di ANDREA APPETITO – Perché non immaginare la vita a partire dai boschi dove il desiderio è più forte della paura?
Ormai non corro più su una pista e neppure sull’asfalto. Preferisco i sentieri e spesso li abbandono per correre sui rami secchi sulle foglie cadute tra le felci. In questi giorni le violette fioriscono nel sottobosco e il loro candore timido è una brezza colorata per gli occhi. Ho l’impressione che correre lontano dai sentieri mi liberi finalmente dall’ossessione del tempo. Qui correre diventa vagare e che cos’è la solitudine? I passi di corsa sui sentieri abbandonati non sono quelli di un solitario ma l’incedere di un devoto che corre ad abbracciare la sera. Questo tempo di passaggio è foriero di malinconie per chi rimpiange le lunghe giornate ma per chi ama i crepuscoli è un lago di sensazioni autunnali. Ribolle la casa sconfinata dei profumi: la resa degli alberi sui sentieri, il mosto delle foglie che tinge le dita, la terra colorata di bistro. L’autunno ha a che fare con i confini frastagliati tra il secco e l’umido, la veglia e il sonno, il cielo e la terra. È la stagione del vento che sfugge alle chiese. Corro e mi addentro nel bosco. Che voglia di dimenticare la via del ritorno. Perché non immaginare la vita a partire dai boschi dove il desiderio è più forte della paura?
(foto: licenza pxhere – https://pxhere.com/it/photo/100261)

Andrea Appetitoè nato a Roma nel 1971 e insegna Filosofia e Storia in un liceo dei Castelli Romani. Scrittore con il romanzo “Tomàs” (2017), al quale segue “Vietato calpestare le rovine” (2019). Tra le sue opere “Cluster bomb” (2002), la partecipazione all’antologia di racconti su Roma “Allupa allupa” (2006), il testo teatrale “L’eredità” tradotto in portoghese e messo in scena a Rio de Janeiro (2006); ha realizzato con Christian Carmosino alcuni cortometraggi e il film-documentario “L’ora d’amore” (in concorso al III Festival Internazionale del Film di Roma, 2008), con Gianluca Solla ha scritto il breve saggio “Senza nome” (tradotto in spagnolo e pubblicato nell’edizione collettiva “Il impasse de lo politico, 2011); con Cosimo Calamini e Carmosino è autore della sceneggiatura “Emma e Maria” (finalista del Premio Solinas, 2014); è presente nell’antologia “Sorridi: siamo a Roma” (2016).