Forse l’essere umano si è “addomesticato” da solo: un’ipotesi interessante (di Ugo Cirilli)

Per quanto la cronaca, talvolta, enfatizzi involontariamente i lati negativi dell’umanità, non dobbiamo dimenticare quanto la nostra specie è riuscita a costruire e a organizzare nei secoli. Viviamo in centri urbani sempre più grandi, gestiamo rapporti sociali con tante persone, ci confrontiamo costruttivamente con il prossimo scambiando opinioni e punti di vista…

Tutto questo è indubbiamente frutto della nostra lunga storia evolutiva, basata sulla cooperazione, nonché della riflessione sui valori del vivere civile in società.

Il mondo scientifico ci suggerisce un nuovo, sorprendente elemento che può contribuire a spiegare il successo “sociale” della nostra specie: l’auto-addomesticamento.

Un fenomeno legato all’evoluzione

Alludere all’atto di “addomesticare” riferendosi all’uomo può spiazzare.

L’idea dell’auto-addomesticamento umano, però, si basa anche su un confronto accurato tra noi, i nostri progenitori e alcuni animali che, dallo stato selvatico iniziale, sono entrati a far parte dei “pet”. È il caso, ad esempio, dei cani. Osservando questi animali, si nota che essi presentano delle differenze evidenti rispetto alla loro “controparte” selvatica, il lupo: un’indole più mite e socievole con le persone, una struttura fisica in genere meno possente.

Si pensa che tali caratteristiche siano il frutto di una lunga storia di collaborazione e convivenza con l’uomo. Così, i ricercatori si sono domandati se un fenomeno simile non abbia interessato anche gli umani nell’evoluzione: un graduale passaggio da una versione più “selvaggia”, robusta e impulsiva, a una dalla costituzione più esile e dal temperamento collaborativo.

Sembra che gli uomini moderni presentino una corporatura meno massiccia dei Neanderthal, come gli animali domestici quando sono paragonati ai”parenti” selvatici. Appare inoltre chiaro che, rispetto ai Neanderthal, la nostra attitudine è molto più adatta ai rapporti con gli altri, vista la complessità della vita sociale di oggi.

Uno studio dell’Università di Barcellona ha riscontrato poi un dato interessante: l’essere umano attuale presenta affinità genetiche con alcuni animali domestici, ma non con la loro versione selvatica.

Com’è avvenuto l’autoaddomesticamento?

Chi ci avrebbe addomesticati, rendendoci più pacifici e meno muscolosi? Entra così in gioco l’ipotesi dell’auto-addomesticamento: ci saremmo addomesticati da soli.

Per sapere come questo sia avvenuto (e se le cose siano andate davvero così) occorrono ulteriori studi. È comunque possibile ipotizzare che, nella storia evolutiva umana, gli individui collaborativi e amichevoli siano stati scelti più spesso come partner. Si sarebbero quindi riprodotti maggiormente rispetto a quelli più ostili, tramandando i propri geni alle generazioni successive.

Già nel 1871, del resto, Darwin scrisse: “Per molti aspetti possiamo considerare l’uomo come se fosse stato addomesticato da tanto tempo”.

L’ipotesi dell’auto-addomesticamento, per quanto ancora da esplorare a fondo, è particolarmente attuale. In un’epoca in cui, troppo spesso, si pone con pessimismo l’accento sugli squilibri del mondo (guerre, pregiudizi su base etnica o religiosa etc.), ci ricorda quanto la nostra specie abbia spontaneamente cercato e valorizzato la convivenza pacifica e la cooperazione.

Suona inoltre come un monito: non dobbiamo coltivare sciocchi miti di autoaffermazione basata sul confronto spietato, sull’egoismo, su una visione del tipo “io contro tutti”. La chiave del successo sembra piuttosto, da secoli, la collaborazione con il prossimo.

Per approfondire:

Thefanopoulou, C., Gastaldon, S., O’Rourke, T., Samuels, B. D., Messner, A., Martins, P. T., Delogu, F., Alamri, S., Boeckx, C. (2018). Self-domestication in Homo sapiens: Insights from comparative genomics. PLOS ONE; DOI:10.1371/journal.pone.0185306