L’Inchiesta di FRANCESCO SINATTI – Un trattato segreto del quale sappiamo solo che è stato ceduto un pezzo di mare italiano alla Francia.
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I rappresentanti della politica, “quinta colonna” della Francia
Molti dei nostri rappresentanti politici “flirtano” con la Francia, da tempo, fra queste “anomalie” si rinvengono circostanze in cui l’Italia avrebbe “sacrificato”, non si sa a che pro’, la propria fascia di acque territoriali fra Toscana e Sardegna a favore dei cugini francesi, senza nessuna contropartita evidente. Udite! udite! …
Tutto ciò, sarebbe avvenuto durante il governo Gentiloni, seguìto a stretto giro, dal governo Renzi, tutto ciò sarebbe accaduto “sotto al naso del Parlamento italiano”, senza che si levasse nessuna vera voce di protesta, salvo quella di Fratelli d’Italia, che poi sarà, invece, il “garante” della ratifica del trattato ad opera di Draghi.
Quindi, con “un grazie Graziella e grazie…al ca…”, agli italiani come sempre in altre cose affaccendati, che non hanno realizzato come un “pezzo di mare italiano” sia stato ceduto alla Francia, passando sopra le loro suddite teste.
A questo proposito, facciamo due passi indietro, vediamo meglio che cosa successe, nel dettaglio, con una ricostruzione cronologica allucinante degli eventi, che coinvolgono, a tutti gli effetti, molti dei partiti italiani che hanno fatto fortuna in questi anni!
L’Accordo di Caen
“…L’accordo bilaterale di Caen è stato firmato dai governi italiano e francese il 21 marzo 2015 dopo una lunga trattativa iniziata nel 2006. L’accordo però non è mai stato ratificato dal Parlamento italiano e quindi al momento non può entrare in vigore. Quindi, oggi, non c’è nessuna variazione dei confini marittimi tra Italia e Francia”. Riprendiamo direttamente da Repubblica del 12 aprile 2018. “….L’accordo bilaterale di Caen è stato firmato dai governi italiano e francese il 21 marzo 2015 dopo una lunga trattativa iniziata nel 2006. L’accordo però non è mai stato ratificato dal parlamento italiano e quindi al momento non può entrare in vigore. Quindi, oggi, non c’è nessuna variazione dei confini marittimi tra Italia e Francia…(però è stato firmato, quindi qualcuno in futuro ratificherà)”.
Perché è scoppiato (di nuovo) il caso
Il 18 marzo Giorgia Meloni sulla propria pagina Facebook scrive: “In assenza di un intervento del Governo italiano, il 25 marzo entrerà in vigore il Trattato di Caen con il quale verranno scandalosamente sottratti al Mare di Sardegna e al Mar Ligure alcune zone molto pescose e il diritto di sfruttamento di un importante giacimento di idrocarburi recentemente individuato”.
La polemica divampa in Parlamento, Fratelli d’Italia sembra avere un rigurgito “sovranista”, e con “…spirto guerrier…”, e di romantico patriottismo foscoliano, crea il caso politico.
Qualche tempo dopo apprendiamo, però, sconcertati che “Ubi maior,minor cessat”, anzi diremmo proprio la sovranità dell’Italia fini nel “cesso”, allo stesso modo con cui ci fini “l’Italia liberata da Napoleone”, con il trattato di Campoformio, “sic transit gloria mundi”… Del resto, come dire di “no” all’uomo di Goldman Sachs “il misterioso mestatore” del “Britannia” nel 92, che fu proprio lui a introdurre con un discorso “la fine della sovranità della prima repubblica”.
Voilá…in un colpo solo, l’Italia ritorna da dove era venuta prima del 1860, in mano alle massonerie Franco-Britanniche (si può dire?):
“…Gli ospiti erano l’alto comando dell’economia di Stato italiana: il presidente di Bankitalia Ciampi e l’onnipresente Beniamino Andreatta, i due artefici del “divorzio” tra Bankitalia e Tesoro all’inizio degli anni ’80; c’erano i vertici di Eni, Iri, Comit, Ina, le aziende di Stato e le partecipate al gran completo. C’era, a introdurre il consesso, il direttore generale del Tesoro Mario Draghi. Fu lui a tenere la relazione introduttiva sui costi e i vantaggi delle privatizzazioni. Dicono che dalle sue parole trapelasse un certo scetticismo e forse è vero. Di certo, terminata la prolusione, sbarcò senza proseguire alla volta del Giglio. Ma non c’era scetticismo che tenesse. L’operazione avviata in quella mezza giornata sul mare era in realtà già stata decisa….. Anche e soprattutto perché quella gigantesca dismissione dei beni italiani era condizione imprescindibile per entrare nella nascente moneta unica. “Ce lo chiedeva l’Europa” (Il dubbio” 22 agosto 2018, “Estate 92, la crociera sul Britannia…”)
Trattato di Caen e trattato del Quirinale, Draghi ratifica
Lo stesso uomo della crociera sul Britannia, lo ritroviamo a cavallo della vicenda, che vedrebbe la sovranità italiana ceduta alla Francia, sulla questione delle acque territoriali appena accennate. Sarà un caso? Mentre il giornalone radical chic Repubblica faceva il “pompiere” sulla questione “…al momento non può entrare in vigore. Quindi, oggi, non c’è nessuna variazione dei confini marittimi tra Italia e Francia...” (2018). Solo qualche anno dopo, ritroviamo Draghi, il travet della finanza internazionale, che ratifica il trattato con gli applausi di tutto il Parlamento “italiota”, compresi i famigerati Fratelli (coltelli) d’Italia!
Olè! in un colpo solo, la sovranità dell’augusto membro contribuente e fondatore dell’Unione Europea, l’Italia, viene per l’ennesima volta fatta strame per la stalla dei benpensanti? Chissà?
Cosa sia stato ratificato veramente, fra Francia e Italia, nel subentrante “trattato del Quirinale”, sottoscritto da Draghi e Macron, è da capire più approfonditamente, ma due passaggi del commento alla vicenda ci allarmano, cioè a dire: cosa sarebbe successo veramente prima della ratifica.
Cosa si apprende infatti? “…All’inizio, il trattato avrebbe dovuto essere firmato nell’autunno 2018, ma tra l’estate del 2018 e l’estate 2019 i rapporti tra Francia e Italia si sono deteriorati, con la nascita del primo governo Conte. I lavori per la scrittura del trattato sono poi ripartiti nel febbraio 2020, con il secondo governo Conte II, in particolare dopo l’incontro a Napoli tra il primo ministro Conte e lo stesso Macron…”. Il governo giallo-verde, certamente più sovranista di quelli che lo hanno seguito, aveva creato delle “frizioni” con la Francia, dunque la sottoscrizione salta, ma qualche tempo dopo “qualcosa cambia”.
Il leghista Claudio Borghi
Lo chiarisce proprio un parlamentare della Lega, Claudio Borghi. Il 16 novembre 2021 Borghi scriveva sul suo profilo Twitter: “Spero non sia vera la notizia che vede Macron a Roma settimana prossima per firmare un trattato, cosiddetto del Quirinale, di cui nessuno sa nulla nonostante molteplici interrogazioni”. Con tono polemico, il senatore si chiese: “Ricominciamo con il vendere il mare?”.
Con quest’ultima domanda, Borghi fa riferimento ad una questione che la destra ha rilanciato più volte in passato e riguarda il cosiddetto “Accordo di Caen”, un trattato firmato nel 2015 che avrebbe dovuto definire una volta per tutte i confini marittimi di Italia e Francia, fino ad allora regolati da una serie di consuetudini e patti siglati in passato”. La questione, essendo di “lana caprina”, la lasciamo “al buon intenditor poche parole”, la chiosa sul “sedicente Trattato del Quirinale è stata ovviamente la ratifica sotto l’egida della Presidenza della Repubblica. Peggio mi sento! direbbe qualcuno. In effetti, peggio ci sentiamo, sapendo che: “…sulla stessa linea di Borghi sono le critiche avanzate da Fratelli d’Italia. In un post del 19 novembre 2021, la presidente del partito Giorgia Meloni ha scritto di essere preoccupata perché, a suo dire, ‘nessuno’ ha visto ‘ufficialmente’ il testo del “Trattato del Quirinale”. Anche la Meloni ha poi sollevato il pericolo di un accordo simile a quello di Caen, ‘con il quale l’Italia avrebbe ceduto, se Fratelli d’Italia non avesse sollevato lo scandalo, pregiate parti delle sue acque nazionali alla Francia… (https://pagellapolitica.it/articoli/il-nuovo-trattato-con-la-francia-che-divide-il-centrodestra).
Scusate la brutalità
Scusate la brutalità. Ma nessuno ha letto! Che c…. di trattato abbiamo sottoscritto? Nessun rappresentante del popolo sovrano ha obiettato che non si poteva firmare un trattato al buio?
Un trattato con delle “clausole segrete” come quello di pace ratificato a Versailles il 10 febbraio 1947? Ma chi sono questi parlamentari e membri del governo che “firmano” senza sapere cosa “firmano”? Glielo ha chiesto l’Europa o glielo ha chiesto il partito? Chi sono questi “francesi” che tutte le volte fanno “il gioco delle tre carte” come gli imbonitori (sull’autostrada Napoli-Salerno) facendoci firmare trattati capestro?
Ma del resto, cosa è rimasto di “sacro” in Italia? Nemmeno la sovranità del “El Pueblo Unido Jamás Será Vencido”.
— FINE —
Francesco Sinatti è nato a Siena, esperto di giornalismo di inchiesta.