Indumenti di lana per i clochard d’Italia. Baretta: “La nostra comunità, sensibile e accogliente, non resta indifferente alle fragilità”
La solidarietà intreccia fili di lana e scalda il cuore per rispondere ai bisogni dei più fragili. Una piastrella dopo l’altra realizzata a mano con pazienza, creatività, impegno nella ricerca dei gomitoli, a casa propria o in gruppo, ritrovandosi con le amiche ‘del lavorare ai ferri’. E’ così che la coperta, in stile patchwork, morbida e accogliente, prende vita dalle abili mani delle nonne, delle mamme, delle cittadine di Barberino Tavarnelle. Un dono destinato a scivolare discretamente nella vita difficile, fatta di assenze e privazioni, di chi non possiede nulla, neanche un tetto. I colori e le forme dei piccoli tasselli cuciti insieme formano un mosaico di buoni sentimenti e mani tese verso l’altro. Una rete intessuta, viva e concreta, costituita da indumenti caldi e avvolgenti che le volontarie realizzano per tenere al caldo i clochard d’Italia e dar loro un’opportunità di sopravvivenza.
Protagoniste del gruppo di lavoro che si è mobilitato per sostenere l’associazione onlus Sheep Italia, presieduta da Saverio Tommasi, sono trenta donne di varia età che operano all’interno del Tavolo della Pace, coordinato dall’assessore alle Politiche della Pace Marina Baretta. L’amore per gli altri e il senso di cura da offrire al prossimo, scoperto in tempo di pandemia, sono la molla che hanno fatto scattare il progetto di comunità nato nell’ambito del Tavolo che si pone l’obiettivo di promuovere i temi della pace attraverso incontri, interventi e iniziative pubbliche.
Appassionate di uncinetto e lavoro a maglia, le volontarie sprigionano bellezza, fantasia e tanta generosità creando a mano decine di capi in lana da consegnare ai senza dimora. Coperte e non solo. Ci sono mantelle, copricollo, guanti, cappelli sciarpe, fasce scaldaspalle. Ogni manufatto che può diventare un alleato perfetto contro il freddo nelle notti invernali, appena iniziate, dei tantissimi senza tetto che rischiano di morire, dormendo per strada, su una panchina, è contemplato nella produzione delle volontarie, al lavoro da un anno. La prima consegna dei numerosi indumenti, realizzati nel corso del 2020, all’associazione Sheep Italia onlus, si è tenuta qualche giorno fa nella sala del Circolo Arci La Rampa di Tavarnelle, in occasione della presentazione dell’ultimo volume di Saverio Tommasi “In fondo basta una parola” (Feltrinelli, 2021).
Il gruppo di volontarie è condotto dalla passione di Anna Brancaccio, presidente dell’associazione Happy Days onlus e alla guida della sartoria medievale Sartor Antiqua.
La presidente Brancaccio
“Nei lavori a maglia mettiamo tutte noi stesse, cura, attenzione per il gusto estetico e senso di confort da trasmettere ai beneficiari – commenta Anna Brancaccio – ogni indumento deve essere bello e avvolgente come se lo stessimo creando per noi, la rete delle donne che lavora a maglia è un progetto dalla forte valenza sociale del quale ne beneficiamo anche noi rendendoci utili, mettendo la nostra piccola abilità al servizio delle persone svantaggiate e a coloro che vivono in situazione di difficoltà ed emergenza”.
L’assessora Baretta
“Lo stare insieme e coltivare questa passione portando avanti un’attività volontaria che corre sul filo della solidarietà – continua l’assessore Marina Baretta – ci fa sentire tutte più unite e parti di una comunità sensibile e accogliente che non resta indifferente alle fragilità e ai bisogni dell’altro ma se ne prende cura con spirito aperto e inclusivo”.
Sheep Italia Onlus è un’associazione nata con l’obiettivo di realizzare progetti di solidarietà destinati ai senza dimora, intreccia storie, porta calore e insegna a lavorare ai ferri supportando soggetti fragili e coinvolgendo persone svantaggiate economicamente e socialmente anche mediante percorsi di avviamento al lavoro e volti all’inserimento professionale.