di GORDIANO LUPI – Un’avventura che spazia dall’età della pietra al ventunesimo secolo, Tom Hanks, Robin Wright, Paul Bettany, Kelly Reilly.
Here in italiano significa Qui, ed è proprio qui che si svolge il film, un un’unità di spazio e luogo ben determinata, in modo atemporale, anzi, proprio sfruttando i salti temporali per vedere che cosa è accaduto in un determinato luogo nelle diverse epoche della vita.
Il soggetto proviene da un romanzo grafico del 2014, scritto e disegnato da Richard McGuire, sceneggiato per il cinema dal regista con la collaborazione di Eric Roth.
Il racconto non è lineare, si va dall’età della pietra alle glaciazioni, passando per la guerre d’indipendenza americana e per le cerimonie indiane, fino al ventunesimo secolo e al racconto di una storia familiare.
Il montaggio è alternato, non consequenziale, in ogni caso mai confuso, a base di singolari dissolvenze e di uno schermo diviso in rettangoli che si scompongono per narrare storie diverse, il tutto ripreso da una macchina fissa, come se quel determinato luogo fosse un palcoscenico.
Il film ha un taglio teatrale, la macchina da presa resta ferma ad attendere l’attore che sta per entrare in scena, la storia che funge da filo conduttore segue l’esistenza della famiglia Young con tutti gli accadimenti della vita, piacevoli e spiacevoli, amori e separazioni, figli che nascono e che si sposano, carriere interrotte, morti improvvise, malattie.
Ma non è la famiglia Young la vera protagonista del film, perché la macchina da presa non si sposta mai da un angolo di territorio preso come pretesto per analizzare lo scorrere del tempo con tutte le sue incredibili emozioni. In quel luogo dove adesso c’è una casa, per la precisione il salotto di una villetta, un tempo ci sono stati i dinosauri, gli indiani, le glaciazioni, gli indipendentisti americani in guerra contro gli inglesi…
Il cast è eccellente, attori come Tom Hanks (Richard Young), Robin Wright (Margaret Young), Paul Bettany (Al Young) e Kelly Reilly (Rose Young) hanno dovuto subire un ringiovanimento digitale per adattare i volti allo scorrere del tempo.
Il film non piace alla critica, ma anche il pubblico non lo premia perché gli incassi sono appena la terza parte del budget impiegato. Il consiglio è di vedere Here senza lasciarsi condizionare dai giudizi, perché l’alternarsi dei molti spaccati di vita che si intersecano compongono una storia commovente e sincera, girata in modo molto originale e con intuizioni cinematografiche geniali.
Regia: Robert Zemeckis. Soggetto: Here graphic-novel di Richard McGuire. Sceneggiatura: Robert Zemneckis, Eric Roth. Fotografia: Don Burgess. Montaggio: Jesse Goldsmith. Musiche: Alan Silvestri. Produttori: Robert Zemeckis, Jack Rapke, Derek Hogue, Bill Block. Case di Produzione: Miramax, ImageMovers, Playtone. Distribuzione (Italia): Eagles Pictures. Genere: Drammatico. Durata: 104’. Interpreti: Tom Hanks (Richard Young), Robin Wright (Margaret Young), Paul Bettany (Al Young) e Kelly Reilly (Rose Young), Michelle Dockery (Pauline Harter), Gwilym Lee (John Harter).


Gordiano Lupi (Piombino, 1960) è il Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Traduttore di autori cubani tra i quali Alejandro Torreguitart Ruiz, ha pubblicato numerosi libri su Cuba. Nella sua ampia saggistica sul cinema ha scritto su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, sulla storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa.