Educazione civica

Educazione civica: l’alba della Repubblica

di Mario Peccatori – Il compito fondamentale dell’educazione civica nell’ordinamento scolastico per formare buoni cittadini consapevoli.

Al termine del secondo conflitto mondiale, la nazione Italiana sconfitta e lacerata socialmente dovette affrontare l’ulteriore sfida della sua rinascita sociale e politica. Fu proprio in questa situazione di difficoltà che trovò l’unità del suo popolo e validi, illuminati rappresentanti che si adoperarono in prima persona ed in piena coscienza a far risorgere uno Stato autonomo e sovrano.

Già a pochi giorni di distanza dalla liberazione di Roma, avvenuta il 4 giugno 1944, vennero poste le basi per il nuovo assetto istituzionale dell’Italia; infatti, il 25 giugno 1944 l’allora Governo Bonomi emanò il Decreto Legge Luogotenenziale n. 51 con il quale si stabiliva che alla fine della guerra si sarebbe dovuta eleggere una Assemblea Costituente, a Suffragio Universale diretto e segreto, per sceglie la forma di Stato e redigerne la Costituzione.

A questa prima “bozza” di intenti fece seguito il Decreto Legislativo Luogotenenziale del Governo De Gasperi n. 98 del 16 marzo 1946 con il quale la scelta della forma istituzionale veniva demandata ad un referendum popolare; infine con il Decreto Luogotenenziale n. 99 sempre del 16 marzo 1946, venivano definite le norme delle votazioni che in contemporanea alla scelta referendaria dovevano eleggere l’Assemblea Costituente con sistema proporzionale come previsto dal Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 74 del 10 marzo 1946.

La data del 2 giugno 1946 non fu storica solo per le votazioni che portarono alla nascita della Repubblica Italiana e alla Assemblea Costituente: ma, e questo non tutti lo sanno, per la prima volta parteciparono a pieno titolo anche le donne (degli allora 28.005.449 aventi diritto di voto, quasi 13 milioni furono donne, con una affluenza alle urne dell’89,1%).

Fu poi la Corte di Cassazione a proclamare i risultati il 10 giugno 1946 con 12.717.923 voti a favore della Repubblica e 10.719.284 voti a favore della Monarchia, e la nomina dei 556 membri eletti dell’Assemblea Costituente; conseguentemente, preso atto dei risultati, il 13 giugno 1946 il Presidente Alcide De Gasperi assunse le funzioni di capo provvisorio dello Stato.

Nelle elezioni per l’Assemblea Costituente la Democrazia Cristiana ottenne la maggioranza relativa dei voti con il 37,2%, seguita dal Partito Socialista (PSIUP) con il 20,7% e dal Partito Comunista con il 18,7%; altri partiti furono l’Unione Democratica Nazionale con il 7,4%, il Fronte Uomo Qualunque con il 5,4%, il Partito Repubblicano con il 4,1% il Blocco Nazionale Libertà con il 2,9%, il Partito d’Azione con il1,3% e Altre liste per un complessivo 2,3%.

Sembra giusto qui ricapitolare i momenti che portarono all’insediamento dell’Assemblea Costituente ed i suoi primi passi per gli adempimenti demandati: dopo le elezioni del 2 giugno 1946, la proclamazione dei risultati da parte della Corte di Cassazione il successivo 10 giugno e l’insediamento il 13 giugno 1946 di Alcide De Gasperi nelle funzioni di Capo provvisorio dello Stato, l’Assemblea Costituente si riunì per la prima volta il 25 giugno.

Questi, dunque e per sommi capi storici, sono gli antefatti che hanno condotto all’”alba” della Repubblica Italiana e che solo una buona collocazione dell’Educazione Civica tra le materie fondamentali dell’insegnamento ad ogni livello, può permetterne una corretta conoscenza ai cittadini italiani se sene vuole la sua connotazione come Popolo.  

Ma il compito di una buona didattica civica, non inquinata da ideologie politiche e slogan condizionati, è anche quello di portare la conoscenza e l’attenzione su quanto svolto in maniera autonoma, indipendente e lungimirante dai Padri Costituenti nel redigere la Carta Costituzionale dello Stato Italiano.

Oggi, una società allo sbando, senza ideali, senza regole, senza senso della morale e dell’etica civica, si lascia fuorviare da risibili teorie di interferenze esterne da parte delle nazioni uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale, sulla stesura della nostra bella Costituzione e sulla struttura istituzionale della nostra Nnazione; teorie create e lasciate circolare al solo scopo di avere degli alibi per mettere mano sulle attuali norme costituzionali per modificarle in modo da piegarle alle esigenze personalistiche dei governanti di turno che dimostrano di possedere una reale incapacità nel rispettare e far rispettare le normative della legge primaria e di quelle collegate e subordinate per una corretta gestione della cosa pubblica per il bene della società civile.

Questo è possibile grazie all’ignoranza popolare della materia che è stata volutamente e proditoriamente programmata da una politica che proprio di quella ignoranza si fa schermo per gestire i suoi stessi limiti culturali e civici e per indirizzare le scelte su direttive extranazionali incompatibili con la stessa esistenza della nazione e dello Stato Italiano.

In pratica, i rappresentanti della politica italiana, e non solo loro, possono sfrontatamente gestire le nostre norme costituzionali sicuri di non poter essere intralciati dalla conoscenza dei cittadini; ma ancor più grave è il comportamento di tutti coloro che partecipi alle più alte istituzioni statali sono vincolati dal giuramento solenne di “Osservare Lealmente la Costituzione”, dove quel “lealmente” non può essere interpretato che come, Conoscere, Rispettare e Difendere la Costituzione!!!

Ma lo sgomento civile è ancor più pregnante nel constatare la mancanza di conoscenza, tra la popolazione e gli stessi rappresentanti istituzionali, dei fatti reali e delle documentazioni ufficiali dei verbali delle riunioni dell’Assemblea Costituente, degli interventi, delle discussioni, dei dibattiti, delle mozioni, delle votazioni e dello spirito univoco che fece, delle diverse ideologie politiche dei membri costituenti, un’unica volontà di rinascita umanistica e sociale di un Popolo Libero e Sovrano.

Negi articoli che seguiranno, cercheremo di riempire, per quanto possibile, le lacune create dalla mancanza di Educazione Civica e della sua fuorviante interpretazione contenuta nelle stesse direttive istituzionali, invitando i lettori a prendere l’iniziativa per documentarsi personalmente sull’argomento.


Gli articoli precedenti:

L’Educazione civica questa sconosciuta

Educazione civica. Questa sconosciuta/2