Nuovo appuntamento con la nostra rubrica “Cinema Tips” che non va in ferie nemmeno ad Agosto. Anzi, quest’oggi colgo questo spazio per poter parlare di un argomento veramente importante e di grande attualità, vista la drammatica situazione ambientale che sta vivendo la nostra unica Terra e che sta trascinando l’umanità a una situazione estremamente grave. Le foreste in Siberia bruciano, le temperature in Groenlandia sono assolutamente fuori controllo e ce ne sarebbero molte altre di situazioni. Nel mio piccolo voglio esprimermi parlando oggi di un film d’animazione giapponese della Studio Ghibli e del maestro Hayao Miyazaki dal titolo “Princess Mononoke”, lungometraggio che tratta in forma narrativa un tema delicato come quello ecologico.
Il film esce in Giappone nel 1997 e riscuote nelle sale un successo straordinario, tanto che per molti mesi rimane in testa alle classifiche degli incassi nel Paese asiatico. In Italia arriva soltanto nel 2000 e poi riproposto nel 2014 con un nuovo doppiaggio.
Non c’è da meravigliarsi se in Occidente questo film d’animazione è rimasto alquanto celato, in quanto la nostra cultura ha un concetto di animazione molto diversa da quella dell’Oriente. Da noi il mercato d’animazione e, in modo particolare, il mondo Disney ha costruito un’idea di animazione molto diversa. In Oriente, infatti, l’animazione viene concepita come una grande possibilità per trattare con straordinaria fantasia, densità di colori e di trama argomenti tanto violenti quanto delicati. Insomma, un concetto ben lontano dall’essere proposto a un pubblico di bambini, piuttosto si rivolge a un pubblico di adulti specificatamente interessati.
Eviterò di citare la trama di questo “Princess Mononoke”, molto complessa e ricca d’avventura. Tuttavia non posso non fare un appunto su alcuni particolari temi qui trattati, in primis lo scontro tra l’umanità e la natura, tra come la prima abbia sempre desiderio di conquistare e di adattare al proprio modo di fare la natura, che invece andrebbe sempre e soltanto ringraziata per averci donato la vita fino a oggi, e la seconda che, in questo film, arriva a un punto di non tollerare più le cattiverie dell’uomo e decidere di combatterlo.
Uno scontro che ritengo essere oggigiorno arrivato a una svolta, vedendo come in questa folle estate l’uomo sia prossimo a strozzare se stesso con le sue stesse mani, perché poi potrebbe arrivare quel giorno in cui la natura potrebbe implodere e allora chissà come ci metteremo in salvo. E non è il caso di farne una questione razziale o di altre frivolezze: la Terra su cui poggiamo i piedi, su cui abbiamo costruito i nostri affetti e i nostri ricordi, è la stessa per tutti, che voi siate Cinesi, Europei, Americani o Australiani. Le conseguenze di questa distruzione coinvolgeranno tutti, nessuno escluso. Per cui, penso sia il momento di pensare meno al soldo e più alla nostra vita. Diamoci da fare. E grazie a quel cinema che ogni giorno cerca di insegnarcelo.
Lorenzo Simonini è nato a Viareggio nel 1988. Iscritto al corso di laurea in Cinema e Produzione Multimediale alla Sapienza di Roma, si laurea a pieni voti nel 2014 all’Università di Pisa con una tesi di ricerca sul cineasta amatoriale Costantino Ceccarelli (sul quale pubblica un saggio nel 2015). Ha scritto e diretto cortometraggi e videoclip.