eVOLT, la nuova mobilità urbana

di TOMMASO GARDELLA – Toyota, Honda, Hyundai (in partnership con Uber) puntano a soddisfare la domanda che cambierà la mobilità urbana.

Nonostante la pandemia, il mercato degli eVTOL pare non aver sentito gli effetti dello stop mondiale e, anzi, sembra averne giovato visto la crescita della domanda di mercato di ogni genere che ne ha permesso il dispiego in un numero maggiore di quanto ci se ne aspettasse. Il 2020 potrebbe rappresentare l’anno spartiacque per questo segmento di mercato che sta attirando sempre più investitori. Nel 2021 ha raggiunto e superato gli 8 milioni di dollari introiti e secondo uno studio il mercato degli eVTOL avrà un CAGR (il tasso annuo di crescita composto) superiore al 15%, portando il giro di affari a circa 30 milioni di dollari entro il 2030.

Viste le cifre non sembra strano l’interesse delle case automobilistiche in questa futura mobilità urbana, come Toyota, Honda o Hyundai (in partnership con Uber) che puntano a soddisfare una prossima domanda che cambierà completamente il nostro modo di spostarsi, come spiega il Rapporto di Ricerca Globale di Mercato del 2021 degli EVTOL Aircraft che segmenta il mercato degli aeromobili eVTOL in vari aspetti: mira a stimare le dimensioni e il potenziale di crescita di questo settore in diverse aree per il loro sviluppo dalla tecnologia di sollevamento, al tipo di propulsione, passando per i sistemi e software, fino all’applicazione, alla modalità di funzionamento, all’MTOW (il peso massimo in fase di decollo) e alla gamma, senza dimenticarsi la regione.

Il rapporto tratta anche le domande che renderanno gli attuali trasporti antiquati, come la necessità di energia verde, la richiesta di velivoli a zero rumore e il trasporto nel settore cargo, rappresentano un fattore di crescita posto sotto esame. AP News, ufficio stampa americano, in questa lista inserisce anche la mobilità urbana, come taxi e autobus, ma anche servizi a domicilio (dall’assistenza medica, al servizio postale, piuttosto che quello all’ingrosso) e ovviamente il trasporto privato (come Uber, piuttosto che gli attuali NCC). Il rapporto indica anche quali caratteristiche diverranno le principali comparazioni tra una soluzione rispetto che un’altra, quelle che, per semplificare, saranno le spine dorsali dei futuri progetti eVTOL.

Una delle aree di sviluppo che maggiormente ne gioverà sarà quello dei software di volo che dovranno rendere la guida e il controllo del mezzo di una semplicità tale da far in modo che nessuno debba diventare un pilota professionista per poter portare una soluzione che comunque nasconde dei pericoli non indifferenti. Il software per l’aviazione produce informazioni che consentono all’utente di aumentare la sicurezza e l’efficienza degli eVTOL, oltre a ridurne le interruzioni operative e migliorare l’esperienza dei passeggeri.

Ovviamente per fare ciò saranno necessari sistemi di volo avanzati per permettere all’aeromobile di volare in contesti urbani, sempre complicati da controllare. In questo senso potranno venire in aiuto software simili a quelli che guidano i droni impiegati, ad esempio, da Amazon e UPS o quelli della Zipline, azienda leader nello smistamento a domicilio di farmaci (e ultimamente, dopo la collaborazione con Pfizer, di vaccini soprattutto in America e Africa), in contesti urbani o comunque di non spazio aperto. Aziende come queste, che già ad oggi utilizzano droni a sollevamento verticale per ampliare le loro possibilità di consegna, potranno diventare leader nella loro categoria. Importante, sempre secondo il rapporto, sarà la capacità di sviluppare autonomamente il software di volo e non dover ricorrere ad aziende terze per completare il proprio velivolo, come ad esempio fa attualmente Zipline.

Una seconda area di sviluppo che avrà una forte crescita tecnologica e di conoscenza, sarà la tipologia di carburante o motore; o comunque, ciò che permetterà agli eVTOL di muoversi.

La propulsione elettrica, almeno nel prossimo futuro, sarà ovviamente quella di più immediato utilizzo, sia per il know-how che ormai possediamo, sia per l’impellente domanda di velivoli a zero emissioni e a basso inquinamento acustico.
Ovviamente non sarà l’unica. Le celle a combustibile a idrogeno potranno tranquillamente offrire un’alternativa molto interessante grazie alla loro bassa manutenzione, visto la semplicità della struttura, al fatto che non emettono vibrazioni o rumori e anche, e soprattutto, alla possibilità intrinseca di poter accumulare e stoccare energia per utilizzarne nel momento del bisogno; ma anche grazie alla ripidità nel ricaricare le batterie, dando così loro la possibilità di sostituire quelle tradizionali. n aggiunta non scordiamoci della progressione che l’ibrido sta avendo.

Le protagoniste assolute (indicate nel rapporto) saranno le start-up, visto che attualmente sono oltre 150 in tutto il mondo quelle che si stanno specializzando in questa realtà e che daranno la spinta finale a una mobilità che da troppo tempo sogniamo e della quale iniziamo ad avere bisogno per contrastare il problema del traffico cittadino, aumentato drasticamente con l’avvento del nuovo coronavirus.

L’ultima ad affacciarsi sul panorama mondiale è stata la Jetson, una start-up di origine svedese fondata nel 2017 da Peter Ternstrӧm e Tomasz Patan, che ha recentemente finito i test per il suo primo eVTOL pronto ad essere immesso nel mercato a inizio 2022. Si chiama ONE (potete vederlo qui) e si presenta come la semi-definitiva visione di un nuovo modo di spostarsi per fare le proprie veloci commissioni, piuttosto che come puro e semplice divertimento, cosa che al momento incarna alla perfezione.

ONE pesa pochissimo, solo 86kg grazie alla struttura tubulare in alluminio e fibra di carbonio e può raggiungere una velocità (limitata) di 102km/h per via degli otto motori elettrici alimentati a batterie agli ioni di litio, due per elica (anch’essa doppia), che generano una potenza massima di 88kw. Sul sito della Jetson possiamo trovare altre caratteristiche come il tempo di ricarica che si aggira intorno all’ora di tempo (se attaccato a prese da 220V) e la presenza di un sistema a tripla ridondanza per garantire la massima sicurezza in caso di problemi al pilota. Ad esempio, se dovesse sentirsi male e mollare i comandi di volo, il software interverrebbe istantaneamente facendo atterrare il velivolo.

Troviamo anche i sensori LiDAR che tracciano continuamente il terreno sotto di noi per permettere al sistema di controllo di volo di intervenire qual ora sia necessaria una brusca manovra per evitare un ostacolo. Infine, per situazioni veramente pericolose, da ultima spiaggia, sarà disponibile anche un paracadute balistico di emergenza a dispiego immediato.

Veniamo ora ai punti deboli (secondo me uno in particolare). Partiamo dal prezzo, il dato che alla fine ci fa scegliere o meno un bene o servizio. Sono 92mila dollari chiavi in mano. Non sono tantissimi se pensiamo che alla fine è una novità assoluta questa e che quindi, come tale, il suo prezzo è anche influito dal fatto che al momento di possibili alternative non ce ne sono. Chiaro, non sarà alla portata di tutti ma neanche di nessuno.
Un bel problema è l’autonomia, che alla fine rende il Jetson One un prodotto destinato ad attività ricreative più che di vero utilizzo per la vita quotidiana. A patto che il pilota pesi meno di 85kg, l’autonomia non supera i 20 minuti. Un po’ troppo poco.

Quello che però secondo me è il difetto principale sta nella scelta della start-up svedese di spedirvi il Jetsone One assemblato a metà. Il restante 50% dovrete montarvelo voi nel vostro garage (non penserete mica di lasciarlo all’aperto), armati di foglio illustrativo, pazienza e olio di gomito.
Al momento la disponibilità per il 2022 è di zero unità perché sono state tutte già assegnate (uno in Italia) ma se proprio non volete frane a meno potete mettervi in lista per il 2023 e per le restanti 3 Jetson One (al momento in cui scrivo) su un totale di 72: 14 nel 2022 e le restanti nel 2023.

Siamo ancora agli albori, è vero. Ma non pensate di dover aspettare ancora tanto per potervi effettivamente sollevare da terra e muovervi in piena libertà. Restano ancora tanti aspetti da migliorare, soprattutto quando gli eVTOL saranno di facile accesso, ma l’idea di poter guidare una “macchina” volante è sempre più vicina a diventare realtà.

(foto: licenza pxhere – https://pxhere.com/it/photo/1575621 )