Intervista al regista livornese Luca Dal Canto

di CHIARA BISCONTI – Dopo “I luoghi di Modigliani tra Livorno e Parigi”, il premio del “Backstage Film Festival”, aiuto-regia su Netflix.

Sono le 18 di un caldo pomeriggio di luglio. Mi rifugio in un bar, un tavolino più appartato perché ho un appuntamento telefonico col regista livornese Luca Dal Canto. Ho incontrato Luca a Viareggio alcuni giorni fa in occasione della presentazione di un libro.

Luca, la tua vita si è totalmente concentrata sulle immagini e le emozioni, ma come è arrivata la passione per il cinema e come il cinema è arrivato a te?

“La passione è arrivata fin da piccolo a cavallo tra gli anni 80/90 quando pensavo di voler fare l’attore, ma poi crescendo, con l’adolescenza è cresciuta anche la timidezza e così è maturato il mio sogno di studiare al DAMS e concentrarmi sul mondo delle immagini, tutto questo soprattutto grazie alla mia famiglia che mi ha sostenuto e alla fortuna di incontrare Enrico Oldoini uno dei più grandi registi degli anni 80 e serie tv contemporanee.

Come è avvenuto l’incontro con Oldoini?

Teneva un convegno a Livorno, la mia città, e mi sono presentato a lui proponendogli dei cortometraggi che avevo realizzato con alcuni amici. Quando dopo un po’ di mesi mi ha contattato, e ormai non ci credevo più (davvero più volte ho pensato che fosse uno scherzo telefonico) e mi ha invitato a Roma, è partita la mia vera e propria carriera nel mondo del cinema.

Mi riallaccio a quello che ti ha portato a Enrico Oldoini, i cortometraggi… Qual’è il filo conduttore dei tuoi corti? E sei legato a uno dei tuoi lavori in particolare

Sicuramente la magia e l’essere racconti di formazione per ragazzi con l’obiettivo di dare loro dei messaggi importanti come “il cappotto di lana”, che è il corto a cui sono legato di più 

Dopo Enrico Oldoini sono arrivati tanti altri nomi importanti nella tua carriera, c’è qualcosa che ti hanno lasciato e soprattutto chi di loro porti di più nel cuore? (Ps: il mio preferito è Sergio Rubini)

Mi hanno davvero tutti insegnato tutto, anche solo il vivere ed esplorare un set ti permette di imparare sempre qualcosa di nuovo anche da tutti gli attori e trucchi del mestiere. E io dal primo corto all’ultima serie tv ho imparato anche a confrontarmi con le persone, perché conta tanto anche quello. Con registi come Rubini, ad esempio, bisogna essere pronti a gestire la loro energia e determinazione a voler raggiungere l’obiettivo e farlo bene. Oltre a Enrico Oldoini le persone a cui sono più legato e che credo mi abbiano insegnato tutto e a chi sono molto legato: Claudio Noce con cui ho lavorato come aiuto regia nel suo “Padre Nostro” e con cui si è creato un bel rapporto anche di amicizia, Matteo Oleotto regista tv e cinema con il quale ho lavorato e imparato tanto e so che ancora potrò imparare anche grazie al rapporto di amicizia che abbiamo. Insieme a loro chi mi ha sostenuto e mi ha dato la sua amicizia e collaborazione con gratuità e sostegno nei momenti difficili è Mariachiara Squassino che è una delle aiutoregiste più famose in Italia.

Il tuo lavoro ti ha dato finora anche soddisfazioni personali, come vincere il premio del “Backstage Film Festival”

Ricevere premi ti gratifica, ma riceverli ai festival ti permette di conoscere tante belle persone soprattutto nel momento in cui si parla di cortometraggi che è un genere che fa ancora un po’ fatica a emergere in Italia come produzione e anche distribuzione.

Dal cinema al mondo delle immagini e del loro messaggio. Il tuo progetto “I luoghi di Modigliani tra Livorno e Parigi”, quanto tempo ci vuole per realizzare un progetto così ?

I tempi del progetto fotobiografico sono stati molto lunghi. Ho vissuto a Parigi per un po’ di tempo e trovandomi nella città ho voluto vedere come erano diventati i vari luoghi dove aveva vissuto Modigliani. Ad ogni foto che facevo raccontavo che cosa rappresentava quel luogo nella vita di Modigliani mostrando in parallelo, però, anche il cambiamento urbanistico dei luoghi stessi. Un viaggio nella vita di Modigliani sullo sfondo Parigino che spero possa dare un nuovo valore alla sua figura.

Arriviamo ad oggi, lavori in corso?

Ad agosto partono i lavori come aiuto alla regia per una serie Netflix, i progetti li ho, sono pronti, e aspettano di essere prodotti.

Cosa vuoi dire a chi come te si sta laureando e ha studiato il mondo audiovisivo

Non scoraggiatevi per le porte in faccia, ci vorrà un buon pizzico di fortuna, ma non demoralizzatevi: bensì, fatevi supportare da chi vi vuole bene davvero. Puntate alle grandi città come Roma, Torino…

Print Friendly, PDF & Email