di GIOVANNI VILLANI – I grandi nodi irrisolti da decenni nel mondo della lirica e della concertistica tornano a battere sul governo.
Si è tenuta ieri mattina, alla sala stampa della Camera dei Deputati la conferenza stampa dei presidenti di Ariacs, Francesco Silvestri e di Assolirica, Roberto Abbondanza, sui temi inerenti ai decreti attuativi delle leggi 106/2022 (codice dello spettacolo) e della legge 49/2023 (equo compenso), con specifico riferimento al mondo della lirica e concertistica.
Il presidente di Ariacs, Franco Silvestri, nell’aprire la conferenza, ha fatto notare come sia di ottimo auspicio che, dopo anni di silenzi venuti dai governi che si sono succeduti, con l’insediamento del nuovo governo si sia aperto una nuova e profonda prospettiva di dialogo e di confronto, partendo dai problemi reali che attanagliano il mondo della musica, prestando ascolto a tutte le parti in causa, specie quelle dei lavoratori autonomi e soggetti a discontinuità, finora lasciate a margine di ogni tavolo di discussione.
Nel confermare che il confronto con il governo è da tempo attivo, Silvestri ha sottolineato come i fatti siano testimoniati dalle frequenti corrispondenze ed incontri avuti con il sottosegretario Mazzi e con il direttore generale Parente, entrambi presenti alla conferenza stampa. Ể atteso entro il mese di giugno un primo testo di decreto attuativo elaborato dalla direzione generale del ministero che ha raccolto le proposte concrete suggerite da Ariacs e Assolirica.
Silvestri si è poi a lungo intrattenuto sulla Legge Delega 106 del 15 luglio 2022 e la Legge 49 del 21 aprile 2013, che richiedono entrambe, per la loro applicazione, un finanziamento pari almeno al 15-20% dell’attuale sostegno al comparto lirico-sinfonico.
Il presidente di Assolirica, Roberto Abbondanza ha sottolineato invece come vi siano tempi stretti derivanti dalle disposizioni contenute nelle leggi, specialmente da quella sull’equo compenso, pur nell’ottimismo che il nuovo corso di riforma del settore spettacolo ingenera nelle associazioni.
In questo contesto, Assolirica chiede che i contratti agli artisti contengano: la sottoscrizione degli stessi in tempi stabiliti e con congruo anticipo rispetto all’inizio delle prove (ora la normalità è firmarla all’arrivo in teatro o addirittura dopo diversi giorni di prova); la determinazione di un compenso per l’attività di studio e preparazione; un rimborso per le spese di viaggio e di soggiorno; la determinazione di una diaria giornaliera extra cachet per i giorni di prova; il riconoscimento di un equo compenso in caso di dirette video, audio o registrazioni, con utilizzo successivo alla prestazione (legge già entrata in vigore nel dicembre del 2021 e poi completamente ignorata); la certezza dei tempi di pagamento (oggi spesso oltre i 90 gg e più); il nome dell’agenzia con la quale l’istituzione musicale ha condotto la trattativa, qualora l’artista ne sia rappresentato; la suddivisione tra artista e teatro della percentuale da riconoscere all’agenzia di rappresentanza, visto che l’agente opera per la realizzazione dello spettacolo e costituisce una sorta di consulente al teatro stesso; il riconoscimento di un indennizzo per l’interruzione della prestazione a causa di eventuali prossime pandemie (esistono teatri che già lo fanno come il Regio di Parma).
Inoltre: Assolirica ritiene che alcune pratiche debbano essere abolite come: il divieto di prestazioni gratuite mascherate da prove generali e ante generali aperte al pubblico, spesso a pagamento; l’obbligo per le istituzioni musicali di recuperare i contratti cancellati o sospesi, a causa della pandemia da Covid 19, nel 2020 e nel 2021 entro l’anno solare 2024 per tutti gli artisti coinvolti.
Assolirica ha proposto anche un nuovo cachettario, dove compaiono soprattutto i minimi compensi perché la lirica italiana ha il dovere di preservare la professionalità e non l’affidarsi, come ormai molto spesso accade, a profili prossimi al dilettantismo, oppure ai giovani artisti delle sempre più numerose accademie d’opera, nate all’interno delle Fondazioni liriche sinfoniche. La legge 49 del 21 aprile 2023, sull’equo compenso si rivolge ai professionisti riconosciuti della legge 4/2013 come Assolirica e Ariacs. Pertanto si propone al Ministero delle Imprese e del Made in Italy una idea di cachettario che risponda alla domanda di “Equo compenso”. Assolirica chiede poi con forza la riapertura di un tavolo con le parti datoriali, fermo dall’ottobre del 2021, per arrivare ad una sintesi condivisa di nuove regole che garantiscano il rispetto dell’alta professionalità degli artisti lirici e i problemi di bilancio dei teatri d’opera italiani.
Assolirica desidera comunicare in modo corretto le problematiche del settore lirico. Per esempio il tempo sta dando ragione a tutte le criticità che erano state sollevate rispetto alla conduzione economica del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino della gestione Pereira e il disinvolto operato del Sovrintendente Lissner al Teatro San Carlo di Napoli che non ha mai riprogrammato titoli del 2020 e del 2021 indicati e contrattualizzati dalla precedente Direzione artistica durante la pandemia COVID e soppressi nella nuova programmazione.
Assolirica aggiunge che Il Teatro San Carlo neppure si costituisce quando viene citato in tribunale dagli artisti che hanno richiesto siano riconosciute dalla legge le proprie istanze. Il Covid ha mostrato come la precarietà che per chi fa musica sia la normalità, ma non può essere l’alibi per non riconoscere i diritti essenziali e soprattutto poter diffondere uno dei beni fondamentali della cultura italiana. La scelta di privilegiare la letteratura nell’insegnamento delle arti nella scuola non può essere più un dogma.
La recente candidatura italiana de “L’arte del canto lirico italiano”, quale bene immateriale dell’umanità, può essere il volano affinché il canto italiano, riceva la giusta spinta verso nuove prospettive finalmente positive.
Giovanni Villani è nato a Verona, giornalista pubblicista dal 1990, critico musicale del quotidiano L’Arena di Verona. Dirigente amministrativo. Laureato all’Università di Bologna in Storia e all’Università di Verona in Arte.