di GIOVANNI VILLANI – Arezzo. Tutte le mostre e gli eventi in programma per l’anniversario del Vasari, in corso e fino al nuovo anno.
Arezzo si accinge a ricordare il “suo” Giorgio Vasari nel 450° dalla morte, con una serie di manifestazioni molto articolate, in parte già iniziate, ma che si prolungheranno anche nel 2025.
Da maggio 2024 a febbraio 2025 la città originaria del grande artista ha ideato infatti un percorso di 10 mostre, tra opere monumentali e di documenti vari, valorizzati in nuovi allestimenti tematici, oltre ad una grande esposizione internazionale, che sarà allestita a partire dal prossimo gennaio 2025.
Intanto a maggio è decollato il primo percorso: “Per gloria dell’arte et honor degli Artifici: Vasari scrittore e artista immortale”, progettato negli spazi della Biblioteca Comunale a cura di Elisa Boffa. Si tratta di una esposizione di alcuni tra i tesori bibliografici custoditi nel suo catalogo – testi antichi, stampe e manoscritti – che documentano in cinque sezioni, le origini della famiglia e la formazione del giovane Vasari, il suo operato di architetto e pittore, le diverse edizioni della sua opera libresca più celebre, “Le Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti” (con la prima edizione a stampa) e tutti gli altri testi di cui fu autore, oltre a scritti e contributi successivi alla sua morte. Questa mostra rimane aperta fino al 7 luglio.
Nel mese di giugno si sono aggiunte altre due tappe al percorso. Al Museo Archeologico Nazionale, quella di “I Vasari, vasai” che ripercorre il loro rapporto con la produzione della ceramica aretina di età antica”, fonte della fortuna della famiglia, curata da Maria Gatto. Alla Fraternità dei Laici, invece c’è il percorso pensato da Francesca Chieli, “Honorato e Gratiosa, La Loggia di Giorgio Vasari” che illustra, attraverso un ampio corpus documentario, la genesi e lo sviluppo di una delle imprese architettoniche più importanti per Arezzo: le Logge Vasariane appunto, oltre ad altre preziose testimonianze sulla vita dell’artista (testamento e atto di nascita), lettere d’incarico, delibere e registrazioni di pagamenti.
La Fraternità dei Laici (un tempo Fraternità della Madonna della Misericordia) nacque nel 1263, su decreto del vescovo Guglielmino degli Ubertini, per svolgere opere di assistenza e carità verso i più poveri e bisognosi. Grazie a importanti lasciti di benefattori la fraternità divenne una realtà sempre più importante che andò ad occuparsi anche della gestione di alcuni ospedali e dell’anagrafe cittadina, nonché della promozione di opere pubbliche, di progetti culturali e azioni di mecenatismo per gli artisti. Giorgio Vasari decise nel suo testamento di devolverle tutti i propri beni se non avesse avuto discendenti.
In luglio, al Museo di Arte Sacra, verrà inaugurata la mostra “Si è mangiato altro che pane e messer Giorgio. Fortuna critica e nuove ricerche sullo Stendardo dei Peducci” con la curatela di Serena Nocentini. Partendo dallo stendardo processionale dipinto da Vasari nel 1549 per la Compagnia di San Giovanni Battista dei Peducci e costituito da due raffinatissime tele raffiguranti la “Predica del Battista” e il “Battesimo di Gesù”, si illustrano la capacità del Vasari pittore attraverso l’esposizione di documenti d’archivio e il confronto con le tele inedite conservate nella Badia della Sante Flora e Lucilla.
In settembre, ancora tre tasselli arriveranno ad arricchire il progetto aretino. “Costruire un’immagine di sé: Giorgio Vasari attraverso le sue carte” sarà una mostra documentaria negli spazi dell’Archivio di Stato (a cura di Ilaria Mercelli) che esporrà le carte relative alla famiglia dell’artista e alla corrispondenza col granduca Cosimo I Medici, entrambe accomunate dalla volontà vasariana di condizionare la memoria che i contemporanei e i posteri avrebbero poi avuto della sua figura e del suo lavoro. Quindi, “Il disegno fu lo imitare il più bello della Natura. La casa, i disegni, le idee: Giorgio Vasari e la figura dell’intellettuale architetto” (a cura di Rossella Sileno) che si svolgerà nella dimora dell’artista, per metterne in risalto due aspetti, la figura dell’intellettuale e la tematica dell’architettura nell’opera pittorica. Anche il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna (ex dimora della famiglia Ciocchi del Monte, da cui Papa Giulio III), si unirà al novero delle istituzioni coinvolte, con la mostra “Alcuna cosa fuor dell’uso comune. Il convito per le nozze di Ester e Assuero”, dove viene esposta una delle più grandiose opere dell’artista, il dipinto ad olio su tavola raffigurante il terzo dei quattro conviti narrati nel Libro di Ester (mt. 2,80 x 7,12).
Il convito di Ester e Assuero fu commissionato a Vasari (13 luglio 1548) da Giovanni Benedetto da Mantova, abate del Monastero delle Sante Flora e Lucilla di Arezzo, amico del pittore (nelle documentazioni della Biblioteca Comunale è esposto l’originale del contratto), che aveva richiesto fosse ritratto un cenacolo. Il pittore preferì invece un argomento molto diverso, completato da un affresco soprastante (oggi andato perduto) raffigurante Cristo che dona una corona di fiori ad Ester. Nella mostra (la curatela è di Luisa Berretti) saranno esposti anche i disegni preparatori delle Nozze, i documenti, le risultanze del restauro in grado di dare evidenza ai bellissimi particolari dell’opera. Sul secondo sgabello da sinistra, dopo il primo occupato da Ester, vi è anche apposta la firma di Vasari.
Il Museo Orodautore omaggerà l’artista in gennaio, invitando una ventina di orafi-designer per progettare un gioiello/ornamento “pensando a Vasari”, realizzato poi dal Distretto Orafo Aretino a cura di Giuliano Centrodi che sarà seguito da altri manufatti esposti nella mostra “….mi posi all’orefice. Omaggio a Vasari”. Come racconta nelle Vite e nelle Ricordanze, Vasari infatti frequentò diverse botteghe orafe ad Arezzo, Firenze e Pisa. Sempre legato al tema dell’oro ci sarà anche una personale di Filippo Rossi, ospitata alla Fraternità dei Laici, legata al tema “Oro, Tesoro, Bellezza, Luce, Vita”.
Col nuovo anno, infine, la grande esposizione alla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, “Giorgio Vasari. Il teatro delle Virtù” (a cura di Cristina Acidini e Alessandro Baroni), che porterà ad Arezzo opere da importanti collezioni internazionali, con l’intento di porre l’accento sul patrimonio di invenzioni sacre e profane che Vasari ideò per la corte di Cosimo I Medici. Saranno esposti anche lavori di contemporanei e collaboratori di Giorgio Vasari, insieme a lettere, manoscritti e volumi a stampa provenienti dall’Archivio Vasari, nonché dal Museo Archeologico di Firenze, la celebre Chimera, bronzo etrusco rinvenuto nel 1535 durante i lavori di scavo attorno al baluardo di San Lorentino ad Arezzo, voluti da Cosimo I.
Per allargare lo sguardo oltre le mura di Arezzo, a necessario completamento dell’itinerario museale, sarà realizzata una guida (la firma Daniela Galoppi) per segnalare con base scientifica, tutte le emergenze vasariane nella città e nel territorio, da Arezzo a Castiglion Fiorentino, dai dipinti nell’Oratorio del Gesù a Cortona, fino a quelli della chiesa di Sant’Agostino a Monte San Savino. E quindi le architetture del Tempio di Santo Stefano della Vittoria a Foiano della Chiana e di Santa Maria delle Querce a Lucignano, oltre alle opere della chiesa di San Donato e Ilariano e del Monastero di clausura di Camaldoli.
Giovanni Villani è nato a Verona, giornalista pubblicista dal 1990, critico musicale del quotidiano L’Arena di Verona. Dirigente amministrativo. Laureato all’Università di Bologna in Storia e all’Università di Verona in Arte.