In Lombardia i farmacisti sostituiranno i medici?

di BEATRICE BARDELLI – Intervista al dottor Lino Focà presidente regionale del sindacato SMI (Sindacato Medico Italiano) della Lombardia.

Martedì 28 maggio la Regione Lombardia ha approvato una delibera (DGR XII/2405) sulla sperimentazione dei nuovi servizi nelle Farmacie, cosiddette di comunità, riguardo la telemedicina, riconciliazione della terapia farmacologica, etc.

Questa decisione ha immediatamente allarmato il presidente regionale del sindacato SMI (Sindacato Medico Italiano) Lombardia, il dottor Lino Focà, che ha definito la delibera come “un tentativo mascherato di creare delle attività prettamente di tipo ambulatoriale, quindi medico, all’interno delle Farmacie stesse”. E senza perdere tempo ha inviato alla stampa un comunicato in cui dichiara testualmente che “Gli autori, ideatori, promotori di questo progetto, guarda caso, sono dei Farmacisti “prestati” alla politica a livello nazionale sotto la spinta della potente Federfarma”. Un’accusa decisamente forte ma che rivela la profonda passione del dottor Focà per la professione di medico che ha sempre difeso a nome dell’intera categoria e che ha sempre svolto con meritevole abnegazione personale. Nel comunicato, il dottor Focà continua con una battuta ironicamente amara: ”Peccato che fingano di non sapere o volutamente ignorino che gli atti della cosiddetta sperimentazione di nuovi servizi – a meno di non voler esercitare abusivamente la professione medica con inevitabile violazione di legge – siano atti che rientrano nelle competenze del Medico, che dopo aver visitato il paziente, formula una diagnosi e prescrive una cura. Tutt’altro è il compito del Farmacista”.

Una domanda spinosa

Si ritiene, forse – ha scritto Focà – che aver concesso in passato a questa categoria di professionisti di poter allestire i loro spazi a bazar, dove vendere prodotti tipicamente di altre attività commerciali, e aver concesso in periodo Covid la possibilità di effettuare tamponi, di essere punti di prelievo ematochimici e di somministrazione di vaccini (il tutto sempre adeguatamente remunerato), sia titolo per legittimare un’ingerenza nei compiti e nelle prerogative del medico, senza bisogno di alcuna abilitazione all’esercizio dell’attività medica?”  

Dottor Focà, i medici diventeranno passa carte???   

Di fatto con questa delibera, con assoluta aberrazione, è il farmacista la figura professionale di riferimento per il paziente, mentre  compito del Medico di Medicina Generale e/o Pediatra di Libera Scelta (MMG/PLS) sarà solo la semplice trascrizione di una ricetta bianca. Trascrizione di un desiderio espresso da un paziente, su suggerimento del farmacista, il quale viene remunerato per una prestazione che non rientra affatto nei suoi compiti e nelle sue valutazioni professionali e che menoma alle basi la gestione di una corretta tutela della salute pubblica”. 

Che conseguenze prevede?   

Le conseguenze più dirette si potrebbero ipotizzare in un aumento delle prestazioni sanitarie e nell’intasamento degli studi medici da parte di pazienti che si presenterebbero allarmati per dubbie alterazioni dello stato di salute. Inoltre, il mancato coinvolgimento in prima persona del Medico di Medicina Generale e del Pediatra di Libera Scelta, presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, denota un ennesimo tentativo di scavalcare una figura professionale che svolge un ruolo complesso ed articolato, che va dalla prevenzione alla diagnosi ed alla cura, oltre che alla presa in carico dei pazienti soprattutto cronici, elemento fondamentale della nostra attività quotidiana”.

Ma come si è arrivati a tutto questo?  

Probabilmente perché MMG/PLS sono sempre stati percepiti come una categoria di singoli professionisti, divisi anche nelle sigle sindacali, che in momenti difficili come questi non sono in grado di coalizzarsi e respingere al mittente progetti indecenti come la delibera in questione. La risposta tiepidina del Sindacato maggioritario della categoria e quella, al momento assente, del Sindacato che da anni governa l’Ordine dei Medici di Milano, permette a Federfarma di procedere unita stravolgendo con iniziative inutili e dispendiose il Servizio Sanitario Regionale. Sarebbe forse più utile e produttivo se le stesse risorse, anziché alle Farmacie, fossero rivolte agli studi dei Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta, in qualunque forma di aggregazione siano presenti sul territorio. Si otterrebbe così la riduzione delle liste di attesa della popolazione con la massima attenzione alla spesa pubblica”.   

A questo punto, che cosa propone dottor Focà?  

Invitiamo a tutti colleghi a leggere attentamente la delibera e comprenderne i risvolti che la sua applicazione comporta sulla nostra professione. Diventa prioritario potenziare e rafforzare la figura del Sindacato nella speranza di poter a breve sovvertire le sorti dell’Ordine dei Medici ed Odontoiatri della Provincia di Milano e far sì che certe delibere di legge non vengano nemmeno proposte”.