Palma d’Oro per il Miglior Film al 64° Festival di Cannes, scritto e diretto da Terrence Malick, vede come attori principali Brad Pitt, Sean Penn e Jessica Chastain
Eccoci giunti a un nuovo appuntamento di “Cinema Tips”, la rubrica dedicata al Cinema. È una giornata particolare e difficile per l’Italia in quanto ci siamo svegliati con una serie di divieti imposti dal nostro Governo a causa dell’emergenza Coronavirus che sta tenendo praticamente tutti in casa. Perciò ritengo sia importante cogliere questa occasione per riscoprire una serie di valori che magari, nel corso della nostra vita, presi dalla frenesia e dal desiderio di accumulare e di ottenere successo professionale, abbiamo un po’ tralasciato: i figli, la famiglia, le mura e le faccende domestiche, la possibilità di riprendere in mano progetti magari messi in un cassetto da tempo. Ecco, io cercherò di riscoprire tutto questo, senza badare alle conseguenze economiche, perché per questo mi auguro ci possa essere modo di recuperare. Ma intanto che in questi giorni siamo praticamente fermi in casa, ritengo sia importante riscoprire film da poter utilizzare come forma di meditazione e ritrovare una pace interiore che la società contemporanea, vedendo le immagini che circolano della gente in preda quasi al panico, sembra aver perso. E il film che ho scelto per iniziare questo periodo è “The Tree of Life”.
Film che ha atteso quasi due anni per uscire (era previsto per Dicembre 2009 ed è uscito a Maggio 2011), ha ottenuto la Palma d’Oro per il Miglior Film al 64° Festival di Cannes. Scritto e diretto da Terrence Malick, vede come attori principali Brad Pitt, Sean Penn e Jessica Chastain, oltre alla nota tecnica di merito per la fotografia a Emmanuel Lubezki. Tornando ora all’introduzione nella quale ho voluto mettere il punto sul discorso meditativo, è bene spiegare che appunto questo lungometraggio non è una visione convenzionale.
Non è sufficiente, per questo caso, limitarci a guardare la superficie, ossia la trama, ma è necessario, se non obbligatorio, immergerci nella filosofia concettuale del film. La famiglia, che cerca di seguire i modelli imposti dalla società occidentale tradizionale nella quale il padre è l’educatore severo e la madre è l’amorosa dolcezza, diventa qui importante argomento di riflessione per evidenziare come nei tempi moderni questa struttura abbia bisogno di una ricostruzione. L’uomo può essere tranquillamente il padre affettuoso e comprensivo che ogni figlio potrebbe volere e allo stesso tempo prendere la propria madre come modello di riferimento professionale. D’altronde, le donne contemporanee sono capaci di dimostrarci quanto siano realmente forti e di quanta forza siano dotate per sostenere tutti gli impegni. Anche l’uomo dovrebbe fare lo stesso e trovare un perfetto equilibrio per far ripartire la nostra società e per ritrovare quei valori che possono soltanto arricchire la nostra quotidianità e farci vivere con molto meno egoismo. Insomma, sarebbe una nuova rinascita della vicenda umana in grado poi di far ripartire tutto il sistema sociale in maniera più virtuosa.
A livello cinematografico le immagini stesse sono capaci di portarci in un’atmosfera affascinante e struggente, grazie a una qualità e attenzione al dettaglio fotografico in grado di donarci una suggestione emotiva di grande impatto.
Un cinema molto raro da trovare, per niente facile da capire e quindi comprendo le molte critiche ricevute, ma di sicuro a mio avviso di straordinario carisma. Non a caso, Terrence Malick a Hollywood è considerato una vera e propria Leggenda. Mi spiace aver dovuto sintetizzare le tematiche di questo film in queste poche righe, dato che forse nemmeno un libro sarebbe capace di raccontarci tutto. È qui che, di norma, sta la forza di un film: se a ogni visione ci comunica, sia come messaggio che come emotività, sempre qualcosa di nuovo, sempre un dettaglio diverso che rinnova la sua lettura, allora significa che è stato lasciato un segno importante nella storia del cinema.
Lorenzo Simonini è nato a Viareggio nel 1988. Iscritto al corso di laurea in Cinema e Produzione Multimediale alla Sapienza di Roma, si laurea a pieni voti nel 2014 all’Università di Pisa con una tesi di ricerca sul cineasta amatoriale Costantino Ceccarelli (sul quale pubblica un saggio nel 2015). Ha scritto e diretto cortometraggi e videoclip.