Cinema Tips. L’UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI.

Eccoci entrati a Settembre, primo appuntamento con la nostra rubrica per questo mese. Ci stiamo lasciando alle spalle un’estate molto difficile per l’ecosistema del nostro pianeta. In molte zone cruciali del mondo, infatti, gli incendi hanno distrutto tantissime foreste e tutt’ora la situazione non sembra essere migliorata. Dato che il futuro sembra essere molto incerto, ho deciso questa settimana di scrivere di un cortometraggio d’animazione che potremmo considerare estremamente didattico e che consiglio vivamente di far proiettare a scuola. Sto parlando del cortometraggio dal titolo “L’uomo che piantava gli alberi”.

Il film, una produzione del Canada in lingua francese, prodotto e diretto da Frédérick Back, è una trasposizione del racconto di Jean Giono. Premio Oscar per il Miglior Cortometraggio d’Animazione nel 1988, ha una trama molto semplice, legata al racconto del protagonista il quale, durante un’escursione sulle montagne in una zona abbandonata, incontra Elzéard Bouffier che gli dà riparo per la notte. L’incontro è talmente ricco di magia che il nostro protagonista decide, ogni anno, di tornare da quel pastore, ritiratosi a vita privata e solitaria, che nel frattempo ripopola quella zona resa arida dai precedenti abitanti di meravigliosi alberi. Alla sua morte, la natura torna a splendere in quelle aree, rendendo quelle montagne piene di felicità.

La storia è ambientata nella prima metà del ‘900, epoca in cui la mano distruttrice dell’uomo già si faceva sentire, anche se tramite altri mezzi. Le guerre mondiali e tutte le pesanti situazioni politiche non giovarono alle società e, di riflesso, alla Terra. Adesso, nel 2019, la distruzione di boschi, foreste e tutto ciò che è legato alla Natura per far spazio all’insaziabile fame dell’uomo di arricchirsi di denaro e potere sembra essere arrivata a un’apice ancor più elevato, senza pensare minimamente alle future generazioni. La Terra è di tutti, merita un rispetto ancestrale che ormai ci siamo dimenticati da tempo e la sensazione è che essa ben presto decida di far esplodere qualche brutale cataclisma. Perciò, sono qui che, mentre penso, mi domando: perché siamo arrivati a questo punto? Perché stiamo soltanto adesso, forse, cercando frettolosamente di sistemare le cose, quando è da anni che il problema c’è ma che nessuno fa veramente niente di concreto? Mi sono risposto dicendo che l’uomo, troppo spesso, ha molta paura di ciò che vede ma poca di ciò che non vede. Gli effetti sulla Natura anni fa non si vedevano ancora, mentre adesso si iniziano a vedere. Basti pensare ai cambiamenti climatici, al surriscaldamento, alle morie degli animali che molta gente ritiene ancora priva di provare dolore o sentimenti. Questo fatto che soltanto l’uomo sa provare emozioni e soffrire ha praticamente distrutto il nostro ecosistema. Non so se ci sarà un punto di ritorno o una possibilità di dare una svolta a questa situazione, ma nel mio piccolo mi sto impegnando per farlo. Chissà se un giorno arriverà qualche pastore dal cuore verde che ripianterà gli alberi bruciati in Siberia, Amazzonia, Africa e in tante altre parti del mondo. E voi, state facendo qualcosa per salvare l’ecosistema della Terra? Mi auguro di Sì.