Un Villaggio per gli alloggi degli studenti. La mozione De Blasi-Masi (M5S) bocciata da PD Nardella e Lega, Fratelli e Renziani non votano.
E difficile capire perché la maggioranza del Consiglio Comunale di Firenze (PD, lista Nardella e Lega Salvini) abbia bocciato la mozione sul “Villaggio sperimentale destinato agli alloggi degli studenti universitari” presentata dai consiglieri Roberto De Blasi e Lorenzo Masi (Movimento 5Stelle). Ancora meno comprensibile è il non voto di Italia Viva e Fratelli d’Italia. Ma, d’altronde, gli studenti universitari che scelgono Firenze come passaporto per il loro futuro, a Firenze alle elezioni comunali non votano. Per cui…
Canoni di locazione alle stelle
“Firenze è una delle città italiane dove si registrano gli affitti più cari” si legge nella mozione De Blasi-Masi che pubblichiamo per intero. “Dopo una fase di stallo dovuta alla pandemia, i prezzi sono tornati a salire. Fino ad ottobre 2021 le locazioni risultavano pressoché stabili rispetto ai mesi precedenti. Paradossalmente, le città che sono state più colpite dalle conseguenze del Covid stanno registrando un’ascesa dei prezzi degli affitti e Firenze è la prima città italiana per aumento dei canoni (+2,9%) seguita da Venezia (+2,6%) e Milano (2,3%)”.
Firenze capitale universitaria europea?
Firenze è una delle capitali universitarie europee. Il merito va ai suoi accademici che nel corso dei secoli si sono avvicendati dietro le cattedre. Ma anche alle migliaia di giovani che hanno lasciato la propria città per scommettere sul proprio futuro, con sacrificio, e che porteranno con sé nel lavoro il timbro indelebile della laurea con il Giglio fiorentino (in Italia e nel mondo). L’università è una delle ricchezze di Firenze. Parrebbe naturale, quindi, ciò che i consiglieri comunali Cinque Stelle auspicavano, e cioè un intervento del Comune in grado di garantire agli studenti fuorisede economicamente svantaggiati di poter studiare all’università “nel rispetto della propria personalità” e con “una qualità media di vita ragionevolmente dignitosa per studiare senza essere costretti a lavorare”.
Le residenze universitarie convenzionate non soddisfano il fabbisogno reale degli studenti fuorisede, osservano i consiglieri De Blasi e Masi. Riportano i dati: “gli ospiti delle residenze universitarie impegnano in media il 50% delle risorse economiche rispetto ai primi che condividono un appartamento o una stanza privati con altri studenti; circa il 9% degli studenti universitari che hanno difficoltà economiche e che sono costretti a lavorare per l’autosostentamento economico, pensano di abbandonare gli studi”.
In più, anche le recenti scelte compiute dall’Amministrazione comunale, ovvero la realizzazione di numerosi studentati in edifici abbandonati, “hanno trascurato la necessità di avere tariffe corrispondenti alle reali disponibilità economiche di un gran numero di utenti. E tutto questo, mentre “esistono quartieri di Firenze in prossimità delle sedi universitarie ad altissima densità abitativa dove reperire una stanza è quasi impossibile” dicevano De Blasi e Masi nella loro mozione.
Il Villaggio sperimentale destinato agli alloggi degli studenti universitari
Già l’idea di un “Villaggio per studenti universitari” proposto da De Blasi e Masi, aveva in sé qualcosa di innovativo, evoca lo spirito del sistema educativo anglosassone. Tuttavia, stonante. Come si può dire? Una “stecca”. In un paese vecchio come l’Italia – e governato da vecchi anche se cinquantenni – dove gli unici “Villaggi” che piacciono tanto alla sinistra sono quelli dei Rom (senza alcuna offesa per i Rom), dei Collettivi residuati dal Sessantotto, e quelli destinati agli immigrati clandestini.
L’aspetto ulteriormente interessante della mozione De Blasi-Masi era anche quello di connotare questo “Villaggio” per la tipologia di realizzazione: ovverosia, sfruttando quanto oggi offre la tecnologia e lo sviluppo delle materie prime: “soluzioni abitative che ottimizzano spazi, realizzate con materiali naturali, ecosostenibili, riciclabili e ad alta efficienza energetica”.
“Ci sono numerosi i progetti di micro-abitazioni studiate per avere un impatto zero sull’ambiente ed un costo di costruzione decisamente contenuto” si leggeva nella mozione presentata a Palazzo Vecchio. “Esistono progetti in altre città d’Europa, da cui prendere spunto, che si sono posti l’obiettivo di realizzare piccole case per studenti da poter affittare a prezzi competitivi: la mini abitazione Diogene di Renzo Piano, il progetto svedese Smart Student Unit di 22 micro abitazioni, la Tiny House di New York, la Pop-Up House”.
E questa, probabilmente, è stata la seconda “steccata” di De Blasi e Masi. “Bassi costi” mal si concilia con il Partito delle Banche e del Cemento.
Il coraggio di guardare oltre
“Mancanza di coraggio e di lungimiranza” è stato il commento del consigliere comunale De Blasi dopo la bocciatura della mozione in Consiglio Comunale. “Il Comune di Firenze avrebbe potuto farsi promotore di un sperimentazione già in atto con grande successo in altre capitali europee, a vantaggio degli studenti universitari”.
“Uno dei motivi che hanno spinto la maggioranza di Palazzo Vecchio a non accogliere la proposta” prosegue De Blasi, “sarebbe la presunta ‘assenza di suolo disponibile’, molto dubbia come motivazione, dato che quando si tratta del cemento per gli studentati di lusso le superfici si trovano sempre (vedi il nuovo casermone a Novoli in via della Toscana), mentre di replicare i progetti sperimentali di successo delle grandi capitali europee e a impatto zero di posto non ce ne sarebbe. Il progetto avrebbe potuto essere una valida risposta alla richiesta di affitti sostenibili degli studenti universitari che faticano, sempre di più, a trovare sistemazioni per la durata del corso di studi universitari. La città è invasa da studentati di lusso che propongono stanze a centinaia di euro a notte e che stanno incoraggiando le stesse università americane a traslocare in altre città della toscana”.
Beh! Tutto si può dire, ma che la Toscana manchi di suolo è difficile da sostenere. Sempre che non si pensi al suolo come nel caso dell’Aeroporto di Firenze dove si pretende di far passare un cammello nella cruna di un ago (quando esiste già un aeroporto di eccellenza come quello di Pisa). Lì, a quanto pare, non vale il principio moderno del razionale sfruttamento del suolo.
Peccato che ormai siano stati spezzati i legami sociali. Sarebbe bello vedere raccogliere qualche migliaia di firme (poiché il tema non riguarda solo gli studenti, ma tutti i fiorentini che amano la civiltà di Firenze), e poi dopo averle consegnate al Primo Cittadino vedere se i nobili di Palazzo Vecchio farebbero ancora gli orecchi da mercante (modo di dire che indica l’atteggiamento di chi, per proprio comodo, finge di non sentire o di non capire quello che gli viene detto).
