Il dottor Mariano Amici: i Vaccini Covid minano le difese immunitarie

di ALDO BELLI – Intervista. Gli effetti nei vaccinati Covid e l’omissione della vigilanza attiva da parte del Sistema Sanitario Nazionale.

Il dottor Mariano Amici è stato la mosca bianca della Sanità italiana nella gestione della pandemia e continua ad esserlo tutt’ora, il suo stendardo è: “Continuiamo a far maturare le coscienze”.

Mainstream è una parola frequente sui giornali e nel dibattito politico, ma con la disinvoltura tipica degli slogan che finiscono per adattarsi ad ogni circostanza: generalmente riferita all’omologazione della voce di chi detiene il potere dell’informazione e del condizionamento dell’opinione pubblica. In verità, il significato originale di “mainstream” è molto più puntuale: nasce nel mondo del jazz dopo gli anni Cinquanta per indicare uno stile basato su convenzioni comunemente accettate, diventa poi un’espressione usata prevalentemente in ambito artistico (musica, cinema, letteratura, ecc.), per indicare la corrente più seguita dal grande pubblico. Il termine, però, può anche avere una connotazione dispregiativa, per indicare quegli artisti che sono spinti da motivazioni puramente commerciali (Treccani docet). Nel mainstream, dunque, finisce l’anima dell’arte e inizia il Dio Denaro. Il punto della conversazione con il dottor Amici è proprio questo: quanto di fronte al Covid è prevalsa l’anima della scienza medica, e quanto invece hanno avuto il sopravvento i grandi interessi economici.

Il dottor Amici sotto il camice bianco si è portato appresso il buon senso delle sue umili origini contadine: quanto sostiene, infatti, può apparire sconcertante per la sua semplicità, oltre ad essere razionalmente sostenuto dai principi della medicina. Possiede alle spalle una lunga carriera in ambito universitario e ospedaliero che include quindici anni di Pronto soccorso e Chirurgia d’urgenza, mentre era al tempo stesso medico di base sul territorio. Laureato in medicina e chirurgia con 110 e lode a ventisei anni, alla sua formazione di medico chirurgo aggiunge rapidamente una serie di specializzazioni: Scuola di Sanità militare, Chirurgia dell’apparato digerente, Chirurgia d’urgenza e pronto soccorso, Criochirurgia. E’ stato anche ufficiale medico e dirigente del Servizio Sanitario presso il Centro Informazioni e Difesa Elettronica.

Dottor Amici, partirei dal titolo del suo ultimo libro: “Covid: verità e libertà negate”. Quali sono le verità negate?

“Hanno negato la cura del Covid per far passare i vaccini come unico toccasana. E invece non è assolutamente vero. Non è necessario fare il vaccino che indebolisce il sistema immunitario, la malattia Covid si cura come un’influenza”.

Non mi pare che la sua tesi abbia avuto molto successo.

“Dipende dal punto di vista. Io non lo dico oggi, l’ho detto fin dall’inizio, già dal 1 marzo 2020. E da allora ho un’agenda dalla quale risulta che ho curato in Italia, gratuitamente, oltre diecimila pazienti tutti guariti al proprio domicilio, non ho avuto mai la necessità di ricoverare nessuno, ma soprattutto non ho avuto alcun decesso. Nelle reti nazionali mi davano dello ‘studentello’, hanno detto che le mie indicazioni non possedevano nessun senso. Che ero deleterio. Quando privi di senso erano e rimangono i vaccini”.

Quindi, come si cura il virus?

“Non c’è cura per il virus. Il virus guarisce esclusivamente attraverso la risposta immunitaria e attraverso la febbre. Togliere la febbre come hanno indicato di fare con vari farmaci, significa mettere il paziente in condizioni di poter subire complicazioni gravi, e quando questo accade non c’è più niente da fare o diventa molto difficile. Il primo compito è quindi quello di non far arrivare il paziente alle complicazioni, che possono anche essere mortali. Ho detto subito che il vaccino non poteva proteggere dalla malattia e non impediva la diffusione come poi si è dimostrato. E mi hanno dato dello ‘studentello’. Poi dalla prima dose si è arrivati alla seconda, alla terza, e adesso si parla della quarta. Lo affermo a chiari note: più si vaccina e più il sistema immunitario si indebolisce e si va incontro alle malattie infettive: tant’è vero che oggi abbiamo ancora casi di Covid (per altro, una definizione non corretta perché la diagnosi del Covid non è una diagnosi certa)”.

Tutto è diventato Covid.

“A fronte di una diagnosi non certa, il paziente va curato a seconda del quadro clinico che presenta. Non si può fare un protocollo per una malattia la cui diagnosi non è certa. Curare un paziente in maniera incongrua applicando un protocollo che non è adatto al suo quadro clinico, significa esporlo a complicazioni; e nel caso del Covid, a differenza dell’influenza, le complicazioni possono anche essere importanti. Nel momento in cui si applica una terapia che non è congrua e il paziente muore, si tratta di un omicidio”.

Non le pare un’accusa un po’ forte?

“Niente affatto. Nel mio libro che lei citava, io parlo di assassini per coloro che hanno ucciso i pazienti attraverso una terapia incongrua”.

I medici avevano la possibilità di astenersi dal fare i vaccini? Nel nostro ordinamento giuridico esistono situazioni per le quali viene riconosciuta al medico l’obiezione di coscienza, così non è stato per il vaccino Covid.

“Io mi sono fatto sospendere per non avere fatto il vaccino. I medici erano obbligati. Sono rimasto quasi due anni senza stipendio. Si poteva avere la possibilità di alzare la voce, mentre tutti (tranne poche eccezioni) si sono beati sul diktat sanitario”.

In sostanza, questo Covid c’è ancora o no secondo lei?

“Il Covid doveva essere scomparso già tre anni fa. Se abbiamo ancora casi di tampone positivo, sono tutti legati a coloro che si sono vaccinati. Perché il vaccino poi determina lo sviluppo di varianti, e questo significa mantenere in essere il virus: se lasciamo esclusivamente l’organismo a difendersi, il virus si attenua progressivamente fino a sparire. Se, invece, noi introduciamo il vaccino che genera inevitabilmente la variante, equivale a mantenere in essere la malattia. Il virus che ancora gira non è certamente quello di tre anni fa, è un virus mutato grazie alle vaccinazioni. Altrimenti, sarebbe già finito tre anni fa”.

E i tamponi, allora?

“Dobbiamo distinguere la malattia Covid dai soggetti con tampone positivo, perché il tampone positivo è assolutamente inattendibile ed io lo dimostrato scientificamente. Nel momento in cui il tampone non è attendibile ai fini diagnostici, come si fa a sostenere che questo soggetto ha il Covid? Non dimentichiamo che hanno classificato come Covid anche i morti da trauma stradale perché avevano il tampone positivo. Un’assurdità. Quanto sono stati gonfiati i morti e il numero dei malati da Covid? Il tampone positivo non significa avere il Covid, così come il tampone negativo non significa non averlo contratto. Quello che conta è sempre ed esclusivamente il quadro clinico di fronte ad una malattia la cui diagnosi non è certa”.

Mi dica ora delle libertà negate.

“Ciascuno doveva e deve essere libero di sottoporsi alla vaccinazione. Perché deve essere obbligato ad un Green Pass per la circolazione? Non ha senso essendo basato su un tampone assolutamente inattendibile, o sul vaccino che è assolutamente inefficacie: oltre a non essere assolutamente innocuo. Questa è una libertà negata ai cittadini”.

Libertà negata può comprendere anche quella dei medici, obbligati a fare e a somministrare il vaccino?

“Esattamente. Purtroppo, siamo di fronte ad un panorama nel quale i medici che avevano capito che il vaccino non era il caso di farlo si sono fatti ricattare, hanno chinato la testa e hanno obbedito: e questo è stato un fatto grave perché se avessimo reagito in massa, quello che è accaduto non sarebbe accaduto. Molti medici sono rimasti ignari, perché purtroppo non hanno studiato sui sacri testi di Medicina ma sui libri delle case farmaceutiche. Ricordo una mia pubblicazione del 1980, quando insegnavo all’Università de L’Aquila, dove scrivevo chiaramente che la stragrande maggioranza dei farmaci erano sintomatici, e quindi non curano la malattia ma la cronicizzano: curare il sintomo significa sempre aggravare la malattia con il rischio di cronicizzarla, ma questa è una strategia commerciale delle case farmaceutiche. Se il farmaco ti guarisce, la casa farmaceutica non vende più: se viceversa, ti induce ad essere sempre malato vende sempre medicine. Le posso fare un esempio di questo assurdo?”

Prego.

“Siamo giunti a criminalizzare il colesterolo, quando il colesterolo è una sostanza indispensabile per l’organismo in quanto protegge la membrana cellulare e quindi favorisce lo scambio tra cellula e cellula, è un precursore di tutta una serie di ormoni, anche quelli sessuali come il testosterone, gli estrogeni e via dicendo. Curando il colesterolo al contrario, andiamo a creare tutta una serie di danni all’organismo”.

Gli effetti dannosi dei vaccini che si sono manifestati in numerosi soggetti continuano ad essere ignorati, non mi pare che il Sistema Sanitario Nazionale abbia preso in considerazione che esiste anche un problema di salute post-Covid da monitorare, mentre si continua a sciacquarsi la bocca con la prevenzione. Le chiedo, anche questo rientra nel concetto di “cronicizzazione” della malattia?

“Il problema è molto chiaro e semplice. Viene praticata una vaccinazione del tutto sperimentale, non possono dire che è stato sperimentato. Nel bugiardino c’è scritto che non conosciamo gli effetti avversi a distanza, significa che la sperimentazione non è terminata. Non solo, la sperimentazione nel caso di questi vaccini genetici (che vaccini non sono), dovrebbe durare almeno un cinquantennio se vogliamo essere seri; questi non-vaccini possono alterare il patrimonio genetico dell’organismo, quindi con effetti che non necessariamente vede il soggetto vaccinato, ma potrebbero vederlo i figli o i figli dei loro figli. Vogliamo bypassare questo? Allora, mettiamo a monitoraggio i pazienti vaccinati: quella che si chiama vigilanza attiva. Tanto più che tutti gli effetti avversi che avevo denunciato quando mi davano dello ‘studentello’, si stanno verificando: come ad esempio le pericarditi e le miocarditi. Non lo dicevo perché sono un oracolo, se uno conosce il meccanismo d’azione capisce pure quelli che possono essere gli effetti avversi. Lo Stato avrebbe dovuto fare, allora, quella che per legge deve essere attuata: la vigilanza attiva. Ti vaccino, tra un mese ti faccio dei controlli, dopo sei mesi, un anno, dopo tre anni, e verifico la situazione, così possiamo vedere se può esserci un nesso di causalità tra la vaccinazione e gli effetti avversi. Ma questo non lo vogliono, e neppure lo cercano. Lo Stato sta attuando un disegno criminoso, perché se vogliamo seguire la scienza dobbiamo fare quello che la scienza indica. Sperimentare significa vedere gli effetti che quel determinato farmaco provoca sull’organismo, ma se tu quell’organismo non lo metti a monitoraggio come si fa a valutarlo?”.

In cosa consiste la sua terapia post-Covid?

“Debbo premettere che anche in questo ambito ‘antisistema’ si registra un comportamento discutibile, adottando misure curative utili soltanto a chi le pratica. Io non spaccio mai sostante naturali o trattamenti come miracolosi: chi lo fa senza evidenza scientifica dei risultati che può ottenere, è un venditore di fumo. Il mio approccio parte dal concetto che nelle malattie l’organismo non deve essere curato – mi passi la battuta. L’organismo guarisce sempre da solo. Si deve mettere quell’organismo nelle migliori condizioni per potersi difendere, attraverso una terapia che io chiamo non-farmacologica. La malattia virale, lo ripeto a caratteri cubitali, guarisce attraverso la risposta anticorpale dell’organismo e attraverso la febbre: togliere la febbre significa togliere all’organismo un’arma di difesa. Con la temperatura alta i virus, i batteri, non si replicano, la malattia si ferma, e una volta che si è fermata, in tre giorni la malattia è guarita. La febbre stimola la risposta immunitaria, la quale necessità qualche giorno. Questi sono gli unici due sistemi per guarire la malattia virale”.

La medicina non serve?

“La medicina può servire a prevenire eventuali effetti avversi, da somministrare quando il quadro clinico va verso situazioni che possono essere deleterie per l’organismo, vedi un’infiammazione, un eccesso di coagulazione, allora intervieni.

Riepilogando, la sua cura principale?

“Quella di mettere l’organismo nelle migliori condizioni per potersi difendere. Non inibire mai il sintomo, poiché il sintomo è un meccanismo di difesa dell”organismo. Attenuo il sintomo solo quando provoca dei riverberi sull’organismo che possono essere estremamente fastidiosi: la febbre se arriva a 41 onde prevenire le convulsioni la modulo, ma non la stronco, la faccio scendere a 38/38,5, non a 37. Ai pazienti che hanno ricevuto il vaccino, ma anche a chi non l’ha fatto, prescrivo intanto il test della microscopia in campo oscuro dei globuli rossi per avere il quadro esatto delle condizioni del sistema immunitario. Poi curo attraverso gli alimenti. Noi ci ammaliamo fondamentalmente per due motivi: la mancanza di un’alimentazione congrua e a causa dei farmaci impropriamente utilizzati in modo deleterio. Io resetto l’organismo. Attraverso l’alimentazione l’organismo si disintossica, se permangono manifestazioni di fragilità prescrivo una serie di analisi per individuare quale sia la causa e vado a reintegrare ciò che risulta carente nell’organismo”.

Per quanti possano essere interessati, o favorevolmente incuriositi

il dottor Mariano Amici si è reso disponibile anche in Toscana, dando vita insieme al dottor Giovanni Pezone a Livorno al “Studio Medico Amici” (Via Oberdan Chiesa1, piano primo, per informazioni 0586-867145 – 0586 868500 – 333 8579563 – 338 6126395. )

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