di ANDREA APPETITO – Lo sguardo anarchico di Colin Ward con David Goodway, la dialettica tra sapere e potere come morale della libertà.
Nella rivista Gli Asini, nel numero 90-91 si legge:
“Nel suo intervento al celebre convegno sulla “Dialettica della liberazione”, prendendo probabilmente in contropiede molti dei giovani arrabbiati, hipster e radicali che nel 1967 si erano dati appuntamento a Londra nella speranza che lui, Laing, Cooper, Marcuse, Bateson, Ginsberg e altri guru del movimento controculturale indicassero la via per la “rivoluzione”, Paul Goodman concluse il suo intervento con un inaspettato elogio delle professioni.
Fare bene il proprio mestiere – di insegnante, ingegnere, assistente sociale, psicologo, medico, operatore o funzionario pubblico, artigiano o imprenditore – questa la tesi del filosofo americano, porta inevitabilmente a scontrarsi con squilibri, conflitti, oppressioni che sono sempre, anche, di matrice politica: “… quando la società funziona male, e oggi tutte le società più importanti funzionano male, essere un professionista autentico, o tentare di esserlo, è un fatto in sé stesso rivoluzionario. Esso induce immediatamente in conflitto un’istituzione, e poiché esse sono strettamente collegate l’una all’altra, il conflitto di una si tramuta in contraddizione generale”.
La recensione di Francesco Masala dell’intervista/conversazione fra Colin Ward e David Goodway

Andrea Appetitoè nato a Roma nel 1971 e insegna Filosofia e Storia in un liceo dei Castelli Romani. Scrittore con il romanzo “Tomàs” (2017), al quale segue “Vietato calpestare le rovine” (2019). Tra le sue opere “Cluster bomb” (2002), la partecipazione all’antologia di racconti su Roma “Allupa allupa” (2006), il testo teatrale “L’eredità” tradotto in portoghese e messo in scena a Rio de Janeiro (2006); ha realizzato con Christian Carmosino alcuni cortometraggi e il film-documentario “L’ora d’amore” (in concorso al III Festival Internazionale del Film di Roma, 2008), con Gianluca Solla ha scritto il breve saggio “Senza nome” (tradotto in spagnolo e pubblicato nell’edizione collettiva “Il impasse de lo politico, 2011); con Cosimo Calamini e Carmosino è autore della sceneggiatura “Emma e Maria” (finalista del Premio Solinas, 2014); è presente nell’antologia “Sorridi: siamo a Roma” (2016).