Se si inizia a cucinare, ci vogliono dei contenitori che possono accogliere e dividere i singoli alimenti delle ricette
Potrà sembrare banale come utensile, questo. Ma tanto banale non è. Si tratta di qualcosa che non può prescindere da chi si approccia alla cucina. Non si può parlare di lavorazione del cibo se prima non si considera che il cibo deve essere trattato all’interno di contenitori.
Bisogna anche dire che determinate preparazioni, come la pasta all’uovo o altri impasti di farina, non hanno propriamente bisogno di un recipiente. La spianatoia, che altro non è che una grossa tavola di legno dove stendere la farina e impastarla con gli altri ingredienti, è sufficiente al lavoro da fare. Per tante altre preparazioni, non si può fare diversamente.
La bacinella, o le bacinelle, circoscrivono lo spazio degli ingredienti su un banco di lavoro. Oltre al fatto di evitare che possano cadere o mischiarsi in momenti in cui non è necessario della ricetta. Ne esistono di varie forme e dimensioni. Partendo dalle più piccole definibili ciotoline fino alle ciotole più grandi e arrivare alle bacinelle vere e proprie. Che in alcune culture culinarie e in determinate preparazioni possono arrivare anche ad essere dei veri e propri secchi se non più grandi.
Ma bisogna partire anche qui dai materiali. In cui si ripete la differenza tra plastica, metallo, ceramica e vetro. Tutti con i loro pregi e difetti. Tutti con le loro particolarità. In cui voglio portarvi per farvi capire dove è possibile fare cose e dove non è possibile farle.
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Matteo Baudone, giornalista. E’ nato a Pietrasanta nel 1984.