di ALDO BELLI – Dopo aver espletato il suo turno di servizio serale, il sindacato COSAP denuncia le mancate risposte del Viminale.
La notizia (l’ennesima) potrebbe essere: agente di polizia aggredito da extracomunitario. Magari aggiungendoci anche il colore della pelle. Non si tratterebbe di una notizia scorretta, se il focus sul quale richiamare l’attenzione del lettore non fosse più drammatico: la miscela esplosiva che si è generata in Italia tra “balordi di ogni genere” come scrive il sindacato COSAP, in quartiere abbandonati a se stessi dai quali il veleno si spande fino al centro delle città.
Il che non esclude il livello di insicurezza sociale provocato dall’immigrazione clandestina lasciata a se stessa (che è l’esatto contrario della solidarietà): forse che veramente qualcuno crede ancora che gli immigrati siano trattati dallo Stato Italiano come ospiti forzati destinati e preparati a diventare cittadini italiani? Così è preferibile chiudere gli occhi di fronte al nuovo fenomeno criminale, dove la carenza di mano d’opera autoctona si è infoltita di nuove risorse per di più a buon mercato; senza dimenticare la regola aurea per la quale il diseredato senza prospettive finisce di norma nei traffici meno nobili della società.
Ci sono paesi dove se tocchi un poliziotto sei finito. Alle volte si esagera, però l’aspetto positivo di questa convenzione è il significato, nel senso comune, di quella divisa che prima di un corpo di polizia rappresenta la legge e la sicurezza di tutti.
La poliziotta stava andando a recuperare la propria autovettura parcheggiata all’interno del porto di Napoli dopo aver espletato il suo turno di servizio serale, riferiscono i colleghi, quando è stata aggredita da un cittadino straniero: prima un violento colpo alla testa con un pesante sanpietrino, poi scaraventata a terra “da una bestia alta un metro e ottanta, che ponendosi sopra di lei ha iniziato a seviziarla con dei morsi sul volto. Lei ha tentato di lottare con tutte le sue forze fino a farsi saltare vie tre unghie, non riuscendo purtroppo ad impugnare la pistola; la bestia le ha colpito ripetutamente il capo con la pietra e la collega è svenuta, ed è proprio in quel momento che la bestia ha abusato di lei”.
La domanda viene spontanea: ma chi c…. glielo fa fare a questi uomini e donne di andare e stare in Polizia, o nei Carabinieri, o nei Pompieri, dei quali lo Stato si ricorda solo quando accadono i terremoti, le pandemie, le alluvioni? E se così è, allora, non è che questo paese abbia l’urgente bisogno di qualche ribellione di massa? Per carità, pacifica ovviamente, ma senza confondere l’indole della non-violenza con le ciabatte da camera.
Per questo, però, servirebbe una coscienza nazionale e civile che, purtroppo, non c’è: molto semplicemente, quella di sentire la poliziotta di Napoli come una di noi, anziché qualcosa che non ci riguarda fino quando non ci tocchi direttamente sulla pelle.
La lettera inviata dal COSAP al Ministero degli Interni











Aldo Belli è il direttore di Toscana Today