di MARIO PECCATORI – E’ una storia che mi ha colpito, e che vale la pena di raccontare per il valore umano delle cose che vi si può trovare.
Troppo spesso, oggigiorno, tralasciamo la conoscenza delle storie dei luoghi dove viviamo; eppure, anche solo facendovi un po’ di attenzione, potremmo ritrovavi storie ed eventi significativi di un umanesimo sopito.
Mi è così capitato di andare a trovare due carissimi amici, moglie marito, appassionati di cultura e tradizioni in generale ma della città di Pisa in particolare.
Nel loro salotto faceva bella mostra un quadro, di Madonna con Bambino, che custodiscono con dedizione in quanto pervenuto loro in dono quali titolari della Associazione Culturale “Grazie mio Dio” impegnata nel raccogliere ed eventualmente conservare testimonianze di eventi insoliti e straordinari.
La curiosità che quell’’immagine mi ha suscitato ha dato spunto ad un racconto di storia vissuta di un evento realmente avvenuto a Pisa, durante il passaggio del fronte nell’ultima guerra mondiale, in cui proprio quel quadro ne è stato protagonista.
Era il 31 agosto del 1943 quando 152 bombardieri Boeing B-17 dell’aeronautica USA, alle 13,01 iniziarono i bombardamenti su Pisa. I motivi che spinsero i comandi USA ad un tale attacco, non sono ancora del tutto chiari perché, nonostante Pisa fosse un importante crocevia di comunicazioni, erano in corso sin dal 25 luglio trattative che portarono all’armistizio firmato il 2 settembre 1943.
Fatto è che in quel fatidico giorno, per sette interminabili minuti, furono sganciati su Pisa oltre mille ordigni che distrussero, la fabbrica Saint Gobain, la centrale elettrica di Porta a Mare e la Stazione Ferroviaria che fu rasa al suolo come il quartiere di Porta a Mare. In quei drammatici minuti le famiglie erano quasi tutte in casa, nell’ora del pranzo, come erano anche la signora Margherita e la sua giovane figlia Nella.
Il marito di Margherita era al lavoro in fabbrica ed assenti anche gli altri familiari. Non ci fu il tempo di fuggire e cosi Margherita e la figlia Nella rimasero in casa, terrorizzate, al secondo piano di un vecchio palazzo, ormai rassegnate a una fine imminente.
Le bombe caddero numerose e per quei sette lunghissimi minuti seminarono terrore e morte ovunque. Di quel palazzo, dove abitavano le due donne, rimase in piedi solo una parete con un angolo di pavimento dove Margherita e Nella si erano rannicchiate.
Quando la furia terminò, le poverette si resero conto di essere ancora vive in mezzo alle macerie della loro casa dove solo il punto dove si trovavano loro era rimasto miracolosamente in piedi, sospeso in aria a diversi metri di altezza, una parete alle loro spalle e il cielo su di loro. Erano sopravvissute, appoggiate a un pezzo di pavimento ancora miracolosamente attaccato alla parete dove si trovava proprio quel quadro della Madonna con Gesù Bambino che incombeva su di loro come a proteggerle.
Ed è questo il quadro in argomento, con una immagine che ricopia quello famoso della Madonna di Sotto gli Organi conservato nel Duomo di Pisa.
Margherita e Nella, immediatamente, si resero conto di essere salve e pensarono a un vero miracolo dovuto al “potere” di quella sacra immagine a cui erano devoti tutti in famiglia, tanto è vero che tutti i familiari, anche quelli che non erano in casa, si salvarono e da quel momento attribuirono a questa immagine la loro salvezza.
Alla loro morte l’immagine è passata ai figli e ai nipoti che hanno continuato, attraverso questa immagine, la devozione alla Madonna nel ricordo di quel particolare evento e che, con il dono, hanno voluto assicurare ad una devota conservazione.
Così la storia di Pisa si arricchisce anche di umili ma significativi eventi che fanno parte reale della comunità. La storia, la cultura, le tradizioni, l’animo di una città, non sono frutto solo di eventi eccellenti ma soprattutto della somma di tanti piccoli fattori, umili casi che forgiano una comunità, la accumunano nei sentimenti, nei drammi, nelle gioie, nella fede.
Cosi, quella immagine della Madonna con Bambino, che ho potuto ammirare, mi ha portato, non solo ad un particolare momento storico di Pisa, ma anche alla consapevolezza che la nostra vita è legata ad eventi che non possiamo né determinare né immaginare ma solo accettare come forza di una volontà superiore.
Mario Peccatori (Chiusi, 1947) si è laureato in Scienze Biologiche all’Università di Siena. Ufficiale di prima nomina in Artiglieria dell’Esercito Italiano, ha svolto la sua attività presso il Laboratorio di Radiopatologia e Fisiopatologia delle Radiazioni del CAMEN di S.Piero a Grado a Pisa dove ha conseguito la Specializzazione Nucleare ad indirizzo Radiopatologico, Radiotossicologico e Radioprotezionistico. Ha svolto attività di studio e ricerca presso laboratori militari ed universitari, Cultore della Materia presso il Dipartimento di Fisiologia e Biochimica dell’Università di Pisa, ha collaborato con l’Università di Bologna ai Corsi di Radiotossicologia presso la Scuola di Specializzazione in Tossicologia per Medici e Farmacisti. Brigadier Generale del Corpo Tecnico dell’Esercito nella riserva. Cavaliere al Merito della Repubblica; dello Sport; e dell’Ordine Dinastico della Cavalleria Angelica di S. Michele Arcangelo e Padre Pio. Autore di varie pubblicazioni e appassionato di poesia, attualmente è presidente dell’Associazione Culturale-Politica “MADRETERRA NOSTRA”, e dell’ASD “UNIVERSITAS” di Pisa, Maestro di Ju Jitsu e titolare della Scuola Italiana di Arte Marziale.