Alberto Stefano Giovannetti, sindaco di Pietrasanta

Com’è possibile investire i fondi europei senza i Comuni?

di ALDO BELLI – In dicembre il sindaco di Pietrasanta rivolse un invito al Presidente delle Repubblica e alle massime autorità dello Stato.

In una cartella di Esplora Risorse tengo le notizie che via via mi segno a memoria, talvolta con una breve nota, che considero meritevoli di riprenderle a tempo debito. Un file contiene la dichiarazione del sindaco di Pietrasanta, Alberto Stefano Giovannetti, del 14 dicembre scorso.
Diceva, in sostanza, il sindaco Giovannetti: sono in arrivo una quantità enorme di fondi dall’Europa si tratta di un’occasione unica e irripetibile, bisogna coinvolgere i Comuni: “Progetti per cui oggi i comuni, soprattutto i piccoli comuni, non hanno risorse sufficienti e che richiedono tempi di realizzo lunghissimi”. Giovannetti scrisse una lettera al Presidente della Repubblica, e al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ai presidenti di Senato e Camera, al ministro dell’Economia, al presidente della Regione Toscana e all’Anci. Non so se gli abbiano mai riposto, non mi sono peritato di chiederlo: primo, perché in Italia è prassi di qualsiasi Autorità Pubblica non rispondere mai; e secondo, perché in Italia anche quando si risponde lo si fa con lo stesso tono degli auguri di Natale.
Un Paese civile (ed uso questo termine perché si deve avere coraggio ad usare la prima grande differenza tra un popolo evoluto e un popolo arretrato) avrebbe impiegato questi dodici mesi di pandemia per organizzare la contromisure, contestualmente alla difesa sanitaria: vale a dire, censire i fabbisogni strutturali chiedendo ad ogni Regione di raccogliere le istanze deboli da parte di sindaci, chiedere ai sindaci di fare una mappa delle carenze negli edifici scolastici, predisporre piani urbanistici utili agli investimenti per creare posti di lavoro, e così via. Insomma, stiamo correndo contro il tempo per la nostra sopravvivenza economica e dunque non c’è tempo da perdere, cos’ che quando inizino ad arrivare i fondi europei l’Italia è pronta per aprire i cantieri.
Invece, no. E l’esempio più eloquente e disarmante l’abbiamo constatato a settembre con la riapertura delle scuole. Ma il ministro Azzolina pensava ai banchi con le rotelle. Mi correggo: l’Azzolina uscita da Marte avrà anche pensato alle rotelle cinesi, tuttavia non mi pare che nessuno del popolo si sia presentato a Montecitorio prendendo per l’orecchio Conte, che pure è un uomo intelligente, sventolando un titolo a nove colonne di Repubblica o de Il Corriere della Sera – come sarebbe accaduto in altri tempi – con scritto: Azzolina a casa e subito.
Come si possano spendere proficuamente i fondi europei senza coinvolgere i sindaci a me pare il preludio del fallimento, e del probabile ennesimo arricchimento dei soliti noti: sempre che qualcuno non pensi veramente che il futuro dell’Italia sia il ponte sullo Stretto di Messina, anziché i progetti dei quali parlava il sindaco Giovannetti: ovvero il fabbisogno diffuso dell’Italia composto in gran parte da piccoli comuni, dai sindaci che rimangono gli unici, a quanto pare, ad avere il polso del Paese.