse nel mondo”; e perché “Trump non è il colpevole di questo deterioramento, ma è stato capace di sfruttarne rabbie e paure e offrire come unica soluzione la propria salvifica leadership”.

Il disagio diffuso di un pezzo di America profonda, la convinzione di un’America rurale povera e onesta contrapposto alla Washington ricca e marcia, il disprezzo verso un parlamento decaduto in un bizantinismo inefficiente e corrotto, paradossalmente finisce per trovare come portavoce degli oppressi un miliardario di nascita come Donald Trump, nato e cresciuto a New York. “Ma una campagna attenta e una serie di errori da parte democratica hanno consentito questo paradosso” osserva Di Bella.

Il destino politico degli Stati Uniti riguarda anche noi, nel bene e nel male, al di qua dell’Atlantico. Come scrive Federico Rampini: “Chi riponeva grandi speranze sul ruolo mondiale dell’Europa è stato disilluso dalle ultime crisi geopolitiche: senza una leadership statunitense (giusta o sbagliata che sia la sua direzione) l’Europa è irrilevante. Lo hanno capito le potenze antagoniste – Cina, Russia, Iran – e operano per un’ulteriore erosione dell’egemonia Usa, perché dopo di quella avranno il mondo alla loro mercé”.

ANTONIO DI BELLA è uno dei più noti volti del giornalismo Rai. È stato corrispondente dagli Stati Uniti, in precedenza per otto anni a capo del Tg3, direttore di Rai 3, corrispondente da Parigi e dal 2016 al 2020 direttore di Rai News 24. Nel 2022 è stato nominato direttore del genere approfondimento. È autore di “Je suis Paris” (2015) e “L’assedio” (2021).