L’espressione “genitori elicottero” (“helicopter parents”) indica quelle madri e quei padri che dimostrano un atteggiamento esageratamente protettivo verso i propri figli, anche quando questi si avvicinano all’età adulta. È stata coniata dallo psichiatra Foster W. Cline e dall’esperto di educazione infantile Jim Fay, nel loro libro “Parenting with love and logic: teaching children responsability”. Dal 2011 figura nei dizionari di lingua inglese. La definizione di “elicottero” ha un significato metaforico: i genitori con questa caratteristica tengono sempre sotto stretto controllo i figli come se li osservassero dall’alto, volando sopra di loro. Alla minima difficoltà incontrata da bambini e ragazzi intervengono, anche quando non sarebbe assolutamente necessario. A volte tendono ad anticipare possibili criticità tentando di “appianare gli ostacoli”, di semplificare ogni situazione.
Per i figli questo atteggiamento genitoriale può comportare nel tempo problemi di autostima, di controllo emotivo e, in genere, una scarsa autonomia. Abituati alla presenza costante e iperprotettiva dei genitori elicottero, la loro capacità di affrontare le difficoltà e le emozioni negative non si sviluppa come dovrebbe.
Come mai alcuni genitori agiscono in questo modo, ostacolando la maturazione emotiva e l’autonomia dei figli quando vorrebbero aiutarli?
Una ricerca recente delle Università del Texas e del Nebraska ha esplorato la delicata questione. Gli scienziati hanno svolto due studi.
Genitori elicottero, due caratteristiche
Nel primo, a 320 genitori di giovani adulti veniva chiesto di rispondere a un test che valutava il loro grado di “overparenting”, ossia di genitorialità iperprotettiva, nonché il loro livello di perfezionismo. Il secondo studio ha coinvolto 290 coppie genitore-figlio giovane adulto. In questo caso erano i figli a rispondere a domande sul genitore e sul suo stile educativo/parentale.
I risultati della ricerca hanno messo in luce due caratteristiche dei genitori elicottero: il perfezionismo e la forte ansietà.
Il perfezionismo nel rapporto con i figli
Le persone molto perfezioniste tendono facilmente all’insoddisfazione e si danno obiettivi rigidi e ambiziosi, in base ai propri ideali di autorealizzazione. Questo atteggiamento mentale viene esteso alla crescita e all’educazione dei figli, considerati parte del proprio successo o insuccesso personale. Per tale ragione, possono mostrarsi iperprotettivi: vogliono evitare alla loro prole dei fallimenti che vivrebbero anche come sconfitte personali. Come spiegato dai ricercatori, questo non significa che tali genitori non si preoccupino realmente dei figli. Il problema è che trasferiscono su di essi le loro insicurezze, l’ossessione di costruire un’apparenza vincente. Arrivano a misurare il proprio valore personale di genitori sulla base di aspetti esteriori, dei successi ottenuti dai propri figli piuttosto che dalla loro crescita interiore.
Gli effetti dell’ansia
L’ansia risulta essere un altro elemento chiave. Dai dati emersi nella ricerca, alcuni genitori elicottero tendevano a rappresentarsi mentalmente problemi e complicazioni che potevano accadere ai figli, prima ancora che si verificassero. Vivevano quindi in “allerta”, con la mente rivolta a possibili rischi ed esperienze negative. Una tendenza che li portava ad essere presenti in maniera invadente nella vita di ragazzi e ragazze, intravedendo difficoltà dietro ogni angolo.
Sembra che questo aspetto sia particolarmente accentuato nei genitori che provano dei rimpianti legati alla loro vita: nell’ossessivo tentativo di evitare ai figli gli stessi errori, adotterebbero l’approccio “elicottero”.
Questa ricerca ci fa capire chiaramente quanto sia importante, per un genitore, conoscere la propria interiorità e ammettere debolezze, ansie, paura. Accettare il fatto che anche un fallimento, una frustrazione a volte aiutano a crescere, permetterà di accompagnare i figli nel cammino della vita dando loro la giusta autonomia.
Studio citato
Segrin, C. et al. (2020). Overparenting is associated with perfectionism in parents of young adults. Couple and Family Psychology: Research and Practice, 2020; 9 (3): 181 DOI: 10.1037/cfp0000143
Ugo Cirilli è nato a Pietrasanta nel 1985, laureato in Psicologia Cognitiva Applicata all’Università di Bologna ha poi conseguito un master in Mental training, ha frequentato corsi di marketing e di gestione delle risorse umane, tecnico della progettazione e promozione turistica (Fondazione Campus, Lucca). Ha scritto su siti internet di cultura e attualità, tra questi scrivo.me portale del Gruppo Mondadori). Come scrittore ha esordito con il romanzo “Un accordo maggiore in sottofondo” (edizioni Toscana Today, 2019).