Il ministro Maria Chiara Carrozza Con Alberto Veronesi in Cina

Il ministro M.Chiara Carrozza e lo scandalo Pucciniano

di ALDO BELLI – Mi auguro che stavolta il nuovo presidente del CNR faccia più attenzione ai consigli degli amici del Partito Democratico.

Maria Chiara Carrozza è il nuovo presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), rimarrà in carica per i prossimi quattro anni. E’ la prima donna a ricoprire questa carica nella storia del principale ente di ricerca italiano. E’ stata nominata dal ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, con il decreto firmato ieri, 12 aprile 2021. Mi associo, naturalmente, alle generali felicitazioni che le giungono in questo momento. Con un piccolo commento, se ci è concesso.

La dottoressa Carrozza è stata ministro dell’Istruzione, della Ricerca e dell’Università dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014. Appartiene al Partito Democratico. A nominarla ministro fu l’allora Presidente del Consiglio Enrico Letta, che è adesso il nuovo segretario del PD. L’Italia è un paese senza fantasia.

La mancanza di fantasia è sinonimo di tristezza. In politica qualcosa in più. Niente da dire sulla qualità professionale della dottoressa Carrozza. La domanda che dovrebbe venire spontanea ad ogni osservatore, tuttavia, è se in Italia esistano Grandi Menti, in ogni campo della vita nazionale, solo se sono targate Partito Democratico.

Le coincidenze mi inducono, quindi, a cogliere l’occasione per offrire un umile suggerimento al nuovo presidente del CNR: dottoressa Carrozza, non tenga mai conto ad occhi chiusi, nell’esercizio del suo nuovo autorevole incarico che rappresenta l’Italia nel mondo, del partito politico che l’ha indicata. Non c’è peggior servizio, per se stessi e verso gli altri, del commettere errori per colpa delle sirene.

Poiché immagino la risposta, dall’ovvio tono stupefatto e un po’ sdegnato, proseguo.

Pochi mesi dopo l’insediamento in Viale Trastevere, il ministro Carrozza disse alla segreteria di fissare un appuntamento al Maestro Alberto Veronesi (notoriamente punta di diamante della Casta dei Teatri del PD). L’incontro si tenne il 12 settembre 2013. “Le voglio presentare il mio progetto per incentivare i rapporti tra Italia e Cina, coinvolgendo anche le università italiane, è un progetto che sto portando avanti insieme ad altri nomi illustri dell’arte e della cultura italiana” si presenta Alberto Veronesi. Il ministro Carrozza, vuoi per la targa politica, vuoi per il cognome di eccellenza, vuoi per non so cosa, rimane folgorata.

Il 20 dicembre 2013, il ministro Maria Chiara Carrozza appone la propria firma sul decreto ministeriale che nomina Alberto Veronesi delegato del MIUR per la promozione dei rapporti bilaterali Italia-Cina per le Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica. Adesso, però, è d’obbligo il condizionale: nel senso che le nostre ricerche non hanno trovato il decreto ministeriale nella banca dati del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca): per cui, può essere che non sia mai esistito. Anche se a dichiararlo risulta pure la Fondazione Teatro La Fenice (Comunicato Stampa giugno 2014). Il dubbio potrebbe risolversi semplicemente concludendo che ci auguriamo trattarsi di un refuso replicato: anche perché, sebbene a posteriori, la signora Carrozza dovrebbe comunque spiegare pubblicamente su quale base di eccelse virtù nazionali avrebbe decretato di fare rappresentare l’Italia in Cina dal Maestro Alberto Veronesi.

Il ministro Carrozza dal 14 al 19 novembre 2013 si reca in visita di Stato in Cina. Tra discorsi ufficiali e strette di mano con il Vice Ministro dell’Istruzione e il Presidente della China National Space Administration (CNSA), Ma Xinrui, il Ministro della Scienza e della Tecnologia, Prof. Wan Gang, il forum con cento rappresentanti della comunità scientifica e imprenditoriale italiana e cinese, eccetera eccetera, il cerimoniale di Stato include anche il riconoscimento ufficiale in terra cinese del “Conservatorio Italia Academy di Alberto Veronesi”.

Peccato per la signora Maria Chiara, che il “Conservatorio Italia Academy di Alberto Veronesi” era una truffa. E non solo per il fatto che non esisteva al suo fianco alcun “nome illustre dell’arte e della cultura italiana” come Alberto Veronesi le aveva dichiarato nell’incontro dell’12 settembre, ma per il semplice fatto che non esisteva e non sarebbe mai esistito nessun “Conservatorio Italia Academy di Alberto Veronesi”. Anche il Conservatorio Verdi di Milano rimase incastrato nella truffa, ma non si fece abbindolare. Un ministro della Repubblica vittima di un imbroglio è il massimo immaginabile in una visita diplomatica di Stato, immortalato con tanto di depliant promozionale offerto al fotografo. Non me ne vorrà, spero, la dottoressa Carrozza se aggiungo: per fortuna che non ricopriva la carica di ministro della Difesa. Non so dire se un incidente come questo sarebbe passato liscio, nel caso di una nuova nomina come quella a presidente del CNR, di fronte alla commissione del Congresso degli Stati Uniti.

L’umile suggerimento, dunque, mi è parso appropriato di fronte alla notizia di ieri. I partiti, purtroppo, oggi non sono quelli della Prima Repubblica, dove si spartivano i posti ma nessuno avrebbe mai corso il rischio di non scegliere il migliore tra i loro. Quindi, dottoressa Carrozza, la prossima volta che un’anima politica le si avvicina, prima di metterci la faccia la sottoponga ai raggi x. Tanto più se è del Partito Democratico, anche se ad esso deve la sua nomina.