di GORDIANO LUPI – Antonio Padovan è bravo. Abbiamo recuperato il primo lavoro, ambientato nel trevigiano un titolo strano, un film ottimo.
Antonio Padovan è bravo. Avevamo già visto Il grande passo (2019), interpretato da Fresi e Battiston, un piccolo film sul rapporto tra fratelli che faceva intuire tutte le sue potenzialità. Adesso abbiamo recuperato – grazie a Rai Movie (ma pure Rai Play) – il primo lavoro, che presenta un titolo strano ma è un ottimo prodotto, ambientato nel trevigiano, interpretato da attori veneti e immortalato da una fotografia stupenda dei luoghi di produzione del Valdobbiadene.
Tutto deriva da un romanzo di Fulvio Ervas, uno dei tanti con protagonista l’ispettore Stucky – che a breve diventeranno serie televisiva – e titolo identico, pubblicato nel 2010. Ervas partecipa attivamente alla sceneggiatura e contribuisce alla realizzazione del romanzo per immagini, cosa non scontata, ma positiva, visto il risultato. L’indagine condotta da Stucky (Battiston) si svolge intorno alla morte per suicidio del conte Desiderio Ancillotto (Serbedzija) e altre due uccisioni che si verificano subito dopo, che portano ad approfondire i motivi alla base di quel che sta accadendo. Non è il caso di aggiungere altro sulla trama, perché il film è un giallo ricco di colpi di scena e con un finale a sorpresa che lo spettatore deve apprezzare per suo conto, senza spoiler di sorta.
Opera prima che ha un discreto successo con distribuzione internazionale e alcuni premi vinti, direi con merito, soprattutto per la qualità della regia, la cura per i particolari, la sceneggiatura oliata a dovere (Ervas, Padovan, Pettenello), la fotografia luminosa (Moschin) e la colonna sonora suadente (Teardo). Il montaggio di Cottignola è compassato, segue i ritmi del cinema d’autore più che della fiction televisiva, ma alla fine paga perché il risultato è una tensione palpabile, momento dopo momento, fino alla scoperta del colpevole. Giuseppe Battiston è bravissimo nel ruolo dell’ispettore Stucky, macerato dal dolore per la morte del padre caduto vittima di un infortunio sul lavoro, che vive con lo zio (Karimi) e forse si innamora della bella ereditiera (Solari). Silvia D’Amico è un altra bella presenza nei panni della escort romantica che tiene compagnia al conte Desiderio ma non si fa pagare perché innamorata di lui.
Teco Celio è fantastico come matto del paese che cura le tombe e parla con i morti, pare sapere tutto di quel che è accaduto ma finisce per accusare se stesso. Roberto Citran è un flemmatico commissario trevigiano, bonario superiore di Stucky, che supera gli immancabili stereotipi grazie a una recitazione misurata. Lo scrittore Vitaliano Trevisan – tragicamente scomparso nel 2022 – recita un breve cameo come proprietario di un poligono di tiro. Tema importante della pellicola è mettere all’indice le industrie che inquinano in modo selvaggio territori incontaminati mascherando attività illecite. Un film da vedere, in attesa della serie televisiva che – visti i personaggi così ben scritti – si presenta interessante. Lo trovate su Rai Play.
Regia: Antonio Padovan. Soggetto: Fulvio Ervas (romanzo omonimo del 2010). Sceneggiatura: Fulvio Ervas, Antonio Padovan, Marco Pettenello. Fotografia: Massimo Moschin. Montaggio: Paolo Cottignola. Musiche: Theo Teardo. Scenografia: Massimo Pauletto. Costumi: Andrea Cavalletto. Trucco: Alessandro Zanon, Alessandro Palmerini. Produttori: Nicola Fedrigoni, Valentina Zanella. Casa di Produzione: K+. Distribuzione (Italia): Parthenos. Genere: Giallo, Commedia. Durata: 101. Paese di Produzione: Italia, 2017. Interpreti: Giuseppe Battiston (Stucky), Teco Celio (Isacco Pitusso), Liz Solari (Celinda Salvatierra), Roberto Citran (Sergio Leonardi), Silvia D’Amico (Francesca Beltrame), Babak Karimi (zio Cyrus), Gisella Burinato (Adele Toniut), Rade Serbedzija (Desiderio Ancillotto), Mirko Artuso (Oste Secondo), Paolo Cioni (Landrulli), Diego Pagotto (Guerra), Nicoletta Maragno (cameriera), Vitaliano Trevisan (proprietario poligono di tiro), Vasco Mirandola (dottor Sartori), Andrea Appi (Tranquillo Speggiorin), Giovanni Betto (Belendi), Sandro Buzzati (gran maestro), Gabriele Tabacco (Alvise), Maura Fundone (moglie di Speggiorin), Antonio Scarpa (boss kosovaro).
Gordiano Lupi (Piombino, 1960) è il Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Traduttore di autori cubani tra i quali Alejandro Torreguitart Ruiz, ha pubblicato numerosi libri su Cuba. Nella sua ampia saggistica sul cinema ha scritto su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, sulla storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa.