Cinema Tips. FIRST MAN – IL PRIMO UOMO.

Siamo ormai giunti a fine Luglio e siamo qui con un altro appuntamento con “Cinema Tips”, la rubrica che prende un film a settimana e cerca di effettuare una riflessione sullo stesso per fare in modo che i lettori siano stimolati alla visione. In questo periodo siamo un po’ fuori asse con le uscite per via di una serie di fattori, ma al più presto torneremo nei nostri ranghi. Questa settimana, una pellicola uscita da pochi mesi che parla di un uomo che ha fatto la storia dell’umanità: Neil Armstrong. Da poco è stato celebrato il 50° anniversario dello sbarco sulla Luna, avvenuto nel 1969. Il film è: “First Man – Il primo uomo”.

Alla guida registica di questo lavoro c’è Damien Chazelle, già citato settimana scorsa come uno degli sceneggiatori di “10 Cloverfield Lane”, che in questo lungometraggio cerca di replicare il successo alla regia di “La La Land” con un biopic su Neil Armstrong e della sua preparazione per raggiungere la Luna. Il film cerca di scavare a fondo ciò che è stato il personaggio di Armstrong nella sua vita privata e di come abbia cercato di equilibrare quest’ultima con la sua vita professionale, sempre molto pericolosa, tant’è che molti suoi colleghi divenuti amici subiscono tanti incidenti durante i collaudi e i funerali sono all’ordine del giorno.

Il regista tocca una corda molto sensibile di questo personaggio, ossia quell’amore incondizionato per sua figlia Karen che, morendo da piccola per un tumore, diventa il suo angelo custode. Infatti, nonostante una moglie e due figli maschi, con quest’ultimi non viene mai fuori quel forte legame che l’astronauta aveva con la figlia, tanto da buttarsi a capofitto nel lavoro per raggiungere l’obiettivo che la NASA aveva per superare gli avversari sovietici nella corsa allo spazio, ossia sbarcare sulla Luna. Un percorso fatto di grossi sacrifici, fatica, preparazione. Tutto questo per scrivere una pagina importante della storia umana, ma con tanti rovesci della medaglia. Chazelle ci mostra, infatti, anche un Paese, gli Stati Uniti di fine anni ’60, con una società molto problematica, sia a livello del rapporto marito-moglie, sia tra gli uomini di pelle bianca e quelli di pelle nera, dove quest’ultimi sono costretti a una vita fatta di povertà: mentre quest’ultimi non hanno i soldi nemmeno per pagarsi le cure, gli “Uomini Bianchi” vanno sulla Luna. Il tutto, però, non finisce, qui, perché c’è anche la questione intima di Armstrong come uomo, che per raggiungere tale obiettivo mette praticamente da parte la famiglia, indubbiamente soffrendone, però ci insegna che la Storia ha un prezzo molto salato. Il valore della famiglia è indiscutibile e gli uomini che hanno fatto la storia, come lo stesso Armstrong, lo sanno. La contrapposizione tra intimità e vita pubblica, molto spesso, condiziona la nostra esistenza. E forse è il dubbio amletico che accompagna l’uomo moderno.

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