I mie gioielli

di MORENO BUCCI – A Camaiore ho ritrovato due vecchi amici, Valdo Spini e Carlo Carli, due capolavori per chi fa politica per il bene comune.

A Camaiore ho ritrovato due dei migliori risultati della mia vita politica.
Carlo Carli ha presentato nella Biblioteca di Camaiore l’ultimo libro di Valdo Spini “Sul colle più alto”.
Li ho raggiunti e li ho salutati così: “voi siete i miei gioielli!”, ma non erano figli dei Gracchi.
Erano l’incarnazione di due “capolavori” politici. Per chi fa politica per il “bene comune” ci sono avvenimenti che riempiono di significato il proprio agire.

Nel 1968, in occasione di una sua conferenza a Viareggio, Tristano Codignola chiese un responsabile della sinistra lombardiana per la provincia di Lucca. La scelta cadde su di me.
Valdo Spini era sempre stato in contatto con noi. Era molto stimato ed apprezzato.
Per farlo entrare nel Comitato Centrale del PSI era necessario sostituire Enzo Enriques Agnoletti e molti avevano timore a fare questa richiesta, certo non facile. Fui io a perorare la sua causa nella riunione della corrente, di fronte a Lombardi ed agli altri dirigenti.

Nel 1979 c’era da fare le liste per le elezioni politiche.
Valdo mi suggerì di candidarmi alla Camera dei Deputati.
“No, Valdo – gli risposi – io non ho chances: posso ottenere molte preferenze nella provincia di Lucca, ma non otterrei gran che a Pisa, Livorno e Massa-Carrara.”

Gli proposi invece di presentarsi lui, che avrebbe avuto il sostegno di tutte le province e molte più possibilità di riuscire.
Fu così che Valdo si candidò alla Camera.
Noi si fece una campagna elettorale formidabile, poiché l’abbinammo a Paolo Barsacchi, che era candidato al Senato.
Vennero eletti entrambi: Valdo deputato, Paolo senatore.
In provincia di Lucca Spini prese circa 4.000 delle più di novemila preferenze ottenute.

Nel 1994 Carlo Carli era segretario della Federazione di Lucca del PSI.
C’era la nuova legge elettorale maggioritaria che non prevedeva più la scelta del candidato con le preferenze; vinceva chi otteneva il maggior numero di voti nel collegio.
Il PSI partecipava all’Alleanza dei Progressisti, composta da formazioni politiche della sinistra, post-comuniste, socialiste, laiche, cattolico-progressiste e ambientaliste.
Al PSI era stato assegnato il candidato per il Collegio di Viareggio.

Per la designazione dei candidati il PSI aveva deciso un incontro tra gli esponenti della Segreteria nazionale e la dirigenza locale. A Lucca fu deciso che dovessi andare io all’incontro per scegliere la candidatura.
Ricordo che non c’erano volontari… Io riuscii ad avere la disponibilità, oltre al segretario, di due o tre esponenti capaci e rappresentativi della realtà del collegio, per decidere insieme alla segreteria nazionale quale scegliere.

Con questi nomi andai a Roma. A decidere c’era il segretario nazionale Del Turco, Benvenuto ed un terzo che non ricordo.
Nell’anticamera però trovai Lelio Lagorio che, con una delegazione, era giunto a Roma per perorare la causa di Nencini come candidato nel collegio di Viareggio.
A quel punto non potevo discutere con Del Turco chi sarebbe stato meglio; dovevo sceglierne uno e puntare su quello, contrapponendolo a Nencini.

Telefonai a Carli, spiegandogli la situazione e chiedendogli di togliere subito la riserva per poterlo candidare. Così fu ed entrai al confronto con Del Turco con in tasca la sua candidatura.
Prima di me era stato sentito Lagorio, che candidò Nencini.

Usai due argomenti per candidare Carlo: in primis era il segretario della Federazione Socialista, e poi, dovendosi votare in un collegio che comprendeva comuni della Versilia e Vecchiano – e Carli era stato assessore con un sindaco comunista a Pietrasanta – era naturale ottenere il voto degli elettori comunisti, mentre per Nencini, paracadutato da Firenze, questo era molto più difficile..
Carlo fu candidato.
Divenne deputato vincendo il collegio con il 39,62% dei voti.