Emilio Salgari? Leggetelo!

di ALDO BELLI – Il libro di Felice Pozzo su Salgari, presentato alla libreria Mondadori di Viareggio da Martina Benedetti e Silvia Dolfi.

Ho assistito ieri pomeriggio alla presentazione del libro di Felice Pozzo “La vera storia di Emilio Salgari” (edito da Odoya, pagg.416).

L’autore è un signore piemontese del 1945, considerato il decano, ho letto “in servizio permanente effettivo”, degli studi salgariani. La cadenza nel parlare dove la lingua italiana non ha depurato del tutto il sonoro aggraziato tipico della sua terra (se non erro vercellese), si ritrova anche nello scrivere, così che la biografia di Salgari acquista essa stessa un ritmo narrativo avventuroso: Pozzo non si sofferma solo sulle opere, ma anche violando la intimità di Salgari, quella di uomo e di padre e di marito. Poiché a Salgari, come sovente è accaduto ad altre grandi penne nella storia, la vita riservò più dolori che glorie: nato a Verona nel 1862 morì a Torino nel 1911, suicida e povero, umiliato dall’impossibilità di dare cure appropriate alla moglie che la malattia spense poco tempo dopo, defraudato dei diritti d’autore da parte degli editori e dunque privato anche della comprensibile ambizione di un lascito per i figli.

Emilio Salgari è “I misteri della giungla nera” (1895), “I pirati della Malesia” (1896), “Il corsaro nero” (1899), “Le tigri di Mompracem” (1900), “La regina dei Caraibi” (1901), Sandokan la Tigre della Malesia, in tutto un’ottantina di romanzi. La sua letteratura contribuì al diffondersi della lingua italiana, sebbene sia stata considerata una “letteratura per ragazzi”.

Il libro di Felice Pozzo, come ha scritto Marilù Oliva, è un Salgari come nessuno ce lo aveva mai raccontato.

La Littérature jeunesse, ebbe le sue origini in Francia nel XVII sec. e nacque come narrativa rivolta esclusivamente ai bambini e ai ragazzi nel contesto del pensiero pedagogico che in quel secolo vide affermarsi il concetto della personalità autonoma dell’educando, e quindi del fine formativo dell’educazione. Si distingue per il proprio carattere etico-didascalico, tratto generalmente dai racconti e dalle leggende popolari.

I libri di Salgari come molti altri (“I racconti di Mamma Oca”, “Cappuccetto rosso”, “Barbablù”, “Il gatto con gli stivali”, “Pollicino”, “Cenerentola” ecc.), da Verne a Collodi, ai “Tre Moschettieri” di Alexandre Dumas”, in verità sono considerati letteratura per ragazzi solo per effetto di una certa distorsione post-illuministica e non per una critica letteraria oggettiva: corrispondente alla diminuzione della cosiddetta letteratura popolare rispetto alla cosiddetta letteratura colta.

Steven King o Baudelaire o James Joice per pasto ad un adolescente rimane un ingresso pedagogico fuorviante. Sotto molti punti di vista. In relazione soprattutto al grado evolutivo del lettore nella sua capacità di discernimento e apprendimento.

Però, nell’adulto leggere Salgari rimane un valore culturale, e di piacere della lettura (del resto, pare che il pubblico maggioritario de “Il trono di spade” sia composto da adulti).

La presentazione del libro di Felice Pozzo, in tempi di generale decadenza nei quali sprofondiamo sicuramente in Italia, uno storico che parlava di Salgari, mi è sembrata quasi una scena surreale, quantomeno ribelle. Con l’autore in mezzo a due giovani ancelle (Martina Benedetti attrice di teatro, e Silvia Dolfi libraia) che sapientemente lo provocavano su questo o quell’aspetto della vita e delle opere del romanziere veronese: e dunque mostrando che ancora esiste una speranza anche nell’intreccio generazionale. Le pagine recitate dall’attore Andrea Buscemi emanavano nei non più giovani presenti nella saletta della libreria Mondadori, ricordi d’infanzia. Ho concluso tra me: questa non è letteratura per ragazzi, ma letteratura per vecchi. Proverò a spiegarmi.

Nelle scuole italiane Salgari è scomparso. Come sono scomparsi “Pinocchio” e “Biancaneve”. Probabilmente perché già i loro insegnanti e professori (e politici di governo) appartengono alla generazione della PlayStation e di Henry Potter. Già! Ma Salgari è di destra o di sinistra? (se gli ponessimo il problema, probabilmente la Schlein e Bonaccini ci risponderebbero in quest modo). Sono convinto che l’Italia non abbia mai avuto ministri dell’Istruzione e della Cultura anti-italiani come in questo ultimo quarto di secolo.

Susciterà un sorriso, eppure se ci troviamo di fronte ad un sistema educativo (dalle scuole elementari all’università) ridotto in brandelli e ad una classe politica priva di bussola se non quella dei propri personali interessi, è anche perché costoro non hanno mai letto, quando dovevano, Emilio Salgari, i pirati della Malesia, non conoscono il grillo parlante e i barellieri di Pinocchio, Zanna Bianca, Tom Sawyer “I ragazzi della via Pal” e… per carità! non cito i fidanzatini di Peynet per non incorrere in denunce da non-politically-correct!

Il cibo sintetico ha sostituito il cibo biologico dell’infanzia e dell’adolescenza, le vitamine della mente che fin da piccolo insegnano a riconoscere il bene dal male, il bello dal brutto, la luce dal buio.

Finché resisteranno italiani che studiano e scrivono come Felice Pozzo, e librerie che continuano a proporre autori e libri dinanzi ai mille Sanremo con i siparietti da… (inclusa la moltitudine di libri-monnezza in circolazione), intanto ci prendiamo una boccata di ossigeno.