di ALDO BELLI – Fabio Canino (Arcigay), lo showman dagli abiti scintillanti balla sotto le stelle ma scivola sui gay.
Facebook per molti è come bere un bicchiere d’acqua, puoi anche sparare una cazzata e un attimo dopo è già scivolata via, pronti a likare sul post successivo. Capita anche a chi di luce ne ha già, anche se artificiale come quella della TV: ma Facebook ha un potere virale, probabilmente facilitato dall’immediatezza tecnologica che muove le dita prima ancora che il cervello abbia avuto il tempo di mettersi in moto.
L’ultimo caso che mi è capitato è quello di Fabio Canino, lo showman dagli abiti scintillanti del quale Milly Carlucci ha reso nota l’esistenza al pubblico italiano con la sua trasmissione “Ballando sotto le stelle”. Parentesi: l’ennesimo esempio della gloriosa RAI Radio Televisione Italiana ridotta a propinare solo adattamenti di format ideati da americani, inglesi, tedeschi e così via, stavolta si tratta dell’adattamento italiano del talent show britannico Strictly Come Dancing, targato BBC.
Il post del signor Canino parla dei gay, e gay è il destinatario. La zuffa potrebbe risolversi in una faccenda di famiglia, se non trasparisse un motivo che riguarda anche chi non ha parentele.
Scrive il signor Canino: “Allora sembra una battuta ma è vero. Questo qui, gay leghista (come se un nero votasse ku klux klan) si sente discriminato dai gay del Pd…… NON DAI LEGHISTI CHE VORREBBERO BRUCIARLO NEI FORNI!!!!!!!“. Il commento nasce dalla denuncia di Alessandro Santini: “Io gay di destra, sono stato il primo ad essere discriminato dalla comunità LGBT per avere espresso la mia contrarietà al DDL Zan. Sono stato oggetto di emarginazione da parte di quella comunità omosessuale che è patrimonio della sinistra, soprattutto del Pd. Qualcuno mi ha chiesto: Sei della Lega? Noi LGBT blocchiamo sui social tutti i gay di destra”. Matteo Salvini è stato lapidario: “Onore al nostro consigliere, viva la libertà delle idee”.
Essere gay e leghista è “come se un nero votasse ku klux klan“. Perché in Italia, ovviamente, non si può essere di destra senza essere fascisti.
Fabio Canino è stato per sette anni direttore artistico del Festival Friendly Versilia: un progetto nato nel 1998 per iniziativa di Arcigay Pride con lo scopo di promuovere il turismo di gay e lesbiche a Torre del Lago Puccini. Una bella manifestazione finita malamente: le Autorità attribuirono ai gay e alle lesbiche la causa dei problemi di sicurezza sulla marina, dei quali in realtà erano diventate loro le vittime.
Essere froci e lesbiche, sessualmente diversi, è ancora un problema nel nostro Paese: di cultura e di civiltà. Speriamo di non dover assistere ad un ritorno del Festival Friendly con un cartello all’ingresso che dice: Vietato l’ingresso ai gay e alle lesbiche che non votano a sinistra.
Proprio no, di fascismo vero o mascherato non ha bisogno l’Italia. Da qualunque parte esso provenga.