L'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole

Educazione civica. Questa sconosciuta/2

di MARIO PECCATORI – L’educazione civica è fondamentale per lo sviluppo di una società libera e responsabile. Le basi del vivere civile.

Associazione Madreterra Nostra Pisa

Prima di cimentarci nell’aspetto pratico della materia, sembra necessario ribadire il significato e lo scopo dell’oggetto.

L’educazione civica consiste nell’educare i cittadini alla conoscenza delle basi del vivere civile e delle leggi fondamentali che regolano i rapporti tra i singoli, la collettività ed il governo. Platone nell’antica Grecia e Confucio in Cina, contribuirono per primi, l’uno in Occidente e l’altro in Oriente, a elaborare i concetti di diritto e di giustizia da attuare nella vita pubblica.

In Italia, fu Aldo Moro ad introdurre, nel 1958 con il D.P.R. n. 585 del 13 giugno 1958, l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole medie e superiori. Insegnamento che con la Legge 20 agosto 2019, n.92, pubblicata nella GU n.195 del 21-8-2019. è stato introdotto in tutti gli ordini di scuola a partire dall’anno scolastico 2020-2021 e con D.M. 35 del 22 giugno 2020, ne sono state emanate anche le prime “Linee guida”, poi riviste ed aggiornate recentemente con Decreto Ministeriale n. 183 del 7 settembre 2024 come riportato nel precedente articolo “Educazione Civica questa sconosciuta”.

Così, l’Educazione Civica, si prefigge lo scopo di educare il cittadino a conoscere e riconoscere le leggi fondamentali della Costituzione italiana, ma anche il rispetto delle regole, del vivere comune, dell’ambiente e di una serie di comportamenti civici oggi di particolare importanza per la vita sociale collettiva.

Partendo dalle necessarie basi per una conoscenza civica, iniziamo quindi a definire le strutture fondamentali della vita sociale di una collettività: il Popolo, la Popolazione, la Nazione, lo Stato.
Le loro definizioni sono state riprese dal Dizionario di Filosofia Treccani (2009) e dalla stessa Enciclopedia Universale Treccani.

Popolo e Popolazione

Come significato giuridico indica l’insieme delle persone fisiche che sono in rapporto di cittadinanza con uno Stato tali da essere titolari della sovranità ma può assumere anche, un significato storico-culturale, etnico-geografico o religioso se, per esempio, viene accomunato da una religione e una cultura; ma il termine “Popolo” non deve essere confuso con quello di “Popolazione”. Popolazione, infatti, indica genericamente l’insieme degli individui che abitano uno stesso territorio.

Nazione

è definita come quel Popolo caratterizzato dall’essere un gruppo specifico di individui accomunati da un sentimento durevole di appartenenza che posseggono caratteristiche comuni di lingua, cultura, religione, usi e tradizioni.

Stato

è una istituzione di carattere politico, sociale e culturale; specificatamente esercita la propria sovranità ed è costituita, da un territorio e da un popolo che lo occupa e da un ordinamento giuridico formato da istituzioni e norme giuridiche. In politica è da considerarsi una istituzione “originaria” in quanto i suoi poteri derivano solo da sé stesso e da nessun’altra entità statuale e non è subordinato ad altri soggetti e quindi è indipendente e sovrano.

In ultima analisi si può dire che:

la Popolazione è l’insieme di individui che occupano un particolare territorio;
il Popolo è l’insieme delle persone fisiche che si accomunano, come cittadini di uno Stato e titolari di sovranità, sia sul piano storico-culturale che su quello etnico-geografico -religioso;
la Nazione definisce un Popolo composto da un gruppo specifico di individui che posseggono caratteristiche di lingua, cultura, religione, usi e tradizione comuni;
lo Stato è l’espressione di una Nazione e del suo popolo, in un ambito geografico definito, su cui estende la propria Sovranità.

Queste realtà giuridico-sociali, questi concetti civici, non trovano più la loro giusta collocazione nella conoscenza e coscienza comune; si tende, purtroppo a perdere la definizione dei confini etici e morali che essi interpretano, fino alla disgregazione ideologica e pratica del loro assetto funzionale. Alla perdita di questa conoscenza e appartenenza si affianca la disgregazione sociale e quella dei fondamenti su cui si basa l’esistenza civile: la Famiglia ha perso il suo valore etico e strutturale disgregandosi in singole realtà autoreferenziate, ma preda di comportamenti di frammentazione delle coscienze e delle conoscenze con la perdita di cultura umanistica. Vale, pertanto, fare uno sforzo per riproporre la conoscenza delle strutture che regolano il comportamento ed i rapporti tra i soggetti umani e, per sommi capi, ripercorrerne l’origine.

L’uomo

L’”uomo”, come termine generico per definire la società umana, nella sua origine ha dovuto interagire con le realtà naturali salvaguardando e conservando la propria specie e siccome la prole necessitava di un lungo periodo per raggiungere le capacità di autosufficienza ha avuto la necessità di conformarsi in una primaria struttura sociale che era ed è la famiglia composta da un padre da una madre e dai figli.

Questa struttura primaria, per migliorare le condizioni di autosufficienza e conservazione, si è ampliata aggiungendo ai soggetti primari, i mariti e le mogli dei figli con la loro ulteriore prole.

Ovviamente, si è reso necessario creare opportune regole di convivenza e conoscenza reciproca con sistemi comuni di comunicazione e interazione con l’ambiente, creando così una forma sociale, con linguaggio, cultura, tradizioni e credenze religiose, collocata in un particolare territorio sul quale estendeva la sua sovranità.

E così, in questo embrione di struttura sociale, ritroviamo, una popolazione composta dagli individui che occupano lo stesso ambiente e territorio, un popolo accumunato per cultura, etnia e religione, una nazione composta da un gruppo specifico di individui ben definito nel suo insieme, ed uno Stato dove il popolo estende la sua propria sovranità in un ambito geografico.

Da questo breve, incompleto ma spero esemplare esame, possiamo estrarre la consapevolezza della nostra collocazione socio-politica di italiani.

Non confondere Popolo e Popolazione

La popolazione che occupa la penisola Italica non va confusa con il Popolo italiano perché vi insistono varie tipologie di popolazioni ma un Popolo si sente tale perché si sente concettualmente e significativamente unito dalle proprie tradizioni, la propria cultura, la propria religione i propri fondamenti etici e morali, ed è questo Popolo che dà vita alla Nazione italiana con le proprie specificità comuni, ed è proprio questo popolo che estende nel territorio la sovranità che gli appartiene esclusivamente come Stato unico e sovrano.

Le spinte politiche centrifughe a queste strutture umane, consolidate nel tempo e nello spazio, stanno distraendo le menti giovani e giovanili disperdendone le conoscenze, la coscienza, la morale e l’etica, distruggendo così le basi di una armonica vita sociale. Ma quello che è peggio, perdendo i riferimenti strutturali, viene perso il senso della propria collocazione civica, viene sottratto agli individui il valore della dignità umana nella sua primaria accezione, viene imposto in maniera subliminale, e neppure tanto, una spinta al transumanesimo dove ogni individuo perde la propria componente umana a vantaggio di comportamenti standardizzati e condizionati con la convinzione che ciò sia una semplice scelta individuale.

Ed è qui che si focalizza lo sforzo che deve compiere un corretto insegnamento dell’Educazione Civica per riportare l’attenzione al recupero della coscienza dello Stato nella sovranità di un Popolo ritrovato nell’umanesimo di cui ne è custode.

E’ il Popolo, quindi, il collante tra Popolazione, Nazione e Stato

E’ il Popolo, quindi, il collante tra Popolazione, Nazione e Stato, concetto primario di appartenenza, condivisione, unità comune in cui i singoli componenti vi si riconoscono per tradizioni, lingua, cultura, religione, storia; dove il senso civico si adopera per tramandare alle generazioni le esperienze sommante delle generazioni precedenti, dove ogni individuo si sente parte integrante attiva di crescita, conoscenza, rispetto e difesa di quanto vi è di più sacro: ovvero il sapere, il sapore, il profumo, le voci, i colori, l’anima dei luoghi in cui si è cresciuti, gli affetti, i ricordi, gli antenati, i parenti, l’etica, la religione, il sentimento reale di appartenenza a qualcosa di più grande di noi stessi.

Sorge così, alla fine, una domanda provocatoria nella sua concezione ma retorica nella sua cruda realtà: quanti di coloro che popolano la Penisola Italica oggi si sentono parte reale integrante del Popolo Italiano? Ed allora, sforziamoci di ricordare chi siamo e da dove veniamo!!!