di BEATRICE BARDELLI – La sfida nel mondo oscuro di internet, “scopare“ senza protezione con uno sconosciuto, vince chi non rimane incinta.
La chiamano “challenge”, ovvero “sfida”, i pargoletti adolescenti di mamma e babbo. Di quei “mamma e papà” che hanno abdicato alla propria responsabilità genitoriale di educazione e vigilanza di quel giocattolino a cui hanno affidato l’educazione dei propri figli: il “telefonino”. L’ho visto questa estate al bagno dove ho passato quest’anno le mie vacanze tra Marina di Pisa e Tirrenia. Tavolate affollate di persone, amici, parenti durante i pranzi domenicali all’ombra dei gazebo e, di fianco, appartati nel loro piccolo mondo di balbettanti “amore ed attenzione” i cuccioli delle famigliole, tutti in silenzio con in mano l’unico strumento che li facesse sentire vivi: il telefonino. Immagini raccapriccianti, testimoni di una dimensione familiare/umana alla deriva dove si manifesta una divisione netta tra gli adulti, abituati da decenni al colloquio, alla condivisione ed all’affiatamento, ed i loro “cuccioli”, inesperti della vita di relazione e lasciati all’angolo per non disturbare i “grandi” con in mano il loro “lasciapassare” per il mondo, ovvero il tanto osannato/abusato “telefonino”.
Che questa dicotomia tra l’uso della parola “in diretta” ed “indiretta” (via sms) potesse segnare un solco profondo nella comunicazione tra generazioni di genitori/figli mi era già nota da tempo, ma che questa dicotomia potesse degenerare in atteggiamenti e “scelte di vita” (???) da far accapponare la pelle mi si è rivelato improvvisamente questo primo pomeriggio: 21 settembre 2023, ore 14, Rete Quattro.
“Forum”
Barbara Palombelli ha presentato il problema del giorno: una “sfida” che sembra avere un gran successo tra i giovani, addirittura tra gli adolescenti, e di cui hanno parlato i genitori (separati) sul banco degli imputati. Di quale “sfida” si parla? Di una “sfida” che sembra stia spopolando nel mondo ovattato ed oscuro di internet, ovvero dello “scopare “ (dire “fare all’amore” non avrebbe alcun senso), senza alcuna protezione, con un perfetto sconosciuto per sfidare la sorte: VINCE colei che NON rimane incinta. PERDE chi rimane incinta. La ragazzina 14enne dei due genitori separati ascoltati oggi a Forum è stata “sfigata” perché ha perso la “sfida” ed è rimasta “incinta”…Data la delicatezza del tema, la sentenza verrà resa pubblica nella trasmissione di domani, venerdì, 22 settembre.
Di chi è la colpa?
Del padre, perennemente assente per motivi di lavoro o della madre che deve accudire a ben 5 figli? Secondo me di tutti e due. Per un motivo molto semplice. Perché entrambi hanno abdicato al loro ruolo di genitori così come definito in Costituzione all’art. 30: “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio […]”. In quanto entrambi hanno affidato alla tecnologia dell’osannato cellulare la responsabilità di una educazione che LORO si sono rifiutati di assumersi come PRIMO DOVERE di genitorialità.
Il Cellulare
E’ uno strumento utile che andrebbe usato con parsimonia per proteggersi dai campi elettromagnetici che emette. Dovrebbe essere usato per le emergenze, per contattare urgentemente qualcuno ma non dovrebbe mai sostituire i contatti umani, il parler confidenziale tra amici e/o familiari. L’avere attribuito al cellulare compiti che non ha lo ha reso un dispositivo tecnologico di cui, oggi, la gente si è abituata a non poterne fare a meno. Il motivo? Semplice. La gente CREDE di non avere tempo per le relazioni umane ed abdica a queste (che le creerebbero gioia, voglia di vivere ed un profondo equilibrio sentimentale/emotivo) per risparmiare il proprio tempo di vita rimanendo sempre più sola con l’unica compagnia di un congegno elettronico che ha la capacità di collegarla con tutto il mondo.
Genitori! Svegliatevi!
Carissimi ADULTI. Siete conviventi, siete sposati? Se avete figli la vostra visione del mondo DEVE cambiare. Dovrete essere voi ad aiutare i vostri figli a capire come sta andando, oggi, il mondo. Dovete essere voi a metterli in guardia delle trappole che si possono trovare su internet ed in cui non devono rimanere intrappolati.
Prima di tutto i genitori devono educare i propri figli a rispettare la dignità e la sacralità del proprio corpo che non può essere né mercificato, né svilito a fini commerciali e/o (diciamo) ludici soprattutto se sotto pressioni esterne, sia di tipo (falsamente) pubblicitario che spudoratamente intimo. Il corpo non deve essere violato da estranei per gioco, per scommessa o per altri motivi che non siano riferiti a passione, amore e/o attrazione fisica.
Il nostro corpo non è un giocattolo, non è un involucro inerte, esterno al nostro IO, alla nostra psiche. Il nostro corpo è il motore della nostra anima, del nostro spirito, delle nostre emozioni, delle nostre debolezze e delle nostre forze. Il nostro corpo non è scindibile dal nostro intimo. Il nostro corpo non è una merce. Lo è stato per gli schiavi d’America. Appunto, per gli schiavi e per le schiave di quel periodo. Non per le ragazze e le giovani donne di oggi.
Quindi, ai genitori consiglio di parlare a lungo con le proprie figlie e con i propri figli per far capire loro di quale miracolo siano portatori e, soprattutto, CUSTODI. Ai genitori ripeto: non lasciate soli i vostri figli con un cellulare che può essere veicolo di messaggi maliziosi e/o pericolosi. Condividete più tempo con i vostri figli ed imparate a conoscerli meglio ed a condividere con loro più momenti di gioia familiare e di divertimento (di testa, cuore ed anima).
(foto: licenza pxhere – https://pxhere.com/it/photo/3914)
Beatrice Bardelli, giornalista, vive a Pisa dove si è laureata alla Facoltà di Lettere in Lingua e Letteratura tedesca (indirizzo europeo). Iscritta all’O.d.g. della Toscana dal 1985, ha collaborato con numerose testate tra le quali Il Tirreno, Paese Sera, Il Secolo XIX, La Nazione e L’Unione Sarda. Si è occupata di cultura, spettacoli – teatro e cinema, ambiente, politica, società e salute. Dal 2000 attivamente impegnata nelle lotte dei vari movimenti e comitati a difesa dell’ambiente e della salute, dell’acqua pubblica e contro il nucleare, collabora con la Rete per la Costituzione.