Cortona celebra Luca Signorelli, pittore di luce e poesia

di GIOVANNI VILLANI – La mostra “Signorelli 500” al Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona aperta fino all’8 ottobre 2023.

Cortona celebra un suo famoso figlio, Luca Signorelli, pittore di luce e poesia

Già nelle sue “Vite dei più eccellenti pittori…..” (1568) Giorgio Vasari aveva giudicato Luca Signorelli: “quella persona che col fondamento del disegno e delli ignudi particolarmente, e con la grazia della invenzione e disposizione delle istorie, aprì alla maggiore parte delli artifici la via all’ultima perfezzione dell’arte”.

Ora Cortona, nel cinquecentesimo dalla morte del celebre pittore, ne celebra la vita e le opere con una esclusiva mostra, sviluppata anche attraverso percorsi tematici sul territorio tosco-umbro dove Signorelli operò. Tramite accordi e collaborazioni attivati con i Comuni e le Istituzioni interessate, la mostra infatti si integra con gli itinerari che Signorelli seguì a Cortona e nelle località limitrofe, custodi delle sue più importanti testimonianze, rappresentando così un elemento fondamentale di completamento dell’esposizione.

Straordinario innovatore della stagione rinascimentale, Luca Signorelli (Luca d’Egidio di Ventura, il vero nome, 1450-1523) fu una figura per molti versi sfuggente per la critica e il pubblico, eppure fondamentale nel tracciare la strada che sarà seguita poi da Raffaello e Michelangelo, Nell’ottobre 1523, Luca, vecchio e paralitico, concluse i suoi giorni nella terra a cui fu sempre legato, rivestendovi anche numerosi incarichi pubblici, nonostante i numerosi viaggi e la ripetuta lontananza.   

La piena maturazione dell’artista si svolse alla fine degli anni ottanta del Quattrocento, dopo il coinvolgimento negli affreschi delle pareti della Cappella Sistina a Roma, gli incarichi successivi della Pala Vagnucci per il duomo di Perugia e gli affreschi della sacrestia di San Giovanni nella basilica di Loreto. Ể da qui che prende le mosse l’esposizione, a Palazzo Casali sede del Maec-Museo dell’Accademia Etrusca e della città di Cortona, in programma fino all’8 ottobre 2023, con l’obiettivo di ripercorrere la carriera dell’artista, rendendo evidente la forza del suo colorismo, la portata e l’originalità delle sue invenzioni tanto amate dal Vasari, la potenza narrativa delle opere e la capacità di andare oltre i suoi contemporanei, divenendo “un faro per i grandi del Rinascimento”.

Attraverso dipinti provenienti da grandi musei europei e americani, la rassegna cortonese presenta il fascino e l’originalità di Signorelli, la cui arte ha come tratti peculiari il profondo e vivido interesse per l’anatomia, la perfezione della scienza prospettica, la capacità di rappresentare i soggetti con grande realismo.

Ể un’occasione eccezionale per riscoprire la sua opera – spesso dimenticata per alterne fortune critiche – e apprezzarne l’influenza sulla cultura artistica italiana e mondiale. Certamente l’intenzione degli organizzatori era quella di ricordare anche la grande operosità di Signorelli nel territorio, indicando tutte le testimonianze che hanno lasciato una traccia indelebile, in un percorso non solo artistico, ma anche culturale, umano e teologico.

A rendere difficile la visione d’insieme del percorso di Signorelli – 60 anni di carriera e committenti famosi, tra cui i munifici mecenati Pandolfo Petrucci, Lorenzo dei Medici, Papa Sisto IV e Papa Giulio II – è stata soprattutto la dispersione dei lavori dell’artista in tanti luoghi e siti, in Italia ed all’estero, a partire dagli stupefacenti cicli di affreschi che lo hanno reso famoso, ovviamente inamovibili. La mostra si integra con altri itinerari in città, in particolare col Museo Diocesano, la chiese di San Niccolò e San Domenico e in alcune località tosco-umbre limitrofe.

Dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze al Museo Nazionale di Napoli, dalla Fondation Jacquemart – André di Parigi alla National Gallery di Londra, dal Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto o ancora dalla National Gallery of Irerland di Dublino all’High Museum of Art di Atlanta, i dipinti in mostra sono stati selezionati in base all’altissimo livello qualitativo e appaiono rappresentativi di ogni decennio di attività del pittore, a cominciare dalla maturità raggiunta attorno al 1480.

Accanto a numerosi importanti restauri realizzati per l’occasione – altra cifra fondamentale di questo evento, a partire dal tondo “La Madonna e il Bambino con santi” – diverse sono le novità scientifiche che l’esposizione propone, tra cui la ricomposizione della Pala Matelica del 1504-1505 per la chiesa di Sant’Agostino a Matelica, smembrata e dispersa per il mondo a metà del Settecento; quindi la presenza di due preziosi pannelli con la “Nascita e il miracolo di San Nicola”, per la prima volta di ritorno in Italia dagli Stati Uniti; e ancora il ricongiungimento, mai riuscito in epoca moderna, della tavola centrale del Polittico della chiesa di Santa Lucia a Montepulciano, raffigurante la “Madonna e il Bambino in trono” con la relativa predella, composta da tre pannelli in prestito dagli Uffizi di Firenze, in cui Signorelli mostra tutta la sua vena narrativa.

Giunge poi da Dublino, il “Cristo in casa di Simone il fariseo” (1488-1489), uno dei pannelli della famosa pala Bichi realizzata per la chiesa di Sant’Agostino a Siena, che la critica da sempre ha lodato per la superlativa qualità, la ricca gamma di colori, i particolari naturalistici e i panneggi ricchi di figure, ma soprattutto per l’intensa vitalità che anima e pervade tutte le figure della scena. Ma si trovano poi allineati a  Cortona altri capolavori, come l’imponente “Annunciazione” di Volterra, firmata e datata 1491, in cui Signorelli si fa ammirare per la qualità scultorea del suo angelo Gabriele, forte dell’esperienza con Andrea del Verrocchio a Orsanmichele e Francesco di Giorgio Martini a Siena, oppure la grande tela “Annalena” (Crocifisso con Santa Maria Maddalena) in prestito dagli Uffizi, datata dal curatore 1495-6, opera resa dinamica grazie ai diversi piani narrativi, realizzata per il convento della monache domenicane di Firenze e forse commissionata dallo stesso Lorenzo dei Medici, di cui la prima badessa era una stretta confidente; o ancora “Las Madonna con Bambino,  San Giovanni Battista e un pastore” (1493- 95) dal Musée Jacuqemart-André di Parigi, un tondo trasformato in elissi in epoca moderna, grandemente apprezzato anche dal grande critico Bernard Berenson e il cui recente restauro ha fatto riemergere le stelle d’oro sul panneggio della Vergine.