Firenze_S.Luca Evangelista dipinge la Madonna

ARTEFIRENZE – Finito il restauro de La Cappella dei Pittori

di GIOVANNI VILLANI – La celebre Cappella della SS. Annunziata a Firenze è tornata dopo due anni di restauro al libero accesso al pubblico.

La Cappella dei Pittori alla Santissima Annunziata. L’arte del Cinquecento a Firenze nella più amata basilica mariana della città

La celebre Cappella di San Luca o dei Pittori nella basilica della SS. Annunziata a Firenze è tornata, dopo oltre due anni di lavori di restauro, di libero accesso al pubblico, grazie all’attività volontaristica degli Amici dei Musei e dei Monumenti fiorentini che ora ne garantiscono l’apertura, ogni lunedì dalle 9.30 alle 12.30. Si è completato così un altro importantissimo tassello monumentale del principale santuario mariano di Firenze, casa madre dell’ordine dei Servi di Maria, per secoli al centro della vita religiosa e della città, nonché cuore antico dell’attuale Accademia delle Arti del Disegno.  

La Cappella, restaurata grazie al sostegno dei Friends of Florence, è un emblema della vivace vita artistica fiorentina fin dal 1565, quando venne edificata nei locali dell’antico Capitolo del convento della Santissima Annunziata, per la dedizione e le fatiche del frate scultore Giovannangelo Montorsoli che convinse il priore generale fra Zaccaria Faldossi ad ospitare e in seguito a donare alla neonata Accademia, alcuni spazi del convento.

L’Accademia delle Arti del Disegno, la più antica del mondo, ha avuto origine dalla Compagnia di San Luca (1339), formata tra gli artisti fiorentini per “sovvenire così nelle cose dell’anima, come del corpo, a chi, secondo i tempi, n’avesse bisogno”, quando ancora, secondo gli statuti medievali, i pittori venivano immatricolati all’Arte dei Medici e degli Speziali perché assimilati agli speziali per la macinatura e la preparazione dei colori, mentre gli scultori e gli architetti figuravano tra i membri dell’Arte dei Maestri di Pietra e di Legname.

La sua creazione con il nome di Accademia del Disegno risale al gennaio 1565. Due anni prima era però già costituita per iniziativa del granduca Cosimo I e dei suoi più attivi collaboratori, Giorgio Vasari e Vincenzo Borghini, e vi avevano fatto parte i più grandi artisti della rinascita fiorentina, da Leonardo da Vinci, a Benozzo Gozzoli, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Andrea Palladio, Michelangelo Buonarroti.

Inizialmente intitolata alla Santissima Trinità, la Cappella fu infatti il luogo dove si radunavano i più famosi artisti per celebrare i giuramenti solenni dell’associazione e tenere le animate riunioni accademiche in occasione della festa trinitaria, di cui le tre arti, pittura, scultura e architettura, erano l’imitazione. Si celebrava anche la festa dei Quattro Santi Coronati, patroni dell’Architettura e infine quella di San Luca, iconografo di Maria e quindi patrono dei pittori.

Fin dal principio, la cappella divenne anche il luogo identitario entro il quale racchiudere la memoria imperitura delle spoglie mortali degli artisti che avessero voluto esservi sepolti, legando così in maniera perenne il proprio nome all’Accademia. Fra essi, per primo Jacopo Pontormo, quindi Benvenuto Cellini, Francesco di Cristofano detto il Franciabigio, Lorenzo Bartolini e Rodolfo Siviero. 

La Cappella dei Pittori, Firenze, Sepolcro del Pontormo e Cellini (il tondo centrale in marmo è alla mostra Vasari di Arezzo).
Sepolcro del Pontormo e Cellini
(il tondo centrale in marmo è alla mostra Vasari di Arezzo).

Il luogo, che riassume nel suo alto valore spirituale gli oltre quattro secoli di vita dell’Accademia delle Arti del Disegno, subì ingenti danni durante l’alluvione di Firenze del 1966, ma mantiene ancora la sua decorazione originaria. Oggi è utilizzata dai professori dell’Accademia delle Arti del Disegno per la celebrazione della messa solenne del 18 ottobre, giorno di San Luca, e per altre funzioni religiose legate ai suoi membri.

Prima del restauro, la Cappella dei Pittori presentava molte e differenziate casistiche di degrado e di alterazioni dell’aspetto originario (vedi alcune scialbature e ridipinture sugli stucchi, rotture e tracce di fango alluvionale sulle sculture nelle nicchie, accumuli di particelle solide sulle superfici delle tavole dipinte, distacchi di colore sugli affreschi). Le trasformazioni d’uso, le modifiche strutturali e il tragico evento dell’alluvione del 1966 comportarono successivi e ripetuti interventi di riordino che inevitabilmente occultarono l’estetica originale dell’ambiente.

Una campagna diagnostica preliminare aveva permesso di approfondire la conoscenza dei materiali costitutivi e la natura degli interventi eseguiti nel tempo.

Il lungo e meticoloso restauro dei materiali, di cui era composta originariamente la cappella, ha permesso inoltre di evidenziare con precisione l’entità e l’esatta ubicazione dei due interventi che hanno maggiormente influenzato le vicissitudini conservative del luogo. Il primo, in concomitanza con la soppressione napoleonica e la trasformazione della cappella per uso privato del vescovo Eustachio de Osmond, che comportò la chiusura dell’ingresso primitivo e lo spostamento dell’altare sotto l’affresco del Vasari e il secondo, con l’alluvione del 1966, che arrecò innumerevoli danni ai piccoli affreschi del basamento e alla parte bassa delle sculture.

Entrando all’interno della cappella, si rimarrà meravigliati dal perfetto connubio delle arti. Difatti gli affreschi, realizzati da Giorgio Vasari, Alessandro Allori, Santi di Tito e Jacopo Pontormo, dialogano in maniera sublime con le dieci statue inserite entro nicchie e dedicate a personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Se i nomi degli scultori che realizzarono quest’ultime opere non sono ancora oggi tra i più noti – Valerio Cioli, Vincenzo Danti, Zanobi Lastricati, Vincenzo Casali –  la loro straordinaria capacità esecutiva non mancherà tuttavia di colpire il visitatore.

Un luogo unico, dunque, nella Firenze del XVI secolo, prezioso scrigno, ma anche ambiente monumentale per la sua importanza storica e culturale. Vi si poteva accedere dal chiostro grande del convento, lato nord (ora invece direttamente dal lato a sinistra del fronte basilicale), attraverso un vano già usato come sagrestia. Qui sono presenti alcune opere appartenute all’Accademia, quali un Crocifisso ligneo di Antonio da Sangallo il Vecchio (dalla distrutta chiesa di San Gallo), la “Vergine in trono e santi” trovata sotto la Sacra Conversazione di San Ruffillo del Pontorno (sembra però da attribuirsi a Raffaellino del Garbo), una lunetta con San Giovanni a Patmos riferibile a Giovanni della Robbia.

L’altare è decorato dall’affresco di “San Luca Evangelista dipinge la Madonna” di Giorgio Vasari (1565), opera che mostra sullo sfondo uno scorcio di bottega artistica e che presenta due astanti sulla destra, il primo dei quali, più vicino al bordo, è un ritratto del Montorsoli.

Cappella dei Pittori, Firenze, Giorgio Vasari "San Luca Evangelista dipinge la Madonna".
Giorgio Vasari “San Luca Evangelista dipinge la Madonna”.

Anche il vecchio altare, con la “Santissima Trinità” di Alessandro Allori (1571) presenta due ritratti di confratelli alla base, Pontormo a sinistra e il Bronzino a destra, che egli volle omaggiare come i propri maestri e, nel caso del Bronzino, di fatto come padre adottivo.

Cappella dei Pittori, Firenze, Alessandro Allori "Santissima Trinità".
Alessandro Allori “Santissima Trinità”.

Procedendo alla parete d’ingresso si incontra un affresco che omaggia invece l’architettura, la “Fabbrica del Tempio di Salomone” di Santi di Tito.

Cappella dei Pittori, Firenze, Santi di Tito "Fabbrica del Tempio di Salomone".
Santi di Tito “Fabbrica del Tempio di Salomone”.

Sull’ultima parete si trova poi la “Madonna con Bambino e Santi” di Pontormo proveniente dalla distrutta chiesa di San Ruffillo e qui collocata solo nell’Ottocento.

Cappella dei Pittori, Firenze, Pontormo "Madonna con Bambino e Santi".
Pontormo “Madonna con Bambino e Santi”.

Sul soffitto infine si trova appesa la tela di Luca Giordano con l’”Apparizione della Vergine a san Bernardo” (1685), proveniente dalla smantellata chiesa di Santa Maria della Pace.

Cappella dei Pittori, Firenze, Luca Giordano "Apparizione della Vergine a San Bernardo".
Luca Giordano “Apparizione della Vergine a San Bernardo”.

All’eccezionale corredo scultoreo della serie dei Santi e Profeti contribuirono diversi iscritti alla Compagnia. Si tratta dieci figure sedute a grandezza naturale, modellate in terracotta dipinta di bianco, in cui è facile riconoscere il clima artistico che si ispirava al Buonarroti e alla sua serie di Veggenti per la Cappella Sistina.

Cappella della SS.Annunziata a Firenze - Serie scultorea Santi e Profeti
Serie scultorea Santi e Profeti

(foto: dell’Autore)