Frances McDormand è l’interprete vincitrice dell’ultimo Oscar come Miglior Attrice Protagonista ottenuto grazie a questa pellicola che si pone come principale obiettivo quello di scavare nel profondo delle pieghe più oscure di una società dominata, purtroppo, da violenza e superficialità.
Un premio ottenuto, dunque, in un film che desidera trattare tematiche profondamente quotidiane. Ci troviamo, infatti, in una cittadina nel cuore degli Stati Uniti, una zona molto lontana dallo stile di vita prettamente scintillante del sogno americano esportato all’estero, tipico delle zone di costiera. Geograficamente parlando, la periferia degli Stati Uniti di quelle campagne nasconde gli aspetti negativi di questo enorme Paese e gli stessi abitanti sono estremamente coinvolti in questo modo di pensare, di agire, di vivere.
Diventa, purtroppo, comune assistere a situazioni fragili e, al contempo, bigotte, che drammaticamente vengono raccontate in questo lungometraggio. Ogni ruga sul viso della madre protagonista racconta di quanta sofferenza si porta nel cuore e stanca degli atteggiamenti superficiali della Polizia sull’indagine dell’omicidio-stupro della figlia, argomento delicatissimo e direi molto attuale sul tema della violenza di genere, decide di agire in prima persona, senza pensare alle conseguenze. La Polizia mostra i suoi lati più oscuri di uomini allo sbando, abusando del loro potere, tematica anche questa sempre attuale. Su quest’ultimo caso, però, viene illuminato anche l’aspetto più fragile di questi uomini che, essendo tali, sono fatti di carne ed emozioni.
Una spirale, dunque, che trasuda tutte le difficoltà che emergono in un contesto sociale completamente allo sbando, dove ognuno cerca di conquistare il proprio spazio all’interno di una comunità dominata da persone il cui egocentrismo fa da sfondo a tutto. Quel mare di cui si compone l’essere umano fatto da razionalità ed emozionalità si trasforma in un devastante tsunami che raggiunge il suo apice in una conclusione interpretativa, ma con una chiave di lettura facilmente scopribile sin dall’inizio.
È proprio vero che, sfogliando bene i fotogrammi di un film, così come le pagine di un libro, probabilmente non si inventa mai niente di così nuovo. Oggigiorno, così come nei tempi antichi, niente è cambiato. Le pulsioni dominano, nel bene e, purtroppo, anche nel male, i pensieri e l’agire dell’umanità.
Lorenzo Simonini è nato a Viareggio nel 1988. Iscritto al corso di laurea in Cinema e Produzione Multimediale alla Sapienza di Roma, si laurea a pieni voti nel 2014 all’Università di Pisa con una tesi di ricerca sul cineasta amatoriale Costantino Ceccarelli (sul quale pubblica un saggio nel 2015). Ha scritto e diretto cortometraggi e videoclip.