Giancarlo Del Monaco, regista

Del Monaco e la Commedia del Regio firmata Appendino

Il libro-intervista con Giancarlo Del Monaco. Pubblichiamo un estratto sul Teatro Regio di Torino e la nomina del nuovo sovrintendente

Abbiamo annunciato ieri l’uscita dell’eBook “Conversazione con Giancarlo Del Monaco”, la lunga intervista rilasciata al direttore di Toscana Today, pubblicando un estratto della parte riguardante la “Tosca trafugata” al Festival Pucciniano nel 2019. Anticipiamo oggi alcuni passaggi sulla vicenda che ha visto protagonista Del Monaco nella nomina del nuovo sovrintendente del Teatro Regio di Torino: il sindaco Chiara Appendino – presidente del Regio – prima brindò alla sua nomina e poi senza alcuna spiegazione dirottò verso William Graziosi (un anno dopo non rinnovato alla scadenza e poi rimasto indagato nell’Operazione Spartito aperta dalla Procura della Repubblica di Torino)


GIANCARLO DEL MONACO – … Io ero a casa mia, quando venni contattato per chiedermi se fossi stato interessato a diventare sovrintendente del Regio di Torino. Questo accade circa un anno prima delle dimissioni di Vergnano… Io preparo la documentazione da presentare ufficialmente, curriculum professionale eccetera. Vengo invitato dall’assessore alla Cultura Francesca Leon, a casa sua precisamente. Alla cena sono presenti tutti i principali collaboratori della sindaca Chiara Appendino. E’ lì che nasce la decisione di proporre ufficialmente la mia candidatura alla sindaca.

Le cose vanno avanti, si svolgono una serie di incontri, si discute su cosa vogliamo fare, i programmi, le mie idee e così via. Poco prima di Natale, 2017, finalmente incontro l’Appendino: mi invita a cena a casa sua. E’ presente tutto il suo staff interessato al Regio: l’assessore Francesca Leon, Pierluigi Dilengite (nel novembre 2018 sarà nominato consigliere per le Fondazioni lirico-sinfoniche e per l’industria musicale dal ministro Alberto Bonisoli), Massimo Giovara (consigliere comunale del Movimento 5Stelle e presidente della 5° Commissione consiliare Cultura, Istruzione, Sport, Turismo, Tempo Libero, Gioventù), Giovanni Limone (assistente dell’assessore Francesca Leon, già assistente-coordinatore della Segreteria della sindaca Appendino), Roberto Guenno (corista e sindacalista).

Una cena molto familiare

Una cena in clima molto familiare, ricordo. Tu porta la pizza, io porto il vino… Seduto a tavola c’è il marito della sindaca, il bambino, molto carino, che mangia la minestra. La conversazione si estende interamente sul Regio, le prospettive, i problemi, vengo sottoposto ad una fila di domande. Alla fine, la decisione è presa: la sindaca Appendino alza il bicchiere e invita tutti a brindare alla mia nomina a sovrintendente del Teatro Regio di Torino.

A questo punto, c’è un ‘per fortuna’. L’Appendino, infatti, poi mi dirà: Del Monaco, cerchi subito un nuovo direttore musicale importante per il Teatro. Il mio curriculum consente di poter agire su un ampio raggio di possibilità, conoscendo e avendo lavorato con tutti i grandi direttori d’orchestra. Per fortuna, eccoci, un sesto senso mi suggerisce di attendere che la mia nomina sia ufficiale: pensi lei che figura avrei fatto se mi fossi esposto, per come sono poi andate le cose. Mi avrebbero macchiato e nell’ambiente non solo italiano, come un millantatore.

Walter Vergnano, come lei ha riassunto, si dimette da sovrintendente il 18 aprile 2018. Il 2 aprile 2018 l’assessore alla Cultura del Comune di Torino Francesca Leon mi scrive: “Il Consiglio di indirizzo del Regio è il 9 aprile e in quella data annunciamo le dimissioni di Vergnano ma ancora non il tuo nome. Nei prossimi giorni il responsabile dell’ufficio stampa della sindaca chiamerà il tuo ufficio stampa”. Nel frattempo, l’Appendino e la Leon avevano chiesto anche il parere di Ezio Bosso sul mio nome, il quale aveva risposto: non potevate trovarne uno migliore.

Una settimana, dieci giorni, prima del voto in Consiglio di indirizzo del Regio, viene fuori in Comune un’eccezione: la legge Madia impedisce la nomina di Del Monaco a sovrintendente, mi dicono: perché ha più di settant’anni. Considero questa eccezione una svista, è un errore macroscopico, e lo faccio naturalmente presente.

Lei è un libero professionista, non è mai stato un lavoratore dipendente. Dunque, non rientrava tra i destinatari delle incompatibilità previste dalla Legge Madia. Com’è possibile che un Comune di una grande città come Torino, che il sindaco Appendino, possano essere scivolati in un errore tanto macroscopico e altrettanto banale come questo?

A quanto pare, la risposta è stata data dall’assessore alla Cultura Francesca Leon. Cito dal Corriere di Torino del 30 maggio 2020 (il servizio è a firma di Miriam Massone): “Un escamotage per dire no a Del Monaco? Leon non si sbilancia, ma lasciando Palazzo di Giustizia chiarisce”, due punti aperte le virgolette: “Non fu una decisione esclusivamente tecnica. La scelta non spettava a me”.

Quindi, se non fu una decisione tecnica, sulla base di quali criteri il sindaco Appendino prese la sua decisione?

Io da quella cena casalinga prenatalizia, non ho più sentito la sindaca Appendino. E’ ufficiale che non sono stato escluso solo per un motivo tecnico (lo dice la Leon, e considero quel ‘solo’ un suo eccesso di cautela), ed altrettanto ufficiale, se così si può dire, è che non si sa il motivo ‘non tecnico’ della mia esclusione. Francamente, mi pare, ancora oggi, un brutto esempio di gestione della cosa pubblica.