di SILVIA NOFERI – Nemmeno la siccità riesce a far capire alla Regione Toscana che deve intervenire sulle cause del cambiamento climatico.
Su un fenomeno complesso come quello della siccità, figlio del cambiamento climatico, bisogna agire cercando di intervenire sulle cause, oltre che cercando di rimediare con nuovi pozzi, autobotti, interconnessioni o pompaggi, come illustrato nella relazione dell’assessore Monni sulla crisi idrica.
Sarebbe auspicabile che la consapevolezza della gravità della situazione, portassero questa Giunta ad una riflessione seria sulle cause: sulla necessità di limitare le emissioni di gas climalteranti come la CO2, fino ad arrivare ad un diverso atteggiamento verso l’ambiente, a cominciare dalle foreste, che attualmente vengono considerate solo una fonte di reddito per il legname mentre sono ormai noti e incontestabili a livello scientifico, gli effetti dei boschi sul cambiamento climatico e sullo stoccaggio di CO2.
Per cominciare a contrastare la crisi idrica bisogna tutelare gli alberi, a cominciare dalle riserve e dai parchi, dove arrivano infestazioni e malattie senza che nessuno si accorga di nulla se non quando i risultati sono talmente evidenti da rendere la situazione irrecuperabile.
Per contrastare la crisi idrica bisogna proteggere le nostre montagne, a cominciare dalle Apuane, dove le cave seccano le sorgenti e la marmettola inquina i corsi d’acqua creando uno strato impermeabile che impedisce l’alimentazione delle falde acquifere, per non parlare del bacino acquifero del Monte Amiata, che alimenta le forniture a 700.000 utenze ed è costantemente minacciato dalla diminuzione di livello e contaminazione di sostanze pericolose come Arsenico, Mercurio, Tallio e altre, sprigionate dalle centrali geotermiche, tra l’altro grandi produttrici di CO2.
Per limitare la crisi idrica sarebbe importante inoltre limitare i prelievi industriali di acqua dolce ma nel frattempo a Solvay sono state rinnovate tutte le concessioni di acqua dolce che erano in scadenza: 32 milioni di metri cubi.
Le misure illustrate dall’assessore sono essenzialmente misure per contrastare le emergenze ma non risolveranno certamente il problema; gli invasi sono sotto il livello di scorta e le previsioni del consorzio Lamma per i prossimi mesi non sono certo rassicuranti, possiamo solo sperare che da qui a maggio 2023 le piogge tanto attese arrivino.
Silvia Noferi è nata a Firenze nel 1964, diplomata in Agraria e in Letteratura Moderna Comparata all’Università di Firenze. Consigliere regionale Toscana per il Movimento 5 Stelle, è stata responsabile amministrativo in un’azienda privata a partecipazione estera di beni di lusso e ha svolto attività nel settore turistico.