Questa settimana sulle pagine della nostra rubrica diamo spazio a un biopic, quella del matematico Alan Turing, che possiamo considerare il padre ideatore degli attuali computer, interpretato intensamente da Benedict Cumberbatch.
La vicenda si concentra soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale e su un gruppo di intellettuali impegnati a decifrare Enigma, la macchina segreta dei messaggi nazisti. È un’epoca in cui la scienza, a livello professionale, era rappresentata esclusivamente da uomini e non è un caso che sia, invece, la genialità femminile a sbloccare le situazioni più cruciali del film. Queste donne non avevano, purtroppo, la possibilità di lavorare in un equipe che avesse un ruolo scientifico di primaria importanza, perciò erano incaricate di lavori di segreteria. Il film, invece, ci dimostra come la sensibilità femminile, unita alla genialità e a una capacità d’intuizione unica nelle donne, riesca ad illuminare le fervide menti maschili della scienza. La storia, addirittura, ci fa sognare in grande perché è vero che il nostro Turing, carattere schivo, solitario, per non dire antipatico, ma non per causa sua, quanto per un duro confronto con un mondo esterno ritenuto privo di gioia, riesce a metter su una soluzione vincente, ma il supporto femminile, sottolineato dall’aver saputo individuare quei dettagli così sottili da divenire fondamentali, è la luce che illumina la direzione da seguire.
E questo non succede soltanto per meriti scientifici, ma anche emotivi, perché il protagonista si ritrova a combattere un conflitto personale contro la politica conservatrice dell’epoca che praticamente gli nega di vivere la sua sessualità come qualsiasi persona al mondo meriterebbe, ma una donna gli resta vicino, anche se nel concreto non può fare nulla. Il film, dunque, non racconta solo della strabiliante genialità di uno scienziato che ha rivoluzionato la nostra quotidianità, ma anche della emozionante importanza che le donne hanno nella vita di tutti.
Questo film, ripreso dalla biografia postuma su Turing uscita nel 1983, ha fatto in modo che il grande pubblico cinematografico avesse l’opportunità di conoscere un uomo che ha cambiato le nostre esistenze e una realtà fatta da una società che se ne frega dei meriti e ti costringe a castrarti solo perché hai una sessualità differente da quella considerata “normale” per coloro che credono di pensare e di decidere. Adesso che siamo entrati nel 2019, non so se molte di queste cose sono cambiate. Evviva, dunque, il cinema, quando ci racconta storie così importanti, che ci sanno insegnare.
Lorenzo Simonini è nato a Viareggio nel 1988. Iscritto al corso di laurea in Cinema e Produzione Multimediale alla Sapienza di Roma, si laurea a pieni voti nel 2014 all’Università di Pisa con una tesi di ricerca sul cineasta amatoriale Costantino Ceccarelli (sul quale pubblica un saggio nel 2015). Ha scritto e diretto cortometraggi e videoclip.