Questa settimana diamo spazio a un film leggendario e lo facciamo per commemorare una figura che è stata estremamente importante per il cinema italiano e internazionale. Stiamo parlando di Sergio Leone, il quale lo scorso 30 Aprile è stato enormemente ricordato per i 30 anni dalla sua morte, avvenuta a Roma nel 1989.
Ritengo sia superfluo cincischiare sulla trama di questo caposaldo del genere spaghetti-western, che merita almeno una visione non soltanto per i cinefili, ma da qualsiasi categoria di pubblico. Molto più interessanti possono essere le leggende e gli aneddoti che girano intorno a questo lungometraggio, a cominciare dallo scontro che ci fu nei confronti del regista giapponese Akira Kurosawa. “Per un pugno di dollari”, infatti, viene considerato il remake del film “La sfida del samurai”, ma c’è stata una vera e propria causa da parte di Kurosawa nei confronti della produzione del film di Leone accusandola di plagio. Il giapponese vinse la causa e ottenne un grosso risarcimento.
Al film di Leone partecipa una coppia di attori rimasti nell’immaginario collettivo: Gian Maria Volonté che interpreta Ramòn Rojo, ma soprattutto Clint Eastwood nei panni di Joe. La sua fisicità e il suo sguardo sono rimasti leggendari, grazie a quell’espressione dura e ruvida priva di espressività che, tuttavia, riesce a “forare lo schermo” in maniera esemplare.
A livello di tematiche non ci sono grandi argomenti su cui tergiversare, anche se qualcosa merita di essere sottolineato: stiamo parlando di una pellicola in fin dei conti d’avventura che ha avuto modo giustamente di riscuotere un successo strepitoso e meritato, anche perché non ha voluto farsi carico di impegnare il proprio pubblico. È un film che si guarda con piacere e anche divertimento, breve e con una regia preziosa che, difatti, ha fatto intravedere chi sarebbe diventato Sergio Leone o, in questo caso, Bob Robertson. Già, perché molti membri della troupe e dello staff assunsero nomi “americaneggianti”, visto che si trattava di un lavoro che aveva come obiettivo quello di sbarcare negli Stati Uniti. E qui abbiamo citato un’altra chicca.
Insomma, desideriamo omaggiare Sergio Leone e il suo cinema con questa pagina, ma soprattutto lo facciamo invitando tutti coloro che ci leggeranno a guardare i suoi film, tra i quali spiccano “Il buono, il brutto, il cattivo”, “Giù la testa”, “C’era una volta il West” e “C’era una volta in America”. Ogni parola è superflua di fronte ai film realizzati da questo regista italiano. Ne dobbiamo andare veramente fieri.
Lorenzo Simonini è nato a Viareggio nel 1988. Iscritto al corso di laurea in Cinema e Produzione Multimediale alla Sapienza di Roma, si laurea a pieni voti nel 2014 all’Università di Pisa con una tesi di ricerca sul cineasta amatoriale Costantino Ceccarelli (sul quale pubblica un saggio nel 2015). Ha scritto e diretto cortometraggi e videoclip.