“Grande Reset”, i “Rettiliani” governeranno il mondo?

di FRANCESCO SINATTI – L’annichilimento umano rientra oggi in Europa dalla finestra con il “modello cinese” del controllo sociale.

Un girone dantesco chiamato “comunità internazionale”. “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate” il riecheggiar di queste parole fra Dante e Virgilio alle porte dell’inferno è la rappresentazione plastica dell’inquietudine che coglie ognuno di noi prima di affrontare l’ignoto.

Dopo due anni di pandemia la gente è cambiata geneticamente, ma anche e soprattutto psicologicamente, la paura dell’ignoto e del futuro, si sono sostituite alle “magnifiche sorti e progressive” delle società del dopoguerra, le quali avevano sperimentato modelli nuovi, governi a forte impronta socialdemocratica, nei quali splendeva “il sol dell’avvenire”, sostituendosi ai cupi echi della guerra e al clangore delle armi in tutta Europa.

Il patto sociale, “dalla culla alla tomba”

Un “mondo nuovo” voleva dimenticare velocemente il secondo conflitto mondiale per tuffarsi nel boom economico degli anni Sessanta, tutto era cambiato, perché la speranza e le aspettative di un mondo “nuovo” erano nelle menti, e nei cinquanta triliardi di cellule di uomini e donne che vollero che il mondo rinascesse all’ombra di pace e benessere, per tutti coloro che credettero “al sogno americano”: casa, decappottabile, lavatrice e TV personali, come si dice di “proprietà”.

Non lo sapevano, ma erano (in qualche modo) già manipolati, da chi quel “mondo lì” lo aveva pensato, la società dei consumi e del patto fra Stato e cittadino (lavoratore), come “assistito dalla culla alla tomba”.

È stato un tripudio finché è durato, per uomini e donne, che erano nati dalla parte giusta del mondo, l’Europa, dove il nove per cento degli abitanti del globo ha consumato, per almeno sessant’anni, il novanta per cento di ciò che l’economia mondiale produceva; poi all’alba del nuovo millennio, come ogni bella favola, la “carrozza” è ritornata “zucca”, senza che la gente se ne accorgesse, fino ad oggi, il mondo era però cambiato nel frattempo. La Cina era entrata nel WTO (World Trade Organization).

“La società della Paura” e la psicosi della pandemia

“Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta,
una lonza leggera e presta molto,
che di pel macolato era coverta;

e non mi si partia dinanzi al volto,
anzi ’mpediva tanto il mio cammino,
ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto”

Dante vorrebbe cominciare la salita, che si profila al di là della “selva oscura”, ma tre belve ferine gli sbarrano la strada: fra loro la “lonza”, una sorta di leopardo, che allegoricamente non solo impedisce al poeta di proseguire, ma è la rappresentazione figurata della “cupidigia” (secondo il Sommo), la causa più profonda della corruzione della società. Dante indietreggia, ha paura.

Paura, come rappresentazione della realtà che ognuno proietta con il proprio cervello, trasposizione di “fantasmi che albergano nel nostro inconscio”, mostruose figure deformi, animali chimerici, cupe atmosfere che inducono ad una visione “tubolare” della realtà, “il terzo occhio”, improvvisamente vede solo ciò che si para davanti all’altro ingresso del tunnel, il campo visivo di chi è sotto l’effetto del proprio invisibile inconscio impazzito, che in lui alberga, fonte d’incubi spaventosi che lo possiedono e lo sconvolgono, fatta questa trasmutazione, nulla sarà più razionale.

Covid-19: “Trigger” del cervello rettiliano

Sembrano esserci proprio tutti gli ingredienti della “favola medievale” in ciò che ha rappresentato la pandemia per la comunità internazionale, che non conoscendone più una da data immemorabile, dunque non portandone memoria, ha strumenti per difendersi tra realtà ed allegoria affievoliti, se non del tutto assenti.

Un “virus chimera”, quale migliore incubo, piombato all’improvviso da un Oriente sconosciuto ed estremo, poteva di fatto suscitare tutte le paure più irrazionali del mondo, come un Virus innestato con due catene corte di Dna dell’HIV immunodepressivo, detto COVID 19?

Di cosa si dovrebbe avere paura, se non di un misterioso virus mortale, di fatto invisibile, perfetto “spill over” per l’inconscio di milioni di persone che ne subiranno gli effetti, non solo fisici, ma anche soprattutto psichici, un’entità sconosciuta e incontrollabile che può varcare qualsiasi confine con la rapidità di una pandemia?

Voilà, ecco pronto in un laboratorio BLVS4, ad alta manipolazione di materiale genetico e virale, a Wuhan in Cina, un virus “costruito” dai biologi, con la precisione di un orologiaio del demonio che “gioca” con la materia di Dio, fino a trasformarla in sistema per il controllo delle società attraverso la “paura” dell’ignoto e le sue conseguenze.

Il modello cinese per l’Europa

Niente di nuovo sotto il sole, “la fissa” del controllo del mondo uscita dalla porta con i regimi “messianici” (nazista e comunista), oggi rientra dalla finestra con il “modello cinese” del controllo sociale attraverso l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie di riconoscimento facciale!

Questi modelli non sono però radiosi e rassicuranti come quelli che misero in moto miliardi di persone negli anni Sessanta, scatenando il boom economico mondiale che ci ha portato a “magnifiche sorti e progressive”; assomigliando piuttosto, ai racconti distopici di Orwell in “1984”, o ad atmosfere che si respirano in “Metropolis” di Fritz Lang: “….film muto del 1927 diretto da Fritz Lang, considerato il suo capolavoro… ambienta il film in un futuro distopico (nel 2026, ossia 100 anni dopo rispetto a quando è stato scritto) in cui le divisioni classiste sembrano accentuarsi. Il film è tra le opere simbolo del cinema espressionista ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno…”.

Del resto, un incombente senso “d’inquietudine”, non ha forse colto tutti noi, con i “lockdown” susseguitisi durante la sedicente “pandemia” che ha travolto le nostre vite, sottoposte ad uno spietato controllo sanitario, oltre ad indurre, coloro che ne sono stati coinvolti, a proiettare i peggiori incubi e fantasie sulla “fine del mondo”.

Il bombardamento di stimoli negativi ha suscitato reazioni che hanno risvegliato, in molti, il “cervello rettiliano”, un cervello ancestrale spinto solo dagli istinti: “…Il cervello rettiliano è fonte di una fortissima spinta a sopravvivere che anticipa ogni ragionamento. È un puro esecutore, dotato di specifici suggerimenti o “sistemi motivazionali non sociali” che ci guidano nel raggiungimento delle mete base per la sopravvivenza..”.

Non è che intorno a noi, non ci sono più solo esseri umani, dotati d’anima ed empatia, ma, sotto mentite spoglie, si aggirano anche “lucertoloni” con sembianze umane?

Sono loro che governeranno il mondo (o già governano) a nostra insaputa? Chissà… Lo sapremo presto, se Lizard (la lucertola), temibile avversario dell’Uomo Ragno, avrà deciso di dominare il globo a sua immagine e somiglianza, “by Marvel comics”.

(foto: licenza pxhere – https://pxhere.com/it/photo/981771)