di MORENO BUCCI – Dietro la proposta dell’elezione diretta del capo di governo c’è la volontà di consegnare ad una persona poteri fortissimi.

Ecco: ci sarebbe materia per svolgere un gran bel compitino. Rimettere mani alla Costituzione repubblicana: cioè esaminare gli aspetti che non sono stati esplicitati nella vita democratica del Paese, sottolineare quello che potrebbe riuscire a dare più slancio ai principi democratici usciti dalla guerra mondiale e dalla resistenza, ciò che potrebbe dare maggiore concretezza all’azione di governo, a tutti i livelli, dai Comuni allo Stato.
Non lo faccio e non me ne vogliate. Mi limito alla novità meloniana del premierato.
Già Renzi, che nel suo infinito egocentrismo, trovatosi a capo di un partito che aveva spopolato alle elezioni europee, si lanciò in una riforma costituzionale azzardata che venne bocciata dal voto referendario.
Fu sua anche la proposta di eleggere il “sindaco d’Italia”, inserita nel programma elettorale dell’alleanza Renzi-Calenda.
Si può anche dare un giudizio politico di quella proposta elettorale, azzardata e non certo maturata dall’esperienza o dall’approfondimento delle ragioni democratiche e funzionali. Resta comunque un qualcosa di “alieno” nel tessuto democratico della Repubblica.
Del tutto differente è la proposta di FdI. Dietro Meloni c’è la fiamma di Salò.
Dietro la proposta di un capo del governo eletto direttamente c’è senza dubbio una volontà di consegnare ad una persona poteri fortissimi che, se li inquadriamo nel solco del revanscismo dei vinti del ’45, fanno loro intravvedere la possibilità di gestire un potere monocratico; in altre parole: “il duce in “nuce”.
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Moreno Bucci è nato e vive a Viareggio. E’ pensionato della Banca Toscana. Ha ricoperto cariche pubbliche come esponente del P.S.I. tra le quali quella di assessore alla Cultura del Comune di Viareggio, membro della Direzione Nazionale e della Giunta Esecutiva dell’AICRE, presidente della Commissione Cultura e Sviluppo Sostenibile della Conferenza dei Poteri Locali e Regionali d’Europa a Strasburgo.