Il presidente di ARAT Roberto Nocentini: “Razze testimoni di tradizioni e legami con il territorio che non devono andare disperse”.
L’occasione per rilanciare l’allarme è stata la partecipazione romana dell’Associazione Regionale Allevatori della Toscana al Villaggio Coldiretti di metà ottobre al Circo Massimo, al quale hanno partecipato con l’esposizione di alcuni dei migliori soggetti delle razze Maremmana, Pontremolese, Garfagnina, e Mucco Pisano.
“Le attitudini e le caratteristiche di razze testimoni di tradizioni e legami col territorio non devono andare dispersi” dichiara il presidente di ARAT Roberto Nocentini. “Purtroppo, nel corso degli ultimi anni, i numeri legati alla loro consistenza all’interno degli allevamenti toscani è via via diminuito anche a causa dello scarso ricambio generazionale degli allevatori, costretti a fare i conti con le crescenti difficoltà ambientali ed economiche che questo tipo di allevamento richiede, anche se non dobbiamo dimenticare che numerosi agriturismi dove si organizzano fattorie didattiche e altre iniziative che puntano a valorizzare la biodiversità, stanno manifestando nei confronti di queste razze una crescente e interessante attenzione”.
“Riteniamo però fondamentale” conclude il presidente Nocentini, “che anche la ricerca scientifica si concentri e sviluppi progetti di salvaguardia di razze che rappresentano una parte molto importante di quelle antiche tradizioni rurali di cui la Toscana va fiera. ARAT è e sarà sempre impegnata in questo percorso, e iniziative come quelle del Villaggio Coldiretti non possono che favorirlo per salvaguardare e valorizzare le razze di bovini da carne autoctone”, conclude Nocentini.
(foto: Ufficio stampa ARAT)
