Camminare può stimolare la creatività? Già nel 2014 un interessante studio dell’Università di Stanford ha avvalorato questa ipotesi.
Oltre 170 partecipanti, studenti universitari e altri adulti, si sono cimentati con alcune prove di creatività in situazioni diverse: seduti in una stanza, camminando su un tapis roulant al chiuso o passeggiando all’aria aperta.
Ai partecipanti veniva chiesto, ad esempio, di sottoporsi al Guilford Alternate Uses Test (GAU), il cui obiettivo è immaginare utilizzi alternativi di alcuni oggetti comuni, in un tempo limitato. Ad esempio, data la parola “Pneumatico” alcune risposte potrebbero essere “Decorarlo e farne un’aiuola”, “Giocare a lanciare delle palline nel centro”. Il test valuta l’originalità delle proposte e la flessibilità nell’adattare l’oggetto a nuovi ambiti.
Un altro strumento utilizzato nello studio era il BSE, il Barron Symbolic Equivalence Test. Questo test presenta oggetti o concetti e chiede di formulare analogie, trovando similitudini con qualcosa di completamente diverso. Ad esempio, data la definizione “Una candela che brucia lentamente”, si potrebbe dire che essa è come “L’energia fisica che si consuma durante un allenamento intenso”, oppure “Le note di una canzone che si avvia alla conclusione”. Anche tale test considera l’originalità delle associazioni mentali.
Gli strumenti che abbiamo visto valutano il pensiero divergente, quello che porta a concepire idee completamente nuove.
Non solo creatività: un test per valutare gli effetti sul pensiero convergente
I ricercatori, per distinguere gli effetti del movimento o della sedentarietà su processi mentali diversi, hanno utilizzato anche il Compound Remote Association Test (CRA). Questo presenta tre parole (sostantivi e/o aggettivi) e chiede di trovarne una quarta che, in qualche modo, sia collegata a tutte e tre. Ad esempio, nella versione inglese con “cottage”, “swiss” (svizzero/a), e “cake” (torta) si può rispondere “cheese” (formaggio). In inglese il “cottage cake” è un formaggio magro a fiocchi, il “cheese cake” è il dolce molto noto anche da noi. Infine, la Svizzera ha vari formaggi tipici e in America lo “Swiss cheese” è un formaggio simile all’Emmental. In questo caso non si tratta di inventare nulla: occorre collegare mentalmente concetti o oggetti già esistenti. Il procedimento coinvolge il pensiero convergente, che si attiva quando dobbiamo risolvere un problema con una sola soluzione, o un numero limitato di soluzioni. Utilizza quindi processi mentali di tipo logico.
Camminare: gli effetti sul pensiero divergente e sul pensiero convergente
I risultati dicono che camminare incrementava notevolmente la creatività, il pensiero divergente, portando i partecipanti a elaborare un maggior numero di idee originali. L’effetto era osservabile sia nel caso della camminata al chiuso, che all’aperto. L’aumento dell’ispirazione si manteneva per un po’ anche quando il partecipante tornava a sedersi. Lo studio era suddiviso in quattro esperimenti; in uno di questi il movimento stimolava perfino il doppio delle risposte creative, rispetto alla sedentarietà.
L’effetto più marcato era innescato dalla camminata all’aria aperta, un dato evidente soprattutto nel test delle analogie. Il 100 % di coloro che passeggiavano negli spazi aperti riuscivano a proporre almeno un’analogia particolarmente profonda. Tra quanti erano rimasti seduti, solo il 50% realizzava associazioni mentali così acute.
L’atto di camminare aveva effetti poco marcati, invece, sui processi di pensiero convergente, logico.
Era la creatività, come abbiamo visto, a trarne grandi benefici. Come si spiega questo fenomeno? I ricercatori hanno formulato diverse ipotesi, che non si escludono ma potrebbero completarsi. Ad esempio, essere impegnati in un’attività piacevole, non stressante, potrebbe liberare la mente da alcuni pensieri disturbanti. L’esercizio fisico svolto volentieri è associato a un incremento del buonumore, considerato propizio alla creatività. Inoltre, è stato ipotizzato che camminare “distragga” dagli schemi di pensiero abituali che portano a ragionare sempre allo stesso modo. Diventa così possibile “lasciarsi andare” a nuove idee, considerare soluzioni che abitualmente scarteremmo, magari a torto.
Se occorrono ulteriori ricerche per comprendere dettagliatamente il legame movimento-creatività, alcune aziende si stanno mostrando sensibili all’argomento. Ad esempio, Google offre ai dipendenti palestre e lezioni di sport e fitness. Studi come quello che abbiamo visto ci ricordano che la nostra natura originaria, molto legata al movimento e all’idea di spostarsi, è sempre viva in noi. Ascoltarla ci consente di vivere meglio e, nel caso di alcune professioni, perfino di lavorare meglio.
Studio citato
Oppezzo, M., & Schwartz, D. L. (2014). Give your ideas some legs: The positive effect of walking on creative thinking. Journal of Experimental Psychology: Learning, Memory, and Cognition, 40(4), 1142–1152. https://doi.org/10.1037/a0036577
Ugo Cirilli è nato a Pietrasanta nel 1985, laureato in Psicologia Cognitiva Applicata all’Università di Bologna ha poi conseguito un master in Mental training, ha frequentato corsi di marketing e di gestione delle risorse umane, tecnico della progettazione e promozione turistica (Fondazione Campus, Lucca). Ha scritto su siti internet di cultura e attualità, tra questi scrivo.me portale del Gruppo Mondadori). Come scrittore ha esordito con il romanzo “Un accordo maggiore in sottofondo” (edizioni Toscana Today, 2019).