Questa settimana parliamo di un film mai uscito nelle sale cinematografiche italiane. Una volta che avrete terminato di leggere l’articolo capirete molte cose, tra le quali il fatto che il pubblico italiano non sia meritevole, secondo i distributori, di assistere a una visione così forte. Secondo loro è meglio la spazzatura che dello sperimentalismo cinematografico. Ma andiamo al film.
Girato nel 2001, con protagonisti due amici, interpretati da Matt Damon e Casey Affleck, che sono anche co-autori insieme al regista Gus Van Sant della sceneggiatura, la trama è facilmente sintetizzabile nel fatto che questi si perdono nel deserto e nel ricercare la strada da cui sono partiti finiscono per affrontare un’avventura che li spingerà al limite delle sensazioni umane, sfociando nell’istinto di sopravvivenza.
A livello estetico ci sono scelte che spingono lo spettatore a percepire in maniera mistica la situazione in cui si ritrovano i personaggi: la dilatazione temporale e l’assordante silenzio che si estendono per quasi tutta la durata della pellicola ci fa sprofondare letteralmente in quel contesto di morte da cui non sembra esserci via d’uscita. E fino a quando la razionalità e la forza fisica tiene in piedi i due uomini, anche noi siamo coinvolti, anche per merito di scelte registiche che ci fanno percepire la nostra presenza in quel deserto, nell’assurda progettazione di capire dove ci si trovi e di come ritrovare la strada di casa. Tuttavia, ogni tentativo diventa vano, quasi come se la morte si stia impradonendo di noi lentamente per via di un’agonia eterna. Arrivati allo stremo delle nostre possibilità umane, ecco l’aspetto decisamente più interessante di questo capolavoro visivo. Avviene una frattura che trasforma l’essere umano nel più feroce degli animali, ma non in maniera negativa, in quanto esplode il suo più profondo istinto, quello di sopravvivenza, che culmina con la sopraffazione del più debole.
Ci sarebbe ancora da scrivere tantissimo su questo film, ma io chiudo qui. Lascio a voi la facoltà di inserire questo film tra le vostre visioni che, mi auguro, potranno lasciare un graffio nel vostro cuore.
Lorenzo Simonini è nato a Viareggio nel 1988. Iscritto al corso di laurea in Cinema e Produzione Multimediale alla Sapienza di Roma, si laurea a pieni voti nel 2014 all’Università di Pisa con una tesi di ricerca sul cineasta amatoriale Costantino Ceccarelli (sul quale pubblica un saggio nel 2015). Ha scritto e diretto cortometraggi e videoclip.