di Simone Belli, Specialista in Urologia e Andrologia – L’informazione e parlare apertamente di salute maschile può salvare vite.
L’11 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Cancro alla Prostata, un’occasione fondamentale per informare, sensibilizzare e rompere i tabù che ancora circondano la forma di tumore maschile più diffusa in Europa e la terza causa di morte maschile relata a cancro. In Italia, ogni anno, si registrano oltre 40.000 nuove diagnosi di cancro alla prostata, un numero in costante aumento legato all’ aumento dell’aspettativa di vita e del miglioramento dei sistemi di screening.
Nonostante sia una malattia molto frequente, se diagnosticata precocemente ha altissime possibilità di guarigione soprattutto nelle forme localizzate e con caratteristiche istologiche favorevoli, a differenza di altri tipi di patologie neoplastiche. Il problema principale rimane però la mancanza di informazione e, spesso, la reticenza degli uomini a sottoporsi a controlli preventivi, per imbarazzo o per paura del risultato che si traduce in diagnosi tardiva e possibilità terapeutiche ridotte.
Il cancro alla prostata colpisce generalmente dopo i 50 anni, ma è bene cominciare a parlarne prima soprattutto se si è a conoscenza di casi in famiglia.
La diagnosi precoce passa attraverso esami semplici e poco invasivi, come il dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico) nel sangue e l’esplorazione rettale. Se ritenuto opportuno dall’ Urologo ( il medico specialista che si occupa della diagnosi di questa patologia) si possono eseguire ulteriori accertamenti, come la risonanza magnetica ed in caso di sospetti una biopsia prostatica diagnostica.
La EAU ( Associazione Europea di Urologia) raccomanda uno screening precoce a partire dai 45 anni in caso di familiarità per tumore prostatico ( a partire dai 40 anni se portatori di mutazione BRCA 2) e dai 50 anni in poi annualmente in caso di assenza di familiarità, con esecuzione di dosaggio del PSA e visita urologica annualmente.
Il tumore alla prostata può svilupparsi senza sintomi evidenti nelle fasi iniziali. Sebbene abbracci la stessa fetta di popolazione dell’Iperplasia prostatica benigna ( aumento volumetrico prostatico) che interessa per lo più gli uomini a partire dai 45-50 anni e si manifesta con difficoltà a urinare, bisogno frequente di urinare di notte o sensazione di incompleto svuotamento vescicale, il tumore prostatico soprattutto nelle forme localizzate ed iniziali non dà segni clinici. Per questo motivo, la prevenzione e i controlli periodici sono fondamentali, anche in assenza di disturbi.
Negli ultimi anni, la ricerca ha fatto grandi passi avanti: oggi esistono trattamenti sempre più personalizzati e meno invasivi, dalla chirurgia robotica, che ha accorciato i tempi di recupero ed aiuta nell’ avere minore impatto sulla sfera sessuale e sulla qualità di vita, fino alla terapia focale o la sorveglianza attiva in casi selezionati attentamente.
La Giornata dell’11 giugno non è solo un richiamo alla consapevolezza, ma anche un invito ad agire: informarsi, accedere a visite periodiche, parlarne con il medico o con i propri cari, superando le proprie controproducenti paure.
Oltre ad una maggiore informazione e sensibilizzazione su certi temi, serve anche un cambio culturale. Parlare apertamente di salute maschile, superando lo stigma e la disinformazione, può salvare vite.

Medico libero professionista.