di GIOVANNI BRUNO – Stiamo assistendo ad una pericolosissima “plebeizzazione delle masse”,la regressione a una dimensione tribale
Stiamo vivendo una transizione epocale, provocata dalle crisi economico-finanziarie di inizio secolo che hanno favorito l’apparizione di nuovi fenomeni sulla scena politica, definiti generalmente sotto la categoria di “populismo”; la crisi è stata poi enormemente accelerata dalla prima pandemia del XXI secolo che nell’ultimo anno ha colpito duramente l’intera umanità, ma con incidenza e, soprattutto, conseguenze diversificate specialmente rispetto alle condizioni di vita delle popolazioni e delle varie classi sociali.
Lo abbiamo già ricordato: alle gravissime situazioni epidemiologiche di alcun paesi, le cui popolazioni sono state scientemente abbandonate dai propri governi (in particolare il Brasile di Bolsonaro e gli Stati Uniti di Trump), si sono aggiunte le epidemie sociali e razziste che hanno scatenato movimenti imponenti come Black Lives Matter, che hanno legittimamente rivendicato i propri diritti calpestati dai continui abusi.
Al contrario, le vicende di Capitol Hill hanno mostrato emblematicamente e drammaticamente la dissoluzione del sistema liberal-democratico rivelandone tutte le contraddizioni: le “carnevalate” di personaggi grotteschi (lo “sciamano” tra tutti) hanno dato il segno di quanto il fenomeno “populista” si sia propagato, nonostante la sconfitta di Trump, incistandosi e sviluppando escrescenze purulente e patologiche. Stiamo assistendo ad una pericolosissima “plebeizzazione delle masse”, sempre più mosse da emozioni primarie, in cui va prevalendo una regressione alla dimensione tribale.
Lo scontro che sta emergendo, anche nel nostro paese, è tra una visione del mondo dominata dalla moderna razionalità utilitaristica e concezioni semplificate che alimentano il sospetto e l’avversione contro il progresso, tanto politico e sociale quanto scientifico, sollevando critiche pretestuose a reali interessi dominanti dell’establishment. Come le pestilenze medievali, questi eventi hanno accentuato le paure e l’insicurezza nelle società occidentali, evocando concezioni oscurantiste e scatenando comportamenti irrazionali che favoriscono, anziché combattere, proprio gli attuali dominatori.
È questa l’essenza dell’attuale epoca: un medioevo globalizzato e confuso, attraversato da pandemie selettive che segnano inesorabilmente il declino economico-politico e la decadenza etico-sociale della civiltà occidentale.
(foto: Willard – licenza pixabay https://pixabay.com/it/photos/fantasia-albero-faccia-trib%C3%B9-4927931/ )
Giovanni Bruno è nato a Pisa nel 1961, dove insegna Filosofia e Storia al liceo scientifico Filippo Buonarroti. Laureato nel 1987 in Filosofia Morale con il prof. Barale e il prof. Amoroso. Ha pubblicato la raccolta di racconti “L’incognita passione” e “Filosofia per contemporanei. Dieci lezioni propedeutiche” (2018). Attivista nei movimenti sulla scuola, per la difesa dei diritti umani, contro la guerra, fa parte del sindacato Cobas ed è dirigente toscano di Rifondazione Comunista. La musica rock è la sua passione incurabile, è membro di uno dei più longevi gruppi sulla scena neo-psichedelica pisana The Strange Flowers. Con Flaviana Sortino, compagna di vita, ha avuto due figli: Luciano ed Emiliano.