di GIOVANNI VILLANI (da Verona). Ore calde quelle per la nomina del nuovo sovrintendente, la Gasdia in scadenza il prossimo 4 marzo.
Sono ore calde, quelle che precedono in questi giorni, la nomina del nuovo sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, dal momento che l’attuale, Cecilia Gasdia (anche direttore artistico) è in scadenza il prossimo 4 marzo e che con molta probabilità non sarà rieletta. Intanto si sta completando il Consiglio di Indirizzo della Fondazione (quello uscente è scaduto mercoledì 22 febbraio) dove mancava ancora un nome. Così martedì 21 febbraio si è riunito il Consiglio di amministrazione di Cattolica Assicurazioni – Gruppo Generali che ha designato il suo rappresentante in Fondazione Arena, dopo aver confermato nei giorni scorsi di restare socio e quindi di sostenerla economicamente.
Il nuovo componente del Cdi è il toscano Samuele Marconcini, dal settembre scorso amministratore delegato e direttore generale di Cattolica Assicurazioni, in cui opera dal 2015, che prenderà dunque il posto del presidente di Cattolica, Davide Croff. Marconcini è di Pontedera, 55 anni, che dopo un’esperienza come docente e ricercatore universitario, ha intrapreso l’attività di consulente per società nazionali e internazionali, svolgendo in seguito attività di management e trasformazione in ambito gestionale della macchina operativa, ricoprendo incarichi di crescente prestigio e responsabilità in ambito bancario e assicurativo. Nel corso della sua carriera si è occupato di progetti di change management e di riorganizzazione aziendali. Prima dell’incarico attuale in Cattolica è stato vicedirettore e chief operativo officer di Cattolica e nel Gruppo Generali, svolgendo i ruoli di presidente di Cattolica Beni Immobili, vicepresidente di Tua Assicurazioni, amministratore delegato di Cattolica Services Sepa e vicepresidente esecutivo di CattRe.
Marconcini, figura attenta alle dinamiche della città e del territorio veronese, è dunque il sesto componente del nuovo Cdi di Fondazione Arena, che si riunirà urgentemente a breve, avendo tra l’altro all’ordine del giorno, l’avvio dell’iter per la nomina del nuovo sovrintendente, spettante al ministro delle Cultura Gennaro Giuliano, ma su nome indicato dal Cdi stesso, presieduto dal sindaco Damiano Tommasi. Gli altri membri, sono ancora per il Comune, oltre al sindaco, l’imprenditrice Marilisa Allegrini (della famosa cantina del Valpolicella), mentre per la Camera di Commercio, c’è il suo presidente Giuseppe Riello (amministratore delegato del board di Riello Industries) e per il Ministero della Cultura, Serena Cubico, professore associati di organizzazione aziendale all’Università di Verona, già sindaco di Ferrara di Monte Baldo, in quota a Fratelli d’Italia, quindi per la Regione Veneto, il violinista Federico Pupo, già direttore del Teatro Salieri di Legnago, indicato in quota Lega.
Sei componenti dunque, un numero pari, ma il sindaco Tommasi punta ad avere un suo terzo componente (la legge glielo consente, però dovrà esserci il via libera del Ministero) per raggiungere quota sette consiglieri e scongiurare quindi di finire in minoranza. Basteranno, considerando che Riello è per una riconferma della Gasdia e che Ministero e Regione potrebbero optare ancora per lei? Sul settimo consigliere esiste già un nome molto gettonato. Si tratta di Stefano Soso, direttore del personale di Balich Wonder Studio e già dell’Ufficio Pianificazione della Fondazione Arena.
Il Ministero della Cultura vorrebbe poter scegliere il sovrintendente fra tre nomi e oltre a quello della Gasdia resterebbero in circolazione quelli di Maurizio Roi, già sovrintendente della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, di Alberto Martini, violinista, direttore artistico e musicale de I Virtuosi Italiani e da sei anni anche direttore artistico del Teatro Ristori, ipotizzati dal Comune, ma sta girando anche quello di Nicola Colabianchi, sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari, per controbilanciare la scelta dei primi due.
Cecilia Gasdia sta intanto completando il calendario del prossimo Festival 2023 in Arena e per i 100 anni delle sue stagioni liriche ha messo in cartellone ben otto opere, di cui due nuovi allestimenti: Aida e Rigoletto.
Per quest’ultimo la regia è stata affidata ad Antonio Albanese, noto e pluripremiato attore, nonché regista che ha già firmato messinscene d’opera, alla Scala di Milano, al Lirico di Cagliari, al Petruzzelli di Bari e al Filarmonico di Verona. Rigoletto sarà il suo debutto su grande scala e con lui, il team creativo del nuovo allestimento è composto da Juan Guillermo Nova alle scene e Paolo Mazzon alle luci. Sull’immenso palcoscenico areniano, la vicenda di Rigoletto sarà raccontata in una forma nuova, verace e affascinante, che ne sottolineerà la forza drammatica di situazioni e rapporti fra personaggi, immutata anche rendendo gli uomini in scena più vicini al sentire contemporaneo.
La storia, infatti, storia si collocherà nel Polesine degli anni ’50, parte di quella pianura rurale in cui Verdi nacque e scelse di vivere, diventata poi luogo d’elezione del grande cinema italiano, da Fellini a Pupi Avati. Tutta la produzione sarà un omaggio al cinema neorealista del Dopoguerra, stagione in cui convivono ferite profonde e voglia di rinascita. Non cambierà il rapporto di potere fra il Duca – qui un grande proprietario terriero, ammirato temuto e invidiato dalla sua gente – e il suo sottoposto Rigoletto, faccendiere prescelto per arguzia tra i molti mezzadri e umili contadini.
Le quattro rappresentazioni dell’opera (dal 1° luglio al 4 agosto) schierano in scena un cast stellare, a cominciare dal protagonista, in cui si alternano alcuni fra i baritoni più richiesti di oggi: Roman Burdenko, Ludovic Tézier, Luca Salsi – nessuno dei quali ha mai affrontato questo ruolo a Verona – e Amartuvshin Enkhbat, che proprio in Rigoletto esordì in Arena nel 2017. L’amatissima figlia Gilda è impersonata da due specialiste: il soprano armeno Nina Minasyan – già applaudita Violetta – e la statunitense Nadine Sierra. Le sorprese non mancano nemmeno sul fronte tenorile: l’azero Yusif Eyvazov, storico amico dell’Arena, che ha scelto anche per cimenti impegnativi in nuovi personaggi, interpreta per la prima volta il Duca; oltre a lui faranno il loro atteso debutto in anfiteatro, due diversi e prestigiosi Duchi quali: Juan Diego Flórez e Piotr Beczała.
A dirigere il cast internazionale, nonché l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona e il suo Coro maschile ci sarà il maestro Marco Armiliato, già direttore musicale dello scorso Festival. (Giovanni Villani)
Giovanni Villani è nato a Verona, giornalista pubblicista dal 1990, critico musicale del quotidiano L’Arena di Verona. Dirigente amministrativo. Laureato all’Università di Bologna in Storia e all’Università di Verona in Arte.